La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Ospedale, la vera posta in palio

10 settembre 2014
Pubblicato da La Città Futura

Il dibattito attorno al cosiddetto ospedale nuovo, forse unico, è sempre più infuocato. In teoria siamo infatti a ridosso di una scadenza decisiva, la prossima riunione della Conferenza dei sindaci dovrebbe votare la proposta della Commissione dei tecnici che ha individuato in San Donà il luogo più appropriato per costruire questo fantomatico edificio. Fantomatico perché non si sa quale sarebbe la sua dimensione, fisica ed economica, quali le fonti di finanziamento, quali i vantaggi reali per tutti i cittadini del territorio. Da parte dei promotori – e vedremo bene chi sono – si parla di necessità del nuovo ospedale per rispondere in termini di eccellenza all’attuale domanda sanitaria, da un’altra parte si vive però la presenza di uno spettro, quello dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, una presenza tutt’altro che virtuale.

In questi ultimi giorni il dibattito ha assunto anche un particolare risvolto tecnico: come votare in Conferenza? Come si può leggere in questa stessa pagina, a Portogruaro dicono che si è sempre considerato un voto per ogni sindaco, a San Donà si afferma che questo non è corretto e si deve far pesare il voto sulla quantità degli abitanti, praticamente come nelle assemblee delle società per azioni. E per la cronaca, i comuni sono 20, di cui 11 nel portogruarese, con circa 95 mila abitanti, e 9 nel sandonatese, Jesolo compreso, con circa 120 mila abitanti.

In realtà, se si leggono bene due tra le ultime esternazioni, il Pd portogruarese afferma che “la Conferenza dei Sindaci deve ritrovare unità di intenti, deve superare logiche che portano alla penalizzazione di intere comunità”, mentre il sindaco Cereser di San Donà nota che “il rispetto delle comunità invocato dallo stesso documento rilasciato dai capigruppo portogruaresi impone di smetterla con la contrapposizione tra territori e di lavorare per un obiettivo comune”. Insomma, basterebbe che due del Pd si telefonassero o si trovassero per un cicchetto a San Stino, o a Caorle, vedano loro. Abbiamo un Segretario nazionale del Pd che sta cambiando la Costituzione Italiana d’accordo con un pregiudicato e primo (anche se non unico) responsabile del degrado politico nazionale, possibile che il fiume Livenza sia un ostacolo così grande, quasi fossimo all’anno Mille a. C.?

Ma torniamo all’oggetto, l’ospedale. Chi lo vuole? Per capirlo basta un aneddoto che – purtroppo – ci spiega anche con chi abbiamo a che fare su questa vitale questione.

[Estratto] L’incontro (a Concordia) era stato organizzato per parlare della cancellazione di sei posti letto del reparto di Pediatria e si è subito allargato alla questione dell’ospedale unico. (…) «Non abbiamo paura di confrontarci con nessuno pur di fare chiarezza sulle questioni», ha esordito il direttore generale Bramezza, polemizzando sul consiglio in piazza a Portogruaro dove non è stato invitato a parlare. «Innanzitutto parliamo dell’ospedale unico, che io preferisco chiamare “ospedale nuovoâ€, e chiariamo che a chiederlo sono stati all’unanimità i 20 sindaci della zona riuniti in Conferenza dei sindaci. I tre ospedali del Veneto Orientale devono essere riorganizzati. Quello di Jesolo diventerà un ospedale riabilitativo e manterrà il pronto soccorso viste le necessità turistiche. All’inizio avevamo pensato di mantenere gli ospedali di San Donà e Portogruaro stabilendo il polo medico nel primo e il polo chirurgico nel secondo. Ci siamo chiesti se “su due gambe†la cosa sarebbe potuta essere gestibile. In conto di ciò i sindaci del Veneto Orientale hanno chiesto alla commissione Sanità della Regione l’ospedale unico. Richiesta che è stata ripresentata una seconda volta con l’unanimità dei sindaci ad eccezione del sindaco di Fossalta di Portogruaro il quale, in scadenza di mandato, non ha voluto prendere posizione. L’ospedale unico non è stato imposto dalla Regione ma chiesto dai vostri sindaci. La proposta è stata accolta ed ora spetta ai sindaci decidere dove realizzarlo».

Ma Bramezza è stato smentito subito dopo da Paolo Anastasia, ex sindaco di Fossalta e attuale vicesindaco, che ha sottolineato come il dibattito sull’ospedale unico sia partito solo perché: «il direttore generale dell’Asl 10 ci aveva comunicato che la Regione aveva intenzione di fare un ospedale unico. All’inizio non si capiva se la volontà fosse quello di mantenere le tre sedi o di crearne una sola». Brusio in sala e silenzio di Bramezza. (…)

(la Nuova Venezia, 21 giugno 2014)

Dunque, da questo piccolo evento sappiamo che Bramezza non ha difficoltà a contar balle in pubblico e che una volta smentito non cerca neanche di giustificarsi. Una faccia piuttosto bronzea. E che l’ospedale lo vuole la Regione di cui Bramezza è il braccio tecnico.

Ma chi è Carlo Bramezza, il direttore generale dell’Ulss 10? Senza fare grandi escursioni, purtroppo basta navigare un po’ sul laghetto di Google per capire qual è il suo entroterra politico ed intuire qual è il suo orizzonte strategico. Al suo arrivo alla direzione dell’Ulss era un perfetto sconosciuto. Ma sono bastati un paio di mesi per poter leggere sulla stampa locale una ricostruzione piuttosto nitida. Vediamo qui sotto.

[Estratto] Sernagiotto allarga la sua rete sulle Ipab venete. L’ultimo «scalpo» dell’assessore veneto al Welfare conferma un sistema collaudato, talmente oliato da configurare una perfetta macchina di occupazione del potere. Servizi e appalti, consenso e territorio: le case di riposo sono un tesoro del potere, come insegnavano il doge Bernini e l’antica Balena Bianca del Veneto.

Dalle case di riposo alle Usl: epicentro la Marca Trevigiana regna Sernagiotto, con riverberi nel Veneziano, da San Donà a Chioggia, grazie a un gruppo di fedelissimi, una rete di intense relazioni sul territorio, e all’uso del potere: commissariamenti, nomine e consulenze che preludono a concorsi e nuove nomine. Da dove escono vincitori nuovi dirigenti e direttori: altre covate di fedelissimi.(…). Meccanismo collaudato, please.

Così come nomi e cognomi. Coincidenze? In politica i corsi e ricorsi non fanno pensare a Vico. I nomi che ruotano attorno a una serie di Ipab trevigiane sono quasi sempre gli stessi: cambiando l’ordine di incarichi e funzioni il risultato cambia poco. Prendete Carlo Bramezza, nuovo direttore generale dell’Usl 10 di San Donà. Sernagiotto lo considera sua creatura, chi conosce Bramezza dice che il neodirettore Usl lavora per sé, ed è fedele solamente alla scuola delle vecchia Dc, in cui si è formato, da giovane berniniano.

Nel 2000 era direttore della Ipab casa Marani di Villorba, sostituendo Michela Conte, passata alla direzione della residenza anziani di Oderzo. La Conte è stata appena nominata da Bramezza direttrice amministrativa dell’Usl 10. (…) Nel frattempo, l’Ipab di Villorba diretta da Bramezza si è aggregata con le case di riposo di Povegliano e Paese. Consulente del progetto di aggregazione è Daniele Dal Ben. Adesso guida l’Ipab di Villorba al posto di Bramezza, salito al soglio dell’Usl sandonatese con nomina di Zaia benedetta da Sernagiotto.

Passiamo, all’Ipab «Pietro ed Eliseo Mozzetti» di Vazzola, dove Dal Ben lavorava nel 2008 come funzionario. Lì Bramezza era membro del nucleo di valutazione: a un certo punto il segretario direttore Stefano Barazza si dimette dall’incarico e fa causa. Bramezza è nominato direttore a scavalco, e lo sarà fino al 31 dicembre 2012. E il vice? Dal Ben.

Ma nel 2011 – Sernagiotto è assessore a Venezia da un anno – Bramezza assumerà un’altra direzione a scavalco, quella dell’«Aita» di Crespano, fino al 1 dicembre 2012. (…) Anche all’Ipab Bon Bozzola di Farra di Soligo il presidente Dozza e il direttore Vincenzo Scattolin non viaggiano in sintonia. Siamo nel 2011. Il cda nomina Carlo Bramezza nel nucleo di valutazione, con Anna Vittoria Fiori. In seconda battuta, Bramezza diventa consulente, (…).

(Consigliamo la lettura di tutto l’articolo pubblicato su il Mattino di Padova il 16 marzo 2013.)

Ricordando cosa sono le Ipab (istituti pubblici di assistenza e beneficenza), cioè istituti di diritto pubblico ma dove si fanno molti affari con i privati (appalti, forniture, consulenze, etc), è chiaro che l’attuale direttore dell’Ulss 10 è stato in questi anni un anello costante di una catena di potere e d’affari che nel nostro Veneto si potrà spezzare, forse, solo con il ricambio alla guida della Regione, che è rimasta in perfetta continuità dal momento della sua istituzione (1971) ad oggi.

Così la recente uscita di Bramezza per la trasformazione dell’ospedale di Jesolo in una unità di riabilitazione con la presenza importante dei privati appare perfettamente allineata alla tradizione del personaggio. Il suo compito, personale o sodale che sia, è quello di creare condizioni per la sempre maggior presenza dell’iniziativa privata nella sanità. Naturalmente qui non c’è nessun capitale di rischio, non siamo negli Stati Uniti, c’è solo (si fa per dire) un proficuo connubio tra il potere politico e una certa costellazione economica. Pensare questo non è peccato, è il minimo che si possa fare.

Ma in questi anni  purtroppo l’Ulss 10 si è assolutamente svalutata. Un rappresentante politico, sindaco o assessore che sia, non scriverebbe o direbbe mai una cosa del genere. Si usano espressioni indirette e si evitano giudizi che potrebbero colpire ingiustamente i singoli operatori. Ma il punto non è il singolo medico o tecnico, vecchio o nuovo.

A Portogruaro ci sono state in passato non poche posizioni di prestigio. Queste, come è noto, si ottengono con la presenza di un buon medico primario che lavora liberamente, anzi ben appoggiato dall’Amministrazione, con un progetto e nel tempo. Non esiste, come in qualsiasi attività umana, la possibilità di far miracoli. Ma in questi anni, anzi decenni (già!), si è fatto proprio l’opposto. Si è svilito o cacciato il buon medico, sostituito con uno ben allineato e disposto a qualsiasi manovra sui suoi sottoposti. Ci sono oggi molti, non occasionali, medici dell’Ulss 10 che vengono attentamente evitati dai pazienti in fase di prenotazione della prestazione. Il livello medio o generale è così scadente da rendere pericolosamente precarie anche le emergenze sanitarie, non solo le diagnosi e le terapie meno semplici. Così, confrontando la risposta con quella di altre unità ospedaliere del FVG, la fuga è pressoché obbligatoria. Questa è la situazione.

Ma se per molto tempo si è pensato che ci fosse in atto un impoverimento di Portogruaro a favore di San Donà, pensiero legittimo considerando la sede amministrativa sul Piave con la presenza di amministrazioni di destra, ormai anche quella fase è finita. Oggi la miseria riguarda tutta l’Ulss ed è un fatto voluto, programmato.

Per concludere, è chiaro come l’operazione avviata da Bramezza, l’iniziativa per l’ospedale nuovo e/o unico, centrato sugli interventi specialistici e di eccellenza (per questa forse ha la bacchetta magica), sia complementare sia al rafforzamento di strutture di prossimità private in grado di dare risposte più veloci (ma qui ci vorrebbe un altro articolo), che alla gestione delle Ipab (le riabilitazioni, le lungo degenze e le case di riposo). Lasciare tutto ciò in mano all’iniziativa silenziosa di una banda legata all’attuale Giunta veneta ci pare insensato e pericoloso.

Nella prospettiva delle prossime elezioni regionali, mancano ormai solo sei mesi, si sospenda tutta la questione del nuovo ospedale e si apra una discussione chiara e partecipata sul futuro della nostra sanità e quindi della nostra salute.

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Cronache dell’ospedale che verrà (nov 2011 – lug 2014)

8 luglio 2014
Pubblicato da Adriano Zanon

La posizione dei rossoverdi sul cosiddetto ospedale nuovo e unico è nota e si può leggere su questa medesima pagina, ma per seguire il dibattito abbiamo pensato di raccogliere dalla rete qualche altro testo.

Abbiamo escluso le uscite del direttore dell’Ulss 10, Carlo Bramezza. Costui è infatti molto presente sui media locali, ma sembra più preoccupato a polemizzare con le uscite a lui contrarie, come un bambino al quale si sta negando il giocattolo, surrogando anche i responsabili politici della Giunta regionale veneta, piuttosto di fornire dati e spiegazioni verosimili ovvero contributi concreti al dibattito.

8 luglio 2014
Luca Zaia, governatore del Veneto: “Ci vuole l’ospedale unico – Non ci saranno mazzette”

[Estratto] «È scandaloso che quando si parla di nuove opere pubbliche per il territorio», ha detto il presidente della Regione, «ci sia oggi chi grida immediatamente allo sperpero di risorse pubbliche e alle ruberie dei politici. Il futuro del Veneto Orientale è questo, per risparmiare e gestire al meglio le risorse disponibili, quindi arrivare a una sanità davvero di alto livello. Non si può sempre dire che ogni opera pubblica viene decisa per poi rubare. Noi abbiamo il compito di garantire efficienza alla sanità. Pensare oggi a un ospedale sotto casa è sbagliato. Così erano sorti gli ospedali una volta, ma in altri tempi. Oggi abbiamo trasporti veloci, possiamo avere referti on line. Abbiamo in Veneto un tasso di ospedalizzazione di sette giorni di media, stiamo puntando davvero in alto a eccellenza e specializzazioni e per questo serve una struttura unica di riferimento».

24 giugno 2014
Consiglio comunale di Portogruaro: “No all’ospedale unico, si al potenziamento dei servizi territorialiâ€

[Estratto] Nella seduta dello scorso 23 giugno il Consiglio Comunale ha votato un ordine del giorno su “Le scelte per l’ospedale e i Servizi Socio Sanitari nel Veneto Orientale. Il documento riporta, anche alla luce di quanto emerso sul piano tecnico-politico nel Consiglio Comunale del 16 giugno 2014 e dei vari interventi che si sono succeduti, la posizione unitaria dell’intero consiglio comunale contro l’ospedale unico, perché oggi non rappresenta una priorità.
Quindi “No all’ospedale unico senza se e senza ma†anche da parte dei 2 astenuti (votazione: 16 voti favorevoli, 2 astenuti su 18 presenti) che hanno voluto con il loro voto unicamente non indicare la possibile sede da preferire in caso di realizzazione dell’Ospedale unico.
“Il Consiglio Comunale nella sua interezza e con il sostegno dichiarato di tutti i consiglieri – afferma il Sindaco – infatti, ha ribadito la necessità di investire nelle strutture territoriali, inoltre ha evidenziato che l’ospedale unico, o nuovo come oggi viene diversamente e autonomamente definito dal Direttore dell’ULSS 10, creando nuovi equivoci, si presenta come una sommatoria in ribasso degli ospedali già esistenti, e quindi con un conseguente inutile spreco di risorse.â€

16 maggio 2014
M5S Basso Piave/Portogruaro: “No all’ospedale unico nel Veneto Orientale”

[Estratto] “In merito all’annuncio della Commissione tecnica incaricata dalla Regione Veneto di realizzare una struttura sanitaria unica per il Veneto Orientale a San Donà di Piave, il M5s Basso Piave/Portogruaro e Veneto Orientale ribadisce la propria disapprovazione per questo metodo di scelta e di progettazione della sanità pubblica locale, portato avanti nella totale assenza di qualsiasi dato oggettivo.
Prima di decidere, servirebbe uno studio comparato tra le varie possibilità con annessi costi-benefici. Siamo certi che alla fine la soluzione giusta sarebbe l’ammodernamento e la razionalizzazione degli esistenti.
Aldilà della totale mancanza di qualsivoglia dato oggettivo circa la reale necessità dell’opera, nonché dell’assenza di un piano di intervento, di un piano di spesa, di un piano di gestione della futura opera, non è stata spesa una sola parola per chiarire: il destino delle attuali strutture presenti sul territorio, la matrice dei finanziamenti necessari alla sua realizzazione, la natura pubblica o privata della sua gestione.â€

9 aprile 2014
Luca Zaia, governatore del Veneto: “L’ospedale di Portogruaro non si toccaâ€

[Estratto] “L’ospedale di Portogruaro ha competenze professionali e apparecchiature che lavorano benissimo e che non possono essere smantellateâ€. A dirlo è il Governatore della Regione Veneto Luca Zaia, che abbiamo incontrato ieri a Verona in occasione del Vinitaly, la più importante fiera italiana del settore vitivinicolo. (…) Zaia conclude: “Gli spostamenti hanno un costo per i cittadini e sarebbe impensabile chiedere loro di correre su e giù per le strutture regionali avendone una eccellente proprio in casaâ€.

10 febbraio 2014
PD di San Donà di Piave: “Ospedale Unico: una cortina di fumo negli occhi”

Per ora, l’ “ospedale unico†eÌ€ soltanto una cortina di fumo negli occhi, per distrarre lo sguardo dalla brutta realtaÌ€ di un servizio sanitario dell’AULSS 10 che peggiora di giorno in giorno. Di concreto – nonostante le richieste che da mesi e mesi si vanno facendo – non c’eÌ€ praticamente niente: neÌ soldi, neÌ progetti, neÌ analisi di costi e benefici. Anche l’incontro di venerdiÌ€ in Regione eÌ€ rimasto nel piuÌ€ vago del vago.
I cittadini del Veneto Orientale evitino di cascarci e pretendano da subito il miglior servizio possibile. Dai responsabili – da Zaia, a Coletto, al Direttore Bramezza – dobbiamo pretendere, e avremmo diritto di ricevere, risposte precise sul presente e sull’immediato futuro: sulle liste d’attesa, sullo squilibrio – tutto a nostro svantaggio – tra la spesa pro capite per la nostra e le altre aziende sanitarie, sullo scandalo delle schede sanitarie dove calano di posti letto negli ospedali pubblici e aumentano nelle cliniche private, dove si pensa di costruire una medicina senza chirurgia ed una chirurgia senza medicina, sulla sanità territoriale che va in degrado, sui tagli sempre più pesanti al settore sociale, sui poliambulatori e gli ospedali di comunità che non ci sono ecc..
Non dicono niente su tutto questo (e ancor meno fanno), e il servizio sanitario nel Veneto Orientale peggiora costantemente. Intanto peroÌ€ continuano a buttarci addosso il fantasma dell’Ospedale Unico, guardandosi bene peraltro dallo spiegare in modo sensato percheÌ mai dovrebbe essere una soluzione e la migliore. Viene solo a noi il sospetto che i soldi (parecchi milioni di euro) per finanziare un’opera che al meglio sarebbe disponibile tra diversi anni, si voglia farli saltar fuori dai “risparmi†(cioé dai tagli) ai servizi nella nostra stessa AULSS?

6 settembre 2013
Lettera del Sindaco di Portogruaro: “Migliorare subito la sanità del territorio – Portogruaro è comunque la miglior candidatura”

[Estratto] “L’intero Consiglio Comunale all’unanimità da sempre e comunque a partire dal 2010 con le iniziali manifestazioni di riorganizzazione della sanità da parte della Regione Veneto, anche nell’ultima seduta dello scorso 26 agosto, ha ribadito la necessità di qualificare e potenziare la sanità nel territorio non rinviando scelte e decisioni urgenti ad una futura ipotesi di Ospedale Unico, ma nel contempo ha ritenuto di dover esprimere a riguardo la candidatura della città e ciò sulla base di tutte le argomentate motivazioni sopra esposte.
È con tale mandato e, quindi, con la forza dell’intero Consiglio Comunale e dell’intera Comunità che ribadisco la candidatura di Portogruaro a sede dell’ospedale unico in quanto, per le ragioni esplicitate, unica sede che potrà garantire risposte immediate e concrete ai cittadini sul mantenimento e potenziamento degli attuali livelli di assistenza sociosanitaria, rappresentando la scelta più razionale in termini di investimento finanziario e strategico per il futuro del territorio del Veneto Orientale, anche in rapporto alla funzione di integrazione tra “il sistema sanitario territoriale†Veneto e friulano.â€

2 novembre 2011
PD di San Donà di Piave: “Ospedale unico a rete”

[Estratto] “Siamo lieti che la Conferenza dei Sindaci abbia, nel suo insieme, ribadito la votazione del dicembre scorso in cui si definiva un ospedale unico a rete – con tre poli specializzati a Portogruaro, Jesolo e San Donà. Siamo contenti che si evidenzi che l’ospedale unico, inteso come unica struttura, sia un progetto che ad oggi non è sostenibile data la situazione di precarietà. L’ospedale a rete è l’unica soluzione ad oggi fattibile per rispondere alle emergenze esistenti nel nostro territorio, una specializzazione che deve garantire razionalità e specificità. Ci auguriamo che a breve quest’idea prenda forma e che vengano portati aggiornamenti sulla specializzazione votata dalla conferenza dei sindaci nel dicembre 2010. Nel dicembre 2010, infatti, la conferenza dei sindaci non ha votato per l’Ospedale Unico come unica sede, ma l’Ospedale Unico – gestione unica – a rete.â€

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No all’ospedale unico

1 giugno 2014
Pubblicato da La Città Futura

La LISTA ROSSOVERDE – LA CITTÀ FUTURA è contraria all’ipotesi di ospedale unico per tutto il territorio dell’Ulss10 e chiede il rafforzamento della sanità pubblica e delle sue strutture.

Notizie di stampa affermano che ormai spetta alla Conferenza dei sindaci decidere sulla relazione dei tecnici in merito alla localizzazione del nuovo ospedale, una struttura unica destinata a sostituire almeno tre delle quattro unità esistenti sul territorio dell’Ulss 10, il portogruarese-sandonatese, dove ci sono attualmente tre strutture pubbliche (a Portogruaro, San Donà di Piave e Jesolo) e una privata (la clinica Rizzola di San Donà).

Finora però ai cittadini di questo territorio non è data conoscenza delle ragioni di una simile opzione strategica. Si parla della necessità di ridurre i costi da un lato e di ottenere una struttura in grado di competere in eccellenza dall’altro. Ma non si conoscono i termini economici del piano, i costi ed i benefici, da parte di tutti, dell’Ulss 10, ma anche dei cittadini interessati.

In realtà è da anni che l’Ulss 10 conduce una politica di riduzione delle strutture, di taglio del personale e d’impoverimento dei servizi portogruaresi. L’ulteriore determinazione di marginalizzare la struttura di Portogruaro è stata comunicata con chiarezza nello scorso dicembre, programmando l’eliminazione nel 2015 dei reparti di Pediatria e Psichiatria, due funzioni fondamentali per un territorio, previste solo a San Donà. E si noti, anche la psichiatria portogruarese che è stata per decenni una riconosciuta eccellenza nazionale.

Pensare di togliere completamente l’ospedale a Portogruaro significa progettare in maniera precisa il suo impoverimento civile, la sua sofferenza sociale. Sappiamo tutti dei problemi economici del portogruarese; in particolare delle difficoltà nell’insediamento delle attività industriali, perché è a ridosso del Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale dove si possono avere notevoli vantaggi ad investire. Ma Portogruaro è sempre stato il capoluogo, il centro ed il riferimento di un’area geografica. Questa funzione è stata ottenuta nel tempo soprattutto per la logistica (strade e ferrovia), le scuole secondarie e l’ospedale, oltre che per ragioni commerciali.

Ma il consolidamento e la ripresa dello sviluppo civile del portogruarese non può prescindere dalla presenza dell’ospedale pubblico, che non è solo un luogo di lavoro per alcuni residenti, ma soprattutto il più vicino luogo di appoggio per chi ha bisogno. Nessun buon amministratore, come nessun cittadino del portogruarese può accettare l’idea di perdere l’ospedale. E non c’è maggioranza di organismo, come la Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, che possa prendere una simile, inconcepibile, decisione.

Invitiamo dunque tutti gli amministratori responsabili di tal decisione a non commettere un delitto verso questo territorio, verso i cittadini più deboli, i bambini e gli anziani, quelli affetti da gravi patologie fisiche e psichiche, quelli che non hanno un reddito che permetta loro di trovare sul “mercato” sanitario la miglior soluzione, anche verso le famiglie più deboli, quelle che non hanno la possibilità di coprire il deficit di assistenza sociale.

La necessità di avere le migliori prestazioni in strumenti e medici, le cosiddette eccellenze, concentrando tutto in un edificio in grado di competere a largo raggio, è semplicemente una colossale frottola o un falso problema, non distinguendo alcune analisi o terapie speciali dalla gran parte d’interventi, dalle prassi terapeutiche di routine ma fondamentali per tutti i cittadini.

Servono invece migliori servizi territoriali, sull’educazione alla salute, sull’alimentazione, sulla prevenzione, sulla riabilitazione, sulle cure da dipendenze (tossicodipendenze, ma anche dal gioco). Ma l’allargamento di questi non possono far rinunciare con superficialità al presidio ospedaliero, un riferimento fondamentale anche per gli operatori esterni, dai medici di base ai professionisti paramedici, dai volontari alle associazioni.

Noi rossoverdi non vogliamo l’ospedale unico, né a Portogruaro, né altrove.
Chiediamo che l’ospedale unico sia tolto dall’agenda del Veneto Orientale.
Chiediamo una seria discussione pubblica sui servizi, ospedalieri e territoriali, con l’obiettivo di renderli anche più efficienti, per tutti.
Chiediamo che vengano garantiti i servizi sanitari e sociali, soprattutto ai cittadini più deboli e bisognosi.

(Portogruaro, 1 giugno 2014)

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Staffetta, ma la corsa continua

21 marzo 2014
Pubblicato da La Città Futura

Nella mattina di oggi, 21 marzo, primo giorno di primavera, il sindaco Antonio Bertoncello ha comunicato le dimissioni di Ivo Simonella da Assessore e la sua sostituzione con Patrizia Daneluzzo, nonché la redistribuzione di alcuni referati.

Noi rossoverdi vogliamo ringraziare anche pubblicamente Ivo Simonella per l’intelligenza dimostrata e la sua assidua dedizione al ruolo di Assessore. La sua esperienza merita il riconoscimento nostro e dei cittadini per lo stile di lavoro, lo spirito di confronto e di dialogo, il coraggio all’innovazione, sempre fusi con la lealtà al progetto amministrativo votato.

Facciamo gli auguri a Patrizia Daneluzzo, già nostro Capogruppo, che viene nominata in Giunta, dove siamo certi che anche nel poco tempo che ci separa dalle prossime elezioni amministrative darà un’altra dimostrazione della sua passione ed intelligenza.

Salutiamo il nuovo consigliere comunale Lucia Steccanella che fa così la sua prima esperienza, ma che non sarà mai sola, avrà tutto il nostro supporto.

Ci saranno altre occasioni e sedi per analizzare il lavoro fatto, come le difficoltà, i problemi, i compromessi in un periodo particolarmente difficile dell’amministrazione comunale di Portogruaro. Difficoltà e problemi certamente non solo locali, nei quali si è trovato tutto il nostro Paese. Alcuni problemi tra quelli affrontati hanno avuto natura esogena, come i limiti di spesa, come alcuni problemi ambientali (Terza corsia, centrali a biomasse, ipotesi TAV) o quello della minaccia di non avere più un presidio ospedaliero a Portogruaro. Altri erano di natura endogena, interni all’attuale maggioranza (p.es. il difficile confronto sul PAT).

Noi rossoverdi siamo consapevoli che nel 2010 la vittoria dello schieramento che appoggiava la candidatura di Bertoncello sia stata un successo meritato, sia per i contenuti apprezzati dai cittadini con il voto, sia perché ottenuto in un contesto estremamente difficile, col voto simultaneo alle Regionali, che fu un plebiscito favorevole alle destre. Ma pensiamo che le ragioni del nostro ruolo – decisivo in quell’occasione – e della nostra presenza siano ancor più forti oggi.

La Lista Rossoverde “La Città Futura” è una lista civica comunale aperta alla partecipazione di “tutti coloro che si riconoscono nei valori della pace, della solidarietà, della legalità, della partecipazione, della sostenibilità, della tutela dell’ambiente, della difesa dei diritti†– niente di più e niente di meno. Su questa ispirazione di fondo restiamo aperti al contributo ed al confronto con tutti i nostri concittadini.

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Piano Energetico Regionale Veneto: incontro

8 gennaio 2014
Pubblicato da La Città Futura

L’incontro pubblico è confermato per sabato 11 gennaio 2014, ore 17.00, in Sala Caminetto in Villa Municipale.

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Piano Energetico Regionale Veneto

22 novembre 2013
Pubblicato da Ermes Drigo

Le osservazioni scadono il 23-12-2013. Coraggio!

Nel BURV n. 90 del 25 ottobre 2013 è stata pubblicata la Deliberazione della Giunta regionale n. 1820 del 15 ottobre 2013 con la quale sono stati adottati il Documento di Piano, il Rapporto ambientale, il Rapporto ambientale, sintesi non tecnica del “Piano Energetico Regionale – Fonti Rinnovabili – Risparmio Energetico – Efficienza Energeticaâ€.

Tali documenti, unitamente all’avviso del loro avvenuto deposito presso l’Unità di Progetto Energia, le sedi degli Uffici regionali per le relazioni con il pubblico della Regione del Veneto (U.R.P.) e gli uffici delle Province, sono consultabili nel portale della Regione.

Chiunque ne abbia interesse può prenderne visione e presentare le proprie osservazioni esclusivamente secondo le modalità indicate nell’allegato E) alla DGR n. 1820/2013, utilizzando con preferenza il questionario di consultazione pubblica scaricabile dal sito.

Il termine entro il quale potranno essere trasmesse le osservazioni è di sessanta giorni a partire dal 25 ottobre 2013, data di pubblicazione sul BURV del provvedimento di adozione del Piano.

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Ecco perché la ZTL salverà il commercio nel centro storico, ovvero dal centro commerciale alla città commerciale

26 maggio 2013
Pubblicato da Ermes Drigo

Il 9 giugno 1988 il sindaco di Portogruaro Gastone Rabacchin, su proposta dell’allora assessore Giovanni Forte, ordina l’istituzione di una Isola Pedonale (S. Giovanni, parte di via Martiri e parte di via Spalti) nel centro storico nei giorni di sabato con decorrenza 11 giugno 1988. Avete letto bene, correva l’anno 1988, esattamente 25 anni fa e da allora, con più o meno sussulti (importante per esempio la proposta dell’allora assessore Sergio Zanetti del 1991 sostenuto da 200 cittadini firmatari, o la proposta dell’ASCOM di Portogruaro attraverso lo studio della Società Infrastrutture per il Commercio il Turismo ed i Servizi di Milano del 1993), l’amministrazione di Portogruaro ha tentato di coniugare la tutela del centro storico con l’attività dei commercianti scontentando sempre quest’ultimi.

Oggi a fronte dell’ennesima proposta del sindaco Bertoncello, una ZTL (Zona a Traffico Limitato) di notte, dalle 21 alle 7 di mattina, sono insorti per l’ennesima volta i commercianti del centro storico, con serrate e manifesti di protesta: ritengono, infatti, di essere danneggiati dalla ZTL.

Non mi soffermo sui diritto di vivere bene dei residenti oppure sul diritto dei turisti di visitare in tranquillità un centro storico medioevale e rinascimentale di pregevole fattura, né tanto meno sul dovere della conservazione dei beni culturali; vorrei far comprendere invece come la necessità di organizzare diversamente il commercio oggi (un’offerta organizzata con una vasta gamma di merci con orari flessibili in uno spazio bello) abbia bisogno di una città storica, architettonicamente pregevole e libera dal traffico.

A nulla serve porre il problema del non traffico o dei parcheggi – problema che comunque non esiste – per giustificare un sistema di vendita vecchio, che mira di più ad evitare nuove o diverse occasioni di commercio per tentare di salvaguardare i pochi ed in estinzione commercianti del centro. Una dimostrazione è il mercato del giovedì che attira tante persone anche da fuori disposte a parcheggiare anche a Portovecchio pur di comperare in uno spazio storico, ovviamente senza automobili, magari facendo quattro “ciacoleâ€.

Il commercio oggi è in crisi non solo nel centro storico e non solo in Italia ma in quasi tutto il mondo per tre motivi che nulla hanno a che fare con l’amministrazione di Portogruaro:
1- esiste una crisi economica mondiale che ha ridotto il livello di ricchezza e dunque la capacità di spesa di noi tutti;
2- il commercio è diventato globale e senza regole, perciò tutto il mondo è in concorrenza, allargando a dismisura non solo il mercato ma sopratutto gli operatori. Il classico esempio è rappresentato dal commerciante cinese che si sta sostituendo ai nostri commercianti in settori come i bar che sono sempre stati parte importante per la nostra società;
3- per vendere c’è sempre più bisogno di avere prezzi bassi e di conseguenza lavorano solo le società, i paesi che permettono lo sfruttamento di milioni di braccianti e noi, Italia, nonostante il continuo tentativo di eliminare qualsiasi diritto dei lavoratori non siamo in grado di competere nei prezzi con l’Asia e con parte dell’Est Europa.

Cosa bisogna fare? In Europa, soprattutto in Francia, per sollevare il commercio dalla crisi, si stanno costruendo le città commerciali (vedi come esempio l’outlet di Noventa di Piave) tentando di imitare ovviamente le proprie città storiche per fornire un prodotto completo con orari flessibili. Si entra con tutta la famiglia, si fanno spese, si guarda il cinema, si gioca a calcetto, si incontrano gli amici, si legge il giornale, si fanno riparare le scarpe, si segue un corso di yoga ecc, ovviamente ci si muove a piedi lasciando fuori le automobili.

A Portogruaro e non solo, la città pregevole dal punto architettonico e storico c’è già, non abbiamo bisogno di crearla: da sempre il centro storico ha funzioni commerciali e non solo, ci manca l’offerta merceologica vasta e coordinata, gli orari flessibili più adatti agli orari dei possibili compratori e la possibilità di passare parte della giornata camminando lasciando l’automobile fuori.

Per l’automobile l’amministrazione comunale ci sta provando dal 1988, per l’offerta merceologica vasta e coordinata e per gli orari flessibili invece non c’è traccia. Vuoi vedere che dopo 25 anni scopriamo che la soluzione del commercio in centro storico non dipende dal Comune ma dai commerciati e dalle loro associazioni di categoria? Accidenti, eppure bastava leggere quello che la stessa ASCOM aveva scritto nello studio del 1993.

Lasciamo stare le contrapposizione politiche, partitiche o elettorali e lavoriamo per attuare il progetto di città commerciale sopra descritto, e allora la ZTL e l’isola pedonale non saranno più la causa della crisi ma l’opportunità della rinascita commerciale e anche culturale.

P.S. E’ più bella la città storica costruita oggi o quella esistente da centinaia di anni che i nostri antenati ci hanno trasmesso e che noi dovremmo trasmettere alle generazioni future? Coraggio.

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Veneto: quanto ci costano le grandi opere? Chi ci guadagna?

16 aprile 2013
Pubblicato da Ermes Drigo

Sai cos’è un “progetto di finanzaâ€? (in inglese “Proiect financingâ€)

Imprenditori privati propongono alla Regione progetti di “Grandi opere†e si fanno anticipare i capitali dalle Banche. La Regione le decide fuori da ogni piano programmatico. Il conto, con gli interessi e lauti guadagni, lo paghiamo noi con le tasse e i pedaggi su strade ed ospedali.

Queste Opere vengono inserite nella “Legge obiettivo†che toglie ogni decisione ai Comuni e ogni controllo alla popolazione: un furto di democrazia. Poi, per evitare modifiche ragionevoli viene inventata una “situazione di emergenza†e imposto un Commissario: per l’autostrada Pedemontana Veneta è l’ing Silvano Vernizzi che diventa esecutore del progetto e il controllore di sé stesso come Dirigente regionale della VIA (Valutazione Impatto Ambientale): una follia illegale. Non solo, ma gli atti del progetto sono stati rigidamente secretati, a tutti anche ai consiglieri regionali trattandosi di concessionaria, impresa privata, ma per un’opera pubblica. In merito è stata interrogata anche l’U.E.

Dentro le Grandi opere ci sono investimenti e speculazioni colossali, scorciatoie illegali e tanta corruzione: di questi giorni sono gli arresti dell’ing. Piergiorgio Baita della ditta Mantovani, W. A. Colombelli e della ex segretaria di Galan, Claudia Minutillo.

I nomi ricorrenti delle ditte “prendi-tuttoâ€, oltre alla Mantovani (capofila anche del Consorzio Venezia Nuova), sono Gemmo Impianti, Studio Altieri, GruppoAstaldi, Pizzarotti, Cis, Net Engineering, Condotte, Fincosit, Adria Infrastrutture. Le persone di spicco che hanno favorito i progetti di finanza: Galan, Lia Sartori, Marchi, Stefanel, Endrizzi, il presidente della Regione Zaia, il vice Zorzato, l’assessore Chisso e il suo dipendente Vernizzi.

Quali sono i principali Progetti di finanza realizzati o programmati?

    Ospedali: “All’Angelo†e Centro Protonico Mestre, Alto Vicentino Santorso (VI), Treviso (ristrutt.), Padova (nuovo), Bassa Padovana, “Della Donna e del Bambino†e Borgo Roma (ristrutt.) Verona.
    Stradali: Autostrada Pedemontana Veneta (VI-TV), Nuova Valsugana (VI), Nogara-Mare (VR-RO), A27 Pian di Vedoia-Longarone (BL), Meolo-Jesolo (VE), Valdastico Nord (VI), Valdastico Sud (VI-RO), tangenziali Verona-Peschiera (VR), Padova-Vigonza(PD) e GRA di Padova (PD). Orte – Mestre, tangenziale delle Torricelle (VR).
    Marittimi: Rigassificatore Porto Tolle (RO), Porto Marghera (VE), Sub-lagunare Ve-Tessèra (VE), Sistema Integrato Fusina Ambiente (VE), Nuovo Porto offshore (VE).

Sai a quanto ammontano e come si pagano i debiti?
La cifra complessiva prevista per questi progetti è enorme.

Per le autostrade ci saranno pedaggi pesanti (come già per Padova-Mestre e Passante). Gli spostamenti in auto saranno quasi tutti a pagamento. Se non ci sarà un sufficiente flusso di traffico, la Regione si impegna a versare la quota mancante alle imprese, che quindi sono a rischio zero: una vera truffa a nostre spese!
Per ospedali e altre opere, le imprese ricevono in concessione i servizi per 30 anni. Quindi pagheremo di più la Sanità non per migliorare il servizio, ma per il guadagno dei costruttori.
Alla fine i costi risultano quasi sempre raddoppiati: per l’Ospedale di Mestre paghiamo 399 milioni invece di 236. E con la crisi, molte opere non verranno neanche completate…

Sai qual è il consumo di suolo nel Veneto?
La diminuzione di Superficie Agricola Totale è di 13.991 ettari l’anno, pari a 38 ettari al giorno (più di 53 campi di calcio).

Il consumo di suolo per urbanizzazioni e infrastrutture varie è di 1.382 ettari l’anno pari a 3.8 ettari/giorno.
Dal 1990 al 2010 la Sup.Agricola Veneta è diminuita del 21.5%, 279.830 ettari.

Ultime due osservazioni
Ricordati:
– queste opere, anche se non sono costruite vicino a casa tua, dovrai pagarle anche tu;
– trovi giusto lasciare in eredità a figli e nipoti i debiti fatti oggi per gli interessi di alcuni gruppi privati, non per il bene comune ma per la devastazione del territorio?
____________

Ecoistituto del Veneto, Forum Salviamo il Paesaggio, AmicoAlbero, Opzione zero riviera Brenta ve, Comitato Ambiente sicuro Noale-salzano ve, Noale ambiente ve,No grandi navi ve, Movimento dei Consumatori veneto, No Mose ve, Osservatorio amianto Mira ve, Coordinamento comitati ambientalisti Lido ve, , Medicina democratica, MultimediaRecords, Mira2030 ve, Comitati No biomasse veneto orientale, Veneziambiente, Lasciateci respirare Monselice e pd, Legambiente, Comitati bassa padovana No biomasse, Beati i costruttori di pace, Salvaguardia idraulaulica del territorio pd-ve, comitato Difesa ambiente padova est, Wwf padova, comitato E noi? monselice pd, Amissi del Piovego padova, Associazione Esposti amianto, Movimento polesano Badia, Coordinamento comitati polesine, comitato Si superstrada-No autostrada Nogara-mare, Alisei silea tv, Comitati riuniti Rifiuti zero-Riciclo totale tv-ve, Mountain Wilderness veneto, Arianova Pederobba tv, Comitati veronesi, Movimento nonviolento, Comitato Fumane futura vr, Coordinamento comitati vicenza, Abc Laboratorio civico romano ezz.vi, Movimento salvaguardia Ambiente Thiene vi, Comitato Presidio S.Pietro Rosà-tezze vi, No Valdastico nord, Comitato No gassificatore Cassola vi, Per altre strade bl

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Vignetta involontaria: Asfittico

15 aprile 2013
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Un asfittico tricolore pende dal davanzale della villa comunale: metafora quanto mai appropriata della nostra malata Repubblica.

Qualcuno intervenga, sostituendo quel cencio scolorito e contorto!

A presto.
Lorenzo

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Le vignette di LB: Batosta

8 marzo 2013
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Batosta

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