La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Diario elettorale: Martedì 16 giugno 2015 (+2)

16 giugno 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
è finito anche il secondo turno elettorale, il ballottaggio tra il primo ed il secondo arrivato, ovvero Marco Terenzi della coalizione di centrosinistra e Maria Teresa Senatore, già candidata sindaco del gruppo con quattro liste dove primeggiava la Lega Nord, ma diventata in seguito agli apparentamenti leader di una batteria di ben undici liste. Ebbene, questa accozzaglia, perché obiettivamente è difficile chiamarla coalizione, un’espressione con un significato chiaro nella lingua italiana, ebbene questa cosa qui ha vinto e in maniera chiara. Non possiamo quindi disconoscere la loro gioia ed emozione, dopo tante delusioni e sconfitte. Mentre per noi, per me, è stato come quella volta che sono caduto di brutto e mi sono rotto la clavicola.

Fu un intoppo pensai, era l’11 marzo 1951, alla Milano-Torino. Ricordano che sorridevo anche quando mi operarono. Ma non fu proprio così. Era piuttosto il segnale che sarebbe stato un brutto anno. In bicicletta, come nella vita di tutti e quindi anche in politica, le disgrazie non vengono una tantum. Bisogna saper leggere i segnali deboli e prepararsi al peggio.

Intanto quell’intoppo non mi fece entrare in forma per il Giro, dove arrivai quarto, fuori podio. Ricordo che vinse Fiorenzo, davanti a Rik e a Ferdi. Ma poi, quello fu per me un anno semplicemente tragico, da dimenticare. Il 29 giugno, al Giro del Piemonte, mio fratello Serse infilò la ruota nelle rotaie del tram di Corso Casale, a Torino, forse a due chilometri dal traguardo. Aveva preso una grande botta in testa, ma non sembrava nulla di grave, invece in albergo entrò in coma e non si svegliò più. Il mio fratello, 28 anni, mio gregario, morto in bicicletta. Nei giorni, nelle settimane, nei mesi seguenti, credevo di morire anch’io. Anzi lo speravo.

Decisi di partecipare al Tour proprio per non pensare a niente. Pedalavo però con la testa piena di nuvole, come in cielo. Vinse senza problemi Hugo con 22 minuti su Raphaël. Gino arrivò quarto, anche lui fuori podio, ma difese con Fiorenzo, settimo, la dignità della squadra italiana. Lo fece bene anche Serafino Biagioni, che vinse ben due tappe e indossò la maglia gialla per un giorno. Io invece arrivai decimo, a quasi 50′, una vergogna. Ma ebbi anch’io uno sprazzo d’orgoglio, vincendo bene la tappa alpina Gap-Briançon. Poi finii l’anno come l’avevo cominciato. Ma poi venne l’inverno, quello che serve ad un corridore per resettare tutto e ripartire. Venne il 1952, e fu forse il mio anno migliore, con la seconda doppietta Giro-Tour.

Così ti saluto, caro diario, invitando i miei amici della Bicicletta a fare qualcosa di simile. Hanno perso di brutto? Continuino a pedalare come sanno fare e hanno sempre fatto. Mentre pedalano pensino a tutto ciò che è successo, agli errori, ai problemi esterni, perché si può cadere per sottovalutazione di un percorso ma anche per caso, per fatalità, perché le cose stanno andando in un modo che non dipendono solo da noi. Però non scendano mai dalla bicicletta, cioè dalla dura gara. Mantenendo le gambe sempre pronte, usino la testa per fare esperienza degli errori. Il loro 1952 arriverà, forse prima di quanto sperino loro stessi.

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Diario elettorale: Martedì 9 giugno 2015 (+9/-5)

9 giugno 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
come volevasi dimostrare, hanno riconosciuto quasi tutti il legame di parentela, magari di primo o di secondo grado, ma sufficiente a migliorare la loro posizione in Consiglio comunale, l’unico vero scopo del misero giochetto.

Mentre Terenzi annunciava che non si sarebbe apparentato con nessuno, anzi l’avrebbe fatto con gli elettori, perché non si può buttare un’intera impostazione ideale e morale, una visione della politica come ascolto, partecipazione e progettualità responsabile, un’esperienza amministrativa, su cui magari riflettere e senz’altro da migliorare, ma frutto di grande serietà ed applicazione, una coalizione costruita col confronto, la discussione a volte dura, ma sempre finalizzata ad allargare i partecipanti ai vari progetti, non si può mettere in discussione un simile sforzo perché qualcuno vuol saltare sul carro in corsa.

Ebbene, a destra si è invece messa insieme un’accozzaglia di personaggi che sembravano incompatibili. Sembravano, ma adesso sembra che vadano d’accordo. Per esempio, Angelo Morsanuto, che era assessore di Antonio Bertoncello e che si è messo in corsa con un accordo tra fuoriusciti dal Pd (con Morsanuto c’erano una decina di personaggi dell’area renziana, certo fomentata da chi – in seguito a vicende interne al Pd – non ha trovato posto come candidato né in comune né in regione) e fuoriusciti dalla destra, in nome del superamento delle ideologie, naturalmente. A capo di questi Giorgio Barro, una specie di zelig della politica locale. Per esempio, Gastone Mascarin, che era già in Consiglio comunale e che è meritatamente riconosciuto come un forte rappresentate della destra locale, nelle idee e nelle forme. Per esempio, Luigi Toffolo, un apprezzato medico di famiglia, un signore che certo non indosserebbe mai la camicia nera perché porta il papillon anche d’estate come chiaro simbolo di nobiltà d’animo e di distinzione umana prima che politica.

Maria Teresa Senatore, con Giorgio Barro e Angelo Morsanuto, con Gastone Mascarin e Luigi Toffolo (che però proietta sempre l’ombra di Graziano Padovese), li vedete a gestire un progetto di città futura? Pensa caro diario, a cosa siamo arrivati a Portogruaro col post berlusconismo: si accetta tutto per sistemare il culo, ma non sulla sella, su una poltrona, una carèga come dicono da queste parti (deriva dal greco, una volta non esisteva, ma oggi la chiamano καρέκλα, carecla).

Comunque noi siamo sempre pronti, già in sella, come sempre. A presto dunque.

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Diario elettorale: Sabato 6 giugno 2015 (+6/-8)

6 giugno 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
ti avevo promesso l’analisi del voto del primo turno a Portogruaro, ma mi sono accorto che non c’è molto tempo per riflettere su queste cose. Anzi è proprio come in corsa, più si pensa e meno si pedala. E serve proprio pedalare. Anche perché questo ballottaggio probabilmente sarà tutt’altro che una garetta ricreativa, quella per mettere in mostra il vincitore del Giro, ma proprio la seconda parte fondamentale dell’intera stagione. Diciamo che è come fare al Tour, subito dopo il Giro, L’Alpe d’Huez e il Tourmalet insieme, e sempre con Jean Robic attaccano ai marroni. Ne so qualcosa.

Ormai siamo prossimi ai cosiddetti apparentamenti, vale a dire a quella fase tra i primo e secondo turno in cui alcuni personaggi della politica locale che si erano divisi per ragioni apparentemente politiche o addirittura di principio si rimangeranno tutti i loro propositi pur di sedersi in maggioranza, cioè dieci contro sei, ma attorno ad un tavolo ben più importante.

Questi signori sono divisi su tutto. A livello nazionale l’Ncd di Paolo Scarpa è al governo col Pd, ma qui da noi l’ha appoggiato Daniele Stival che adesso in Regione è con Tosi, ma anche Fratelli d’Italia che non sopporta la leadership della Lega di Salvini, che li chiamava Fardelli d’Italia.

Per non dire del livello locale, dove Gastone Mascarin era uscito da un gruppo appena abbozzato perché non ci stava a fare liste con fuoriusciti dal Pd, ma Antonio Matera l’aveva salutato olimpicamente: «Ci dispiace per Mascarin, ma noi andiamo avanti con determinazione per portare avanti un progetto politico nuovo, senza divisioni novecentesche tra destra e sinistra». Adesso forse si ritroveranno tutti insieme appassionatamente, Mascarin e Matera, Barro e Morsanuto. Che squadrone! E tutti insieme saranno guidati dalla Lega della Maria Teresa Senatore, cioè di Luca Zaia, cioè di Matteo Salvini.

E Luigi Toffolo, cioè Graziano Padovese? Scommettiamo che quest’ultimo, già socialista, poi fiero della sua indipendenza civica (“siamo l’unica lista civica di Portogruaro”, sparava qualche settimana fa il neo-politico Toffolo in sala del Caminetto), anzi della sua distanza dai partiti, si apparenterà con Lega Nord, Ncd, Forza Italia, Fratelli d’Italia, tosiani (non so neanche come si chiamano), superatori del Novecento e chissà quant’altri?

Domani, domenica 7 giugno questi giochetti saranno finiti. A presto dunque, caro diario.

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Diario elettorale: Mercoledì 3 giugno 2015 (+3/-11)

3 giugno 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
lo so che sono un po’ in ritardo con le considerazioni sulle elezioni, ma i dati definitivi delle regionali sono disponibili solo da ieri, martedì 2 mattina, e quelli delle municipali non sono ancora completi, così non ce l’ho fatta a sintetizzare tutto. O meglio, ho chiaro cos’è successo sia in Veneto che a Portogruaro, ma ho preferito dormirci un po’ sopra. Tanto qui non servono tanti commenti, ma soprattutto buoni auspici.

E per questi abbiamo ancora un po’ di tempo. A domani.

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Diario elettorale: Lunedì 1 giugno 2015 (+1/-13)

1 giugno 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
abbiamo dunque archiviato il Giro e virato il primo turno delle elezioni portogruaresi. Direi senza grandi sorprese al Giro, mentre per le elezioni dobbiamo aspettare ancora qualche ora.

Al Giro si sapeva infatti che – salvo particolari eventi tipo cadute – Alberto Contador avrebbe fondato la sua vittoria sulla cronometro. Ma poi è stato bravo ad approfittare di un infarto d’umore di Fabio Aru per mettere la giusta distanza. Sono state decisive tre tappe, le 14, 16 e 18). La cronoscalata Treviso-Valdobbiadene (14), quando lo spagnolo è arrivato terzo ma a soli 14″ dal primo, il bielorusso Vasil’ Kiryenka, e si è ripreso la maglia rosa persa il giorno prima a causa di una caduta. Qui ha dato 2’47” ad Aru, un un tempo che risulterà decisivo. Dopo un interlocutoria tappa 15, la Marostica-Madonna di Campiglio, con tre gran premi della montagna, ma dove si è difeso bene, guadagnando anzi altri 7″sul sardo, c’è stata la 16, la Pinzolo-Aprica, con cinque gran premi, dove è arrivato ancora terzo a 38″, ma dove ha guadagnato altri 2’17” su Aru, che ha perso anche il secondo posto, finendo a 4’52” dal leader. E infine la tappa 18, la Melide (CH)-Verbania, con un solo gran premio, ma dove ha guadagnato ancora 1’13” su Aru, finito così in classifica a ben 6’05”.

Ti ho già scritto, caro diario, come il nostro grande sardo abbia poi recuperato il 2° posto sul podio con grandi prestazioni su due tappe, la 19 e la 20, riportandosi in classifica secondo a 2’02”. Ma ormai la corsa era finita, mancava solo la 21, la tappa Torino-Milano.

Non ti ho ricostruito tutto per pedanteria, ma per trarne una considerazione, anzi due, e semplici. La prima è che si può ancora vincere un Giro senza vincere una tappa (ti ricordi Franco Balmamion? nel 1962 e 63 ne vinse due così). La seconda è che per vincere la corsa a tappe non bisogna arrivare sempre davanti ai propri avversari, qualche volta si arriva prima, qualche volta dopo. L’importante è arrivare davanti e trarne vantaggio quando è possibile farlo, senza scrupoli o presunte permanenti superiorità.

Lo stesso vale anche in politica, caro diario, quindi anche per le elezioni. Ma qui la corsa finisce tra dodici giorni e abbiamo il tempo di tornarci sopra, prima di tutto cercando di capire cos’è successo al primo turno.

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Diario elettorale: Sabato 30 maggio 2015 (-1)

30 maggio 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
oggi, giorno di pausa e silenzio elettorale, è successo qualcosa di molto bello al Giro che pareva già finito. Guarda qua.

E’ successo proprio quello di cui abbiamo bisogno tutti, uomini e ciclisti, vivi e morti. E’ successo che Fabio Aru, che ha il cuore grande come l’isola in cui è nato, la Sardegna, ha dato il massimo creando non pochi problemi al grande Alberto Contador. La maglia rosa è infatti arrivata a Sestriere a 2’25” e ora rimane sì piuttosto tranquilla, ma con Aru secondo in classifica a soli 2’02”.

Senza dubbio Contador ad un certo punto, non avendo le gambe, ha usato la testa e ha concluso la tappa salvando la classifica con palese soddisfazione manifestata sul traguardo.

Anch’io confesso la mia quasi completa soddisfazione, in sintonia col pubblico sia del Colle della Finestre (2.178 metri, la mia cima) che al Sestriere. Per essere completa avrei dovuto vedere passar per primo Fabio sia sul primo che sul secondo traguardo della montagna, che avrebbe significato un’impresa di altri tempi, tipo i miei.

Ma che abbiamo vinto entrambi, il cuore di Aru la tappa e la testa di Contador il Giro, domani permettendo, non è da deprecare. Il nostro sardo ne saprà far tesoro per le prossime corse.

Cuore e testa, caro diario, servono anche nelle elezioni, ma queste sono un mistero gaudioso a risultato ritardato, chi ne ha messi di più lo si saprà solo il giorno dopo. Ma ormai ci siamo. A presto.

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Diario elettorale: Venerdì 29 maggio 2015 (-2)

29 maggio 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
l’impresa odierna di Fabio Aru, ancorché non storica, è molto bella e anche interessante dal punto di vista sia umano che elettorale. La soddisfazione di staccare la maglia rosa Contador ed il secondo in classifica, nonché suo compagno di squadra, Landa, di riprendersi così il 2° posto, anche se non sarà migliorabile, salvo incidenti da non augurare a nessuno, è notevole. E il giovane sardo saprà far tesoro anche di questo.

E io credo che alle elezioni portogruaresi capiterà la stessa cosa. All’ultimo minuto, per qualche ragione meno chiara che nel ciclismo, qualcuno arriverà secondo anziché terzo e potrà probabilmente fare il ballottaggio.

Qui però non sappiamo ancora chi arriverà primo, chi secondo e chi terzo. Ma come al Giro, ormai manca poco. A presto dunque.

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Diario elettorale: Giovedì 28 maggio 2015 (-3)

28 maggio 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
ormai siamo alla fine della corsa e al Giro come alle elezioni portogruaresi si è visto chi ha più gambe e più testa. Però, mentre al Giro non dovrebbero esserci sorprese, salvo gli impoderabili possibili con la bicicletta, alle elezioni comunali è assai probabile che ci sia una gara supplementare.

Al Giro, infatti, Alberto Contador nella cronoscalata di Montebelluna e nella tappa del Mortitolo ha dimostrato tutta la sua matura classe. Persi presto per strada personaggi come Rigoberto Uran, secondo negli ultimi due giri, e Richie Porte, un pallone gonfiato dagli interessi televisivi (Sky), alla vigilia di queste tappe fondamentali pareva rimanere in corsa solo il nostro Fabio Aru, ma oggi tutto è più chiaro. In realtà, solo un buon Mikel Landa ha detto qualcosa di diverso, ora è secondo a 4’02”, invece Aru è a 4’52” e può solo difendere il terzo posto, cioè il podio. Ma anche le sconfitte, anzi soprattutto quelle, servono per crescere. Invece e purtroppo, caro diario, non si è vista nessuna impresa solitaria, anche i tempi di Marco Pantani sono ormai lontani, figurarsi i miei.

Al Giro dunque è stato detto quasi tutto, alle elezioni invece si dà per scontato che ci sarà un’altra corsa, il ballottaggio. Ma tra chi? Non è una cosa certa come poteva esserlo in passato. Ma ormai mancano pochi giorni, far pronostici non serve a niente. Direi di aspettare gli ultimi passaggi.

Intanto ti descrivo un quadretto pubblico. E’ la patetica raccolta di posizioni fatta da La Nuova Venezia che ha rivolto ai candidati sindaco solo e sempre cinque domande uguali su: perché è candidato, rapporti con la Città metropolitana, economia e lavoro, unione/fusione dei comuni, ospedale. Tutti hanno dato risposte puntuali, come se il progetto generale fosse già pronto e si trattasse di dare una sistematina, una limatina, allo stesso manufatto. Naturalmente ci sono state pieghe diverse, c’è chi ha più a cuore la salute ed il lavoro, chi più il lavoro ed il turismo, chi più il turismo ed il commercio. Quest’ultimi si sono manifestati con precisione verso l’abolizione della ZTL, un elemento sui cui svaporano tutte le idee strategiche (se ne hanno) o sui cui si esercita una specie di rituale taumaturgico.

Un’inciso, caro diario, una parte che si dovrebbe sviluppare meglio. Nessuno degli intervistati dalla Nuova ha esposto una strategia alternativa, cioè un disegno diverso per il lungo periodo. Per averne traccia si deve andare al sito che ci ospita, dove i Rossoverdi della Bicicletta lanciarono #unaltraidea per Portogruaro per arrivare a cinque progetti di città: laica e dei diritti, solare, della scuola, del lavoro utile, partecipata. Sono progetti che non riguardano solo l’amministrazione ed i collegamenti con altri livelli e competenze tecniche, ma che si fondano sulla tolleranza di idee diverse e sulla cooperazione, ma soprattutto sulla partecipazione attiva dei cittadini. (Qui serve proprio la vecchia sottolineatura.) Questi progetti sono stati recepiti solo in parte dal programma della coalizione che vuole Marco Terenzi sindaco, così piena di tante – forse troppe – parole.

Tornando all’inchiesta a puntate della Nuova, non si è letto né coraggio né fantasia né spirito, salvo oggi, grazie ad un chiaro refuso. A pagina 35 erano affiancate le risposte dei due candidati più rappresentativi, senza mancare di rispetto a nessuno, a sinistra Marco Terenzi e a destra Paolo Scarpa Bonazza Buora, che però non vuole essere chiamato col suo nome intero, credo d’intuire perché. Accanto alle foto dei due  leader c’è anche “la scheda”, una raccolta sintetica di dati e di curiosità. Solo che la prima parte è corretta, mentre la seconda è invertita tra i due. Io me ne sono accorto non tanto dal reddito dichiarato, invertito con 150mila euro a Terenzi e 92mila a Scarpa, o sull’auto (Jeep al primo e Fiat Croma al secondo), ma sulle letture, invertite con “Le memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar a Terenzi e “Impresa responsabile” di Stefano Zamagni a Scarpa. Poverini, non li invidio comunque. Terenzi probabilmente legge solo per lavorare meglio, cioè studia sempre, mentre Scarpa probabilmente rilegge da anni sempre lo stesso libro per dimenticare un mondo in cui è stato tanto potente, ma che capisce essere ormai alla fine. In fondo è un doping accessibile ed economico.

Per la verità e per finire, caro diario, questa lunga pagina, per un momento ho pensato che r.p. (poverino anche lui, che mestiere, quando non descrive incidenti è costretto a fare sempre le stesse ottuse domande) avesse invertito anche l’ultima risposta, quella sull’ospedale. Infatti Scarpa inizia così: “L’ospedale di Portogruaro non si tocca. Semmai si potenzia.” Mentre Terenzi finisce così: “Se poi la Regione insistesse sull’ospedale unico è razionale e logico pensare alla sua collocazione a ridosso del confine con la Regione Friuli.” E qui devo fare un appello ai miei amici rossoverdi: ma non avete ancora convinto Terenzi che l’ospedale unico non ha senso? Ma forse è un’astuzia verbale del capo del centro-sinistra. E’ una delle maniere più eleganti per far sapere che è convinto che la Moretti non ce la farà a battere Zaja o un classico lapsus freudiano, il che non cambia la sostanza ma solo il ruolo dell’inconscio, già fatale per Scarpa.

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Diario elettorale: Mercoledì 20 maggio 2015 (-11)

20 maggio 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
al Giro è finalmente successo qualcosa d’interessante, seppur strano (come al solito le situazioni si possono leggere in almeno due modi). Ieri infatti, nel finale della tappa che portava a Forlì, vinta dal sandonatese Nicola Boem, l’australiano Richie Porte, nativo della Tasmania (un’isola ed uno stato australiano), leader del team Sky, è stato aiutato dal suo amico e connazionale Simon Clarke dell’Orica GreenEdge, che gli ha passato la ruota della sua bici perché lui aveva bucato. E gli ha anche dato una spinta per ripartire. Così oltre a perdere 47″, la giuria gli ha dato altri due minuti di penalizzazione che potrebbero essergli fatali nella graduatoria finale.

Sulla stampa sportiva la cosa è stata assai commentata, sia in termini di regolamento che in termini di etica sportiva. Chi sottolinea il fair play, chi lo strano isolamento di Porte. Com’è possibile che il capitano di un squadra non abbia nelle vicinanze né un gregario né l’ammiraglia? I maligni parlano di rapporti freddi tra capitano e resto della squadra, col primo piuttosto maniaco ossessivo ma coccolato dai dirigenti che lo mettono, ma solo lui, sull’elicottero per fargli risparmiare la trasferta più lunga, e altro ancora. Insomma, bisogna star attenti, quando c’è un evento che sembra semplice e lineare, come una foratura e l’aiuto generoso di un amico, che la cosa più esser assai più complessa.

Uno dei miei maestri, Edgar Morin, mi ha insegnato che la realtà è sempre complessa e che i momenti di crisi “aggravano le incertezze e favoriscono gli interrogativi” (Come vivere in tempi di crisi?, BookTime, Milano 2011, pp. 5-26), e ancora:

Per capire quel che succede e sta per succedere a questo mondo, occorre avere una certa sensibilità per l’ambiguità. Che cos’è l’ambiguità? L’ambiguità si traduce nel fatto che una realtà, una persona e una società, si presentano sotto l’aspetto di due verità diverse e opposte, o comunque si manifestano con due facce, di cui non si sa quale sia quella vera. (…) La seconda cosa necessaria da comprendere è l’ambivalenza. Quando una situazione presenta due ordini di valori diversi e a volte addirittura contrari, questa situazione è ambivalente. (…) Si può discutere a lungo sui fatti e misfatti della globalizzazione, ma io credo che la miseria sia il dato dominante. Ciò che è importante, tuttavia, è la sua profonda ambivalenza (…). La globalizzazione è tutto quel che di meglio e di peggio vi è nello stato di cose. (…) La sfida della globalità è una sfida della complessità. (…) Il più grande apporto di conoscenza del XX secolo è stata la conoscenza dei limiti della nostra conoscenza. L’incertezza è il nostro terreno (…). L’incertezza cognitiva e l’incertezza storica. (…)

Per quel che ci riguarda, la probabilità è che noi stiamo andando verso l’abisso. (…) Siamo forse giunti a una tappa, che sia preludio a una metamorfosi da cui potrà nascere una società-mondo di nuovo tipo? (…) Ma perché no? Nella storia vediamo che grandi eventi, cominciano in tono minore: in Galilea il cristianesimo è il credo di una dozzina d’apostoli, prima di diventare una religione universale. Un profeta cacciato dalla Mecca si rifugia a Medina e diventa il fondatore di una religione. (…) Il presente, il reale, non è ciò che appare stabile. Essere realisti: che utopia! Bisogna essere aperti alle minuzie, all’inatteso. (…) La presa di coscienza del rischio può stimolare le difese; bisogna scommettere. (…) L’incertezza è stimolante perché induce a scommettere e a elaborare una strategia. Non bisogna certo andare avanti in modo passionale irriflessivo, ma agire sì. Una scommessa, un piano strategico, e avanti!

E non pensare, caro diario, che abbia divagato tanto. Dopo qualche giorno di pedalate a vuoto, cioè di vacanza, ho solo ripreso a usare la testa. Adesso siamo pronti per l’ultima parte della corsa.

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Diario elettorale: Sabato 9 maggio 2015 (-22)

9 maggio 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
oggi comincia il 98° Giro d’Italia che finirà il 31 maggio, in perfetta sincronia con la corsa elettorale a Portogruaro. Al Giro ci sono dei chiari favoriti, ma la situazione è piuttosto strana, una volta sarebbe stata considerata inconcepibile.

Infatti, il grande favorito è Alberto Contador, lo spagnolo di 33 anni, che fu vincitore nel 2011 di un Giro poi revocato per doping. Contador ha vinto anche tre Tour (2007-2008-2010, ma quest’ultimo è pure stato revocato) e tre Vuelta (2008-2012-2014). La sua sfida è vincere Giro e Tour nello stesso anno, cosa che non si vede dal 1998 con Pantani. Dall’esterno questa scommessa appare assai ardua, poiché si guarda a lui come uno che si è aiutato illegalmente, ma come ignorare le esigenze delle gare sportive più dure e più umane?

Comunque, i suoi due antagonisti principali sono il colombiano Rigoberto Urán, 28 anni, secondo negli ultimi due Giri, e il giovane italiano Fabio Aru, 24 anni, terzo al suo esordio dello scorso anno.

Forse si potrebbero scorgere delle analogie con la corsa elettorale portogruarese, con il vecchio controverso protagonista che si è costruito attorno uno squadrone di quattro liste, contro le nuove leve, già testate e pronte a dimostrare tutto il valore loro e dei loro squadroni. Vedremo dunque, assisteremo con interesse a queste due competizioni, anche se io faccio chiaramente il tifo per uno dei nuovi.

Purtroppo bisogna anche segnalare un problema eterno ma sempre fastidioso. I cronisti della corsa portogruarese, alcuni adesso si chiamano blogger, non sono affatto neutrali, anzi. E’ naturale fare il tifo, ma basterebbe dichiararlo. Invece alcuni partecipano subdolamente per certi corridori, magari considerati oggi non favoriti, con cronache molto selettive, ma in questo modo vengono aiutati, incoraggiati, avvicinati da nuovi gregari, sempre utili in una corsa a tappe.

Vedremo nel prosieguo, caro diario, abbiamo davanti tre settimane.

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