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Diario elettorale: Lunedì 1 giugno 2015 (+1/-13)

1 giugno 2015
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,
abbiamo dunque archiviato il Giro e virato il primo turno delle elezioni portogruaresi. Direi senza grandi sorprese al Giro, mentre per le elezioni dobbiamo aspettare ancora qualche ora.

Al Giro si sapeva infatti che – salvo particolari eventi tipo cadute – Alberto Contador avrebbe fondato la sua vittoria sulla cronometro. Ma poi è stato bravo ad approfittare di un infarto d’umore di Fabio Aru per mettere la giusta distanza. Sono state decisive tre tappe, le 14, 16 e 18). La cronoscalata Treviso-Valdobbiadene (14), quando lo spagnolo è arrivato terzo ma a soli 14″ dal primo, il bielorusso Vasil’ Kiryenka, e si è ripreso la maglia rosa persa il giorno prima a causa di una caduta. Qui ha dato 2’47” ad Aru, un un tempo che risulterà decisivo. Dopo un interlocutoria tappa 15, la Marostica-Madonna di Campiglio, con tre gran premi della montagna, ma dove si è difeso bene, guadagnando anzi altri 7″sul sardo, c’è stata la 16, la Pinzolo-Aprica, con cinque gran premi, dove è arrivato ancora terzo a 38″, ma dove ha guadagnato altri 2’17” su Aru, che ha perso anche il secondo posto, finendo a 4’52” dal leader. E infine la tappa 18, la Melide (CH)-Verbania, con un solo gran premio, ma dove ha guadagnato ancora 1’13” su Aru, finito così in classifica a ben 6’05”.

Ti ho già scritto, caro diario, come il nostro grande sardo abbia poi recuperato il 2° posto sul podio con grandi prestazioni su due tappe, la 19 e la 20, riportandosi in classifica secondo a 2’02”. Ma ormai la corsa era finita, mancava solo la 21, la tappa Torino-Milano.

Non ti ho ricostruito tutto per pedanteria, ma per trarne una considerazione, anzi due, e semplici. La prima è che si può ancora vincere un Giro senza vincere una tappa (ti ricordi Franco Balmamion? nel 1962 e 63 ne vinse due così). La seconda è che per vincere la corsa a tappe non bisogna arrivare sempre davanti ai propri avversari, qualche volta si arriva prima, qualche volta dopo. L’importante è arrivare davanti e trarne vantaggio quando è possibile farlo, senza scrupoli o presunte permanenti superiorità.

Lo stesso vale anche in politica, caro diario, quindi anche per le elezioni. Ma qui la corsa finisce tra dodici giorni e abbiamo il tempo di tornarci sopra, prima di tutto cercando di capire cos’è successo al primo turno.

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