La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Nessun tracciato

6 marzo 2011
Pubblicato da Ermes Drigo

Meno traffico per un vero sviluppo

Sono un architetto, sono abituato a progettare, in ogni mio lavoro bene o male cerco di risolvere un problema posto da altri. «Vorrei sistemare la casa, architetto, inserire il fotovoltaico, si può fare? e cosa devo fare?». Normale, posto un problema si cerca la soluzione ideale.

Con la TAV e/o TAC la metodologia è contraria. Nessuno di noi ha mai chiesto una ferrovia nuova, casomai aumentare il numero di corse dei treni, avere le coincidenze che ti permettono di arrivare in tempi certi. Abbiamo sempre chiesto un buon servizio di trasporto pubblico che non si fermi se non nelle stazioni esistenti. Abbiamo sempre chiesto di completare le infrastrutture esistenti, in questo caso la metropolitana di superficie la cui fermata ben troneggia nell’attuale stazione ferroviaria di Portogruaro. Abbiamo chiesto di avere meno traffico automobilistico, di fare andare le merci per mare o ferrovia, di vivere e respirare meglio.

Di cosa stiamo discutendo oggi ? Di quale tracciato usare per costruire  una nuova linea ferroviaria dalla Russia al Portogallo per far muovere velocemente le persone e le merci.

Folle il modo di operare e folle la discussione. Domandiamo un treno che fermi nelle stazioni esistenti e ci propongono un treno velocissimo che non si ferma. A cosa serve un treno velocissimo che non si ferma? Anziché discutere se serve un progetto di questo genere siamo studiando il percorso migliore, il tracciato meno impattante.

Perché tutto ciò? Perché non c’è logica nella gestione del nostro delicato territorio? Perché non operiamo per risolvere i problemi esistenti, anzi li aumentiamo.

Viviamo in un paese stretto e lungo, percorso da tanti corsi d’acqua, frammentato in tante piccole ed efficienti comunità. Abbiamo un paese che possiede immensi giacimenti culturali, storici, architettonici, sociali da preservare. L’Italia ha un territorio che si muove, che frana, è occupata per quasi tutta la sua lunghezza dagli Appennini e a nord dalle Alpi. Abbiamo insomma un territorio importante e fragile sul quale bisogna agire con molta cautela. Un territorio vecchio, pregevole, simile ad un corpo umano dove ogni operazione va fatta per preservare e non per distruggere.

Quale nuova arteria, tracciato, è compatibile con questo territorio? Nessuno. Non c’è soluzione tecnica ad una impostazione culturale di sviluppo sbagliata; ovunque si pensi di realizzarla questa nuova arteria sarà invasiva, creerà disastri ambientali e sperpero dei pochi soldi pubblici a disposizione. Quale sviluppo porterebbe eventualmente una arteria che viaggia a 250 km/ora e che si ferma solamente ogni 100 km, forse,  inadatta al traffico merci? A chi andrebbero i vantaggi, se ci sono, di questo progetto?  Quale vecchia mente può fare una equazione fra nuova arteria e sviluppo per la società?

Cominciamo invece a pensare ad uno ‘sviluppo’ possibile; proviamo a pensare che per mantenere un buon livello di vita bisognerà progettare ed attuare una ‘decrescita’. Cioè progettare un modo di vivere che riduca il traffico meccanico privato, che consumi meno energia, cioè più efficiente, che non produca rifiuti, che utilizzi il suolo per sfamare e non per costruire edifici inutilizzabili garantendo a tutti il minimo indispensabile per non morire di fame e di sete. Uno ‘sviluppo’ che prescinda dal PIL  e per un territorio che non ha bisogno di nuove grandi opere ma di preservare, valorizzare e sistemare il pregevole ambiente che abbiamo ereditato e che lasceremo al futuro.

Pensiamo a tutto ciò ricordando tutte quelle parti del mondo che hanno diritto a vivere e che di conseguenza aumenteranno la produzione di rifiuti e l’uso di materia prima. O ci prepariamo alla decrescita in modo consapevole e felice oppure saremmo travolti da miseria e violenza.

Tracciato sud o nord ?

 

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Treno ad Alta Voracità/Alta Contraddizione

4 marzo 2011
Pubblicato da Ivo Simonella

Gentile sig. TAV,

la sentii nominare già una ventina di anni fa, da allora la sua venuta sembrava sempre lontana, invece prima di Natale è passato a trovarmi e mi ha detto: piacere, mi chiami pure sig. TAC.

Il suo padrino, il noto sig. CHISSO ci aveva annunciato il suo arrivo, ma ci aveva raccontato di non preoccuparci, tanto avevamo ancora un anno e mezzo di tempo prima di decidere il suo destino, e che il suo principale incarico sarebbe stato quello di trasportare merci piuttosto che passeggeri, nel frattempo però l’altro suo padrino, il più importante sig. ZAIA, firmava un accordo a tuttoTONDO con la Regione Friuli decidendo già anche per noi: percorso basso e affiancamento all’autostrada da Lison al confine regionale.

Io sono d’accordo che ci deve essere una politica sulla mobilità che punti a trasferire le merci da gomma a rotaia, è una necessità prima di tutto per la nostra salute, poi, se proprio si vuole, anche per l’economia, ma qui ci sarebbe tutto un altro discorso da fare: il modello di sviluppo vogliamo che continui ad essere questo? Pensiamo che sarà ancora lo stesso nel 2050, quando sig. TAV lei sarà  completamente operativo… come dicono?

Più mi interesso di Lei, però, sig. TAV, più emergono contraddizioni, dubbi, voglia di comprendere, per cui Le pongo qualche domanda.

  • E’ proprio necessario arrivare ai 250 all’ora fra 40 anni su una linea nuova o possiamo accontentarci di arrivare a 160 all’ora fra 10 anni sulla linea attuale?
  • Perché non mi dice come pensa realmente di trasferire poi le merci da gomma a rotaia? Se l’attuale liberismo sfrenato continuerà ad essere l’unico sistema di regolazione economica, il trasporto su gomma rimarrà più conveniente, o no?
    E quali e quante saranno queste merci?
  • Persone molto più esperte di me dicono che si può migliorare di molto la linea storica, fino a far circolare i treni ad oltre i 150 all’ora e a farne passare molti di più di quelli che passano oggi: è vero?
  • Ma se devo aspettare fino al 2050 per la sua totale messa in funzione, fino ad allora le nostre ferrovie restano quelle che sono? Non è meglio prima investire lì?
  • La Comunità Europea ci dice di migliorare i collegamenti del Corridoio V, ma non ci dice in che modo farlo, perché ha scelto questo sistema così invasivo, anzi devastante?
  • Mi spiega che senso ha fermarsi negli aeroporti? Per caricare le merci certo che no, e per i passeggeri? Scendo dall’aereo e prendo la TAV per andare a Milano? Io andrei in aereo direttamente a Milano. Per andare e tornare dall’aeroporto? Sarà più utile certamente andarci con la metropolitana di superficie.
  • Perché nei suoi studi non ha analizzato i costi e benefici delle diverse ipotesi?
  • Perché fino ad ora nessun treno merci è mai transitato sulle linee AV/AC già realizzate?
  • Come si concilia il fatto che noi sulla TAV/TAC vogliamo portare le merci mentre in Spagna e in Francia sulle linee già costruite possono passare solo treni passeggeri?

Caro sig. TAV detto TAC, non può decidere lei come e dove passare. Se non vuole un’altra Val di Susa il suo amico ZAIA deve capire che noi tutti siamo cittadini e non sudditi e che vogliamo capire e poter decidere per il bene del nostro territorio: l’ineffabile perito enologo presidente dice sempre che dobbiamo essere “paroni a casa nostra” e allora perché ha già deciso al posto nostro?

Comunque devo ammettere che Lei ha anche degli estimatori, c’è qualcuno che è proprio convinto che non ci sia alternativa, che Lei è un’occasione di sviluppo da non perdere, che Portogruaro dovrà diventare il centro per smistare tutte le merci del pordenonese. Mah! Io non ho certezze anzi faccio mio quello che diceva Voltaire: «Non affermo niente, ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi» – per cui sig. TAV detto TAC, mi aiuti a capire.

Ma intanto, sospendiamo l’iter e ripensiamo il tutto in maniera condivisa!

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Piano casa rossoverde

13 novembre 2009
Pubblicato da Ermes Drigo

Piano Casa per Portogruaro. Proposte rosso verdi

OBIETTIVI GENERALE: Ogni cittadino deve avere la possibilità di VIVERE (abitare, lavorare, spostarsi e ricrearsi) nel nostro territorio, BENE e in PACE.

Obiettivo specifico 1: (Il diritto ad abitare). Relativamente all’abitare, ogni cittadino deve avere la possibilità di usufruire di uno spazio residenziale dignitoso possibilmente rapportato alle sue possibilità economiche e comunque garantito anche ai cittadini senza reddito oppure con basso reddito.

Obiettivo specifico 2: (Il suolo è una risorsa). Il diritto ad abitare deve avvenire senza ulteriore consumo di suolo.

Obiettivo specifico 3: (Costruire bene). Il diritto ad abitare deve essere accompagnato dalla qualità delle abitazioni e di tutti gli immobili costruiti o da sistemare.

Obiettivo specifico 4: (Costruire sostenibile). Il diritto ad abitare deve essere sostenibile inteso come ciclo produttivo che prevede un equilibrio fra le risorse naturali usate e quelle prodotte.

Obiettivo specifico 5: (Costruire a costi ridotti). Il diritto ad abitare può essere esercitato se i costi delle costruzioni da eseguire, da acquistare o da usare in affitto sono ridotti.

Obiettivo specifico 6: (Costruire nella legalità). Il diritto ad abitare deve essere esercitato usando immobili legali, con le relative autorizzazioni amministrative e certificati di abitabilità e o agibilità.

Obiettivo specifico 7: (Vivere con legalità). Il diritto ad abitare deve essere esercitato impedendo l’uso di immobili abusivi e la formazione nel processo produttivo di evasione fiscale.

– Il Piano casa deve perseguire il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati.

– Il comune propone ulteriori limiti e modalità di applicazione delle norme del Piano con lo scopo di raggiungere gli obiettivi sopra riportati.

– Per raggiungere gli obiettivi sopra indicati bisogna svolgere le sottoelencate azioni:

A: Richiedere, a prescindere dall’intervento, alla fine dei lavori, l’agibilità dell’intero edificio, comprensiva di accatastamento, autorizzazione allo scarico fognario, certificazione energetica e sismica.

B: Applicare la possibilità di demolire e ricostruire solo per edifici:

1- fatiscenti;

2- non più compatibili con le zone del piano regolatore;

3- all’interno di aree di degrado.

C: Escludere da qualsiasi premio di costruzione gli immobili ubicati su aree pubbliche (demanio ecc.) e o di uso pubblico.

D: Escludere da qualsiasi premio di costruzione gli immobili ubicati su area agricola non condotti da imprenditori agricoli a titolo principale:

E: Escludere da qualsiasi premio di costruzione gli immobili ubicati su aree vincolate.

F: Escludere da qualsiasi premio di costruzione gli immobili ubicati nel centro urbano di Portogruaro perchè già densamente edificato.

G: Richiedere, a prescindere dall’intervento, la messa in sicurezza sismica dell’edificio con relativa certificazione.

H: Applicare la possibilità del premio di costruzione per gli edifici che comunque, globalmente, abbiano, al termine dei lavori i seguenti valori massimi di prestazione energetica:

1- Residenza: 30 Kwh/mq x anno;

2- Produttivo: 15 Kwh/mc x anno;

3- Servizi, commeriale e direzionale: 10 Kwh/mc x anno.

I: Applicare la possibilità del premio di costruzione per gli edifici che comunque, globalmente, abbiano, al termine dei lavori un punteggio pesato di sostenibilità edilizia almeno pari a 2;

L: Escludere da qualsiasi premio di costruzione gli immobili inseriti in piani attuativi già approvati;

M: Estendere la riduzione del costo di costruzione e degli oneri di urbanizzazione al 100% per i seguenti immobili, anche prima casa;

1- Immobili autosufficienti dal punto di vista energetico (Producono da fonti rinnovabili tanta energia quanta quella richiesta per il funzionamento dell’immobile);

2- Immobili in vendita o affittati a prezzo convenzionato.

 

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