La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Avviato il nuovo progetto rossoverde per Portogruaro

19 febbraio 2015
Pubblicato da La Città Futura

La Lista Rosso Verde La Città Futura ha incontrato il candidato sindaco Marco Terenzi e nelle prossime settimane avvierà con lo stesso un confronto per la possibile definizione di un programma di coalizione.

Nel frattempo, il nostro programma, che si svilupperà attorno a cinque punti (Ambiente, Laicità, Lavoro Utile, Partecipazione e Scuola), verrà completato e definito attraverso una serie di incontri pubblici con gli elettori portogruaresi.

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Sulla candidatura Terenzi

28 dicembre 2014
Pubblicato da La Città Futura

Anche oggi compare sulla stampa locale la notizia che i rossoverdi danno l’appoggio alla candidatura di Marco Terenzi per la successione di Antonio Bertoncello alla carica di sindaco. In particolare, su La Nuova, a pagina 35 e a firma Rosario Padovano, nel quadro di un’articolata descrizione soprattutto della situazione del centrodestra, si scrive che

“Marco Terenzi può godere dell’appoggio delle liste che compongono la giunta. Si tratta di Pd, Città per l’uomo, Lista rossoverde e Cittadini per Antonio Bertoncello che si chiamerà Cittadini per Marco Terenzi. Lo stesso candidato non chiude la porta al Nuovo centrodestra, ma sia il segretario Pietro d’Angelo, che il suo vice Lucio Leonardelli, vogliono un posto da assessore.”

Da parte nostra smentiamo di aver dato alcun appoggio ufficiale a questa candidatura. Chi ci conosce un po’ sa bene che diamo tanta importanza alle persone che ai programmi e che cerchiamo le alleanze possibili con la massima linearità e chiarezza. Sulla candidatura Terenzi sono state finora espresse solo delle opinioni personali, riprese e commentate nei social network, ma non c’è stata alcuna presa di posizione della Lista rossoverde in quanto tale. Abbiamo infatti avviato una discussione interna che verosimilmente non produrrà un decisione prima della fine di gennaio. Preghiamo tutti gli interessati, compresi i più fantasiosi giornalisti, di prenderne nota.

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Ciao Toni

19 novembre 2014
Pubblicato da La Città Futura

Sabato 15 novembre è scomparso Toni Boldarin. La sua figura pubblica ed il ruolo di assessore a San Michele al Tagliamento è stata ricordata al suo funerale. Toccante è stata la testimonianza di suo fratello, in particolare per quanto riguarda la sua passione musicale (vedi anche r.p. su la Nuova del 18 novembre).

Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo. Toni ci è stato molto vicino nel 2009 nella costruzione della nostra lista. Le foto di gruppo ed individuali che compaiono qui sono ancora quelle sue. Così ne abbiamo apprezzato sia l’impegno disinteressato e discreto che il gusto, insomma il suo stile unico.

Grazie Toni. Sei nelle nostre menti e nei nostri cuori. Ciao.

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Un’assemblea tranquilla per un futuro tutto da costruire

18 novembre 2014
Pubblicato da La Città Futura

Domenica 16 novembre abbiamo tenuto in Sala Caminetto della Villa Comunale il primo incontro pubblico in vista delle elezioni municipali 2015.

Abbiamo innanzitutto avuto conferma che della lista LCF c’era (ma c’è ancora) bisogno per portare il dibattito locale su punti cruciali con la giusta sensibilità. Sappiamo però che siamo in un’altra situazione rispetto a cinque anni fa. Oggi siamo alle prese da un lato con una situazione aggravata da anni di crisi economica e, dall’altro, con un quadro politico nazionale altrettanto cambiato, in particolare con la presenza del M5S su alcuni nostri temi e la politica del Pd di Renzi.

Inoltre, vediamo chiaramente che la passione e la partecipazione politica sul nostro terreno sembrano ancor più in difficoltà, mentre siamo consapevoli che sono necessari entrambi. Non si fa politica locale per delega.

D’altronde, la nostra missione non è quella di testimoniare e mantenere un’inalterata identità ideale e politica. Siamo nati attorno ad un progetto per la cui realizzazione dobbiamo cercare le possibili alleanze. Tuttavia, nessuno c’impone nulla. Decideremo cosa fare in relazione alla possibilità concreta d’incidere sul governo municipale con l’analisi e la proposta, ovvero la discussione, insomma con lo stile che ci contraddistingue.

Così, andremo a verificare col Pd portogruarese la possibilità di condividere un progetto, ma oltre allo stesso non sarà indifferente sapere chi sarà il candidato sindaco. Il sindaco ha un ruolo istituzionale particolare nei comuni e la giusta candidatura potrebbe aiutarci a superare la difficoltà di allearci non con alcune liste civiche, espressione insieme sia di un partito aperto che della società civile, ma con un partito come quello renziano che si presenti anche con il suo simbolo nazionale.

Il discorso sulla presentazione della lista elettorale è quindi rimandato a questa prima verifica. A presto.

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#unaltraidea per Portogruaro

14 novembre 2014
Pubblicato da La Città Futura

La prossima primavera a Portogruaro si voterà per il rinnovo del Municipio. Sarà senz’altro assieme alle votazioni regionali ed a quelle municipali di Venezia, quindi in un contesto elettorale e politico piuttosto complesso, anche senza considerare l’assai fluida situazione nazionale. La nostra è comunque una lista municipale ed il principale problema che abbiamo è il seguente: cosa facciamo alle elezioni comunali del 2015? Innanzitutto, presentiamo una lista? E poi, con chi? E con quale programma? Per rispondere a questi semplici quesiti abbiamo organizzato un incontro in Villa Comunale per domenica 16 dicembre, alle 10.30. Qui, intanto, vorremmo fare il punto della situazione in cui ci troviamo oggi.

La Lista Rosso Verde La Città Futura è nata nel 2009, ma ebbe un antecedente alle elezioni 2004 quando si presentò una lista frutto soprattutto dell’accordo tra Rifondazione Comunista e Verdi. Aveva il simbolo della bicicletta e le due ruote portavano i simboli nazionali dei due partiti. La lista prese 950 voti (7% circa) ed espresse due consiglieri comunali (Ermes Drigo e Maurizio Gobbato) ed un assessore (Ivo Simonella). Al rinnovo del consiglio comunale del 2009 Rc decise però di presentarsi da sola e nacque così la lista attuale, sganciata da ogni partito, che mantenne però il simbolo della bicicletta. Alle elezioni di giugno, con 767 voti (4,9%), la nuova Bicicletta prese solo un consigliere, ma il sindaco Bertoncello non ebbe la maggioranza (la famosa anatra zoppa) e, dopo il commissariamento, a marzo 2010 si rifecero le elezioni. Stavolta Bertoncello vinse anche con la maggioranza consiliare, nonostante la coincidenza con le elezioni regionali dove Zaia diventò governatore col 60% dei voti (55% a Portogruaro). La lista rossoverde subì come tutti i sei alleati l’entrata in gioco decisiva di una nuova lista ‘Per Bertoncello sindaco’ e perse un quarto dei voti fermandosi a 570 (4,2%), ma confermando il consigliere comunale che fu Patrizia Daneluzzo, mantenendo poi Ivo Simonella l’assessorato. Un solo consigliere sui dodici della maggioranza quindi. Questo dato è stato ovviamente determinante, poiché ha ridotto il nostro potere contrattuale in coalizione.

Le elezioni 2010 furono però per noi un’occasione importante di esercizio democratico. Fu creato il sito internet attuale e all’inizio dell’anno cominciò ad uscire il nuovo periodico ‘La Città Futura’, dove con regolarità e rigore venivano anticipati i tempi del dibattito politico in corso sul nostro territorio e commentati i risvolti della vita amministrativa. (Il periodico ebbe vita fino a giugno 2012, quando fu sospeso per problemi economici.) Fu messo in piedi il ‘Progetto rossoverde’, un programma in nove punti chiave: Diritti, Pace e solidarietà, Partecipazione, Legalità, Politiche giovanili, Lavoro ed economia, Scuola, Cultura, Città Solare – quest’ultimo articolato su Bilancio comunale, Pianificazione territoriale e Ambiente. Il progetto fu il punto d’incontro dell’esperienza in Comune nel quinquennio precedente e della discussione con i cittadini, in alcuni incontri per noi memorabili.

La nuova Giunta comunale si era appena formata che emersero però le difficoltà che le due campagne elettorali in qualche modo avevano sorvolato. La crisi economica iniziata nel 2008 ci ha sempre tenuto compagnia. Quattro governi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi), pur apparentemente di segno politico diverso, non hanno mai derogato dalla linea di austerità imposta dalla istituzioni finanziarie ed europee ed i margini di manovra dei comuni italiani – anche se virtuosi come il nostro – si sono ulteriormente ridotti in termini di spesa. Un articolo di Patrizia Daneluzzo del febbraio 2012 cominciava e finiva così:

Un altro anno di tagli, di difficoltà economiche, di vincoli legati al patto di stabilità che ci hanno costretto a rimettere in discussione l’attuazione dei programmi e la realizzabilità di alcuni interventi, rimodulando la scala delle priorità. Sullo sfondo di questi ragionamenti una serie di manovre economiche, sempre più necessarie per l’agire dell’Ente: dal contenimento dei costi alla riduzione dei mutui contratti, alla ricerca di sponsorizzazioni. Con le priorità individuate abbiamo deciso che non potevano essere sacrificati sull’altare delle ristrettezze economiche alcuni valori che riteniamo fondamentali: l’educazione dei nostri figli, la sicurezza dei cittadini, l’attenzione all’ambiente e le basi per uno sviluppo sostenibile del portogruarese. (…)

Ma alcune grandi questioni rimangono ancora in sospeso e ci vedranno impegnati soprattutto nei prossimi mesi: il Piano Urbano del Traffico con la pedonalizzazione di una parte del centro storico; l’organizzazione degli Stati Generali, una discussione aperta sul futuro della città; il futuro dell’Ospedale; ultimo, ma non meno importante, il PAT, che disegnerà il nostro futuro territorio.

Così, la seconda parte del mandato amministrativo è stata segnata da un lato dalla crisi economica e dall’altro da discussioni su progetti concreti per il territorio comunale fortemente condizionati dalla crisi medesima. In realtà, aldilà di riorganizzazioni degli assessorati non sempre chiare nelle finalità, non si è cambiata direzione, priorità e marcia nell’amministrazione. Anzi, le vicende politiche nazionali ed i riflessi in particolare sul Pd, l’unico vero partito nazionale presente in coalizione, che ha cambiato composizione ed equilibri interni, con conflitti perlopiù legati ad interessi personali, hanno esasperato progressivamente la prassi antica alla politica specifica di accontentare il singolo cittadino, piuttosto che guardare in modo nuovo allo stato della comunità. Emblematici di ciò i casi della ZTL e del PAT, due occasioni per progettare il futuro che sono state svilite e sulle quali ci siamo differenziati dal resto della maggioranza con chiarezza.

Comunque, in questi cinque anni la nostra lista non è stata solo occupata nelle vicende amministrative. In corrispondenza con alcune questioni politiche ed ambientali abbiamo prodotto opinioni ed iniziative coerenti con il nostro Progetto. Così siamo stati protagonisti dei Referendum del giugno 2011 che hanno sancito la volontà del paese sull’acqua bene comune e sul no al nucleare. Come siamo sempre stati dentro le battaglie della Terza Corsia, del TAV-Corridoio 5, delle centrali a biomasse. Fino a quella sull’Ospedale Unico, dove pensiamo di avere una posizione che non concilia con nessuna ambiguità. Anzi, su questi punti il nostro ruolo è stato decisivo per spostare l’intera maggioranza e l’impegno del Sindaco e della Giunta. Noi sappiamo anche che partecipando all’Amministrazione municipale il rapporto con i singoli comitati e movimenti è sempre difficile, in qualche caso può sfiorare la reciproca incomprensione, ma riteniamo di aver sempre cercato la via del dialogo e dell’unità piuttosto che quella della distinzione.

La situazione attuale – cioè alla vigilia del voto amministrativo – è dunque molto più ingarbugliata di quanto qualcuno pensi o voglia far credere. Su uno sfondo di grave depressione economica e sul baratro dello scontro sociale, da un lato c’è la disgregazione-riaggregazione delle destre, protagoniste anche nelle regioni del Nord e segnatamente nel Veneto di casi di corruzione di dimensione storica. Dall’altro siamo in presenza del Pd portogruarese, dove alcune individualità si manifestano secondo i modelli della peggior Prima Repubblica e dove lo scontro interno è piuttosto palese. Qualcuno forse pensa che a questo punto non c’è neanche possibilità di competizione tra i due campi, ma sottovaluta la fluidità dell’elettorato dimostrata in questi ultimi due anni. In particolare va infatti valutata la presenza alle elezioni del M5S, finora misurato da noi solo su scala nazionale. Pensare che un partito a vocazione maggioritaria come l’attuale Pd possa vincere da solo, cioè senza alleati, al primo turno potrebbe essere una stima pericolosa. Ci sono in giro sindaci ‘strani’ eletti in città con tradizioni di sinistra, vedi Padova e Livorno.

Insomma, chiediamo ai cittadini portogruaresi di riflettere con noi su #chefare in questa occasione elettorale, certi solo che c’è lo spazio per una lista municipale aperta, legata alle istanze di solidarietà, legalità e rispetto dei diritti di tutti e dell’ambiente. Sarà un incontro per decidere cosa fare. Perciò chiediamo anche la massima partecipazione.

14 novembre 2014


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#unaltraidea di Portogruaro

1 novembre 2014
Pubblicato da La Città Futura

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Cronache dell’ospedale che verrà (ago 2014 – ott 2014)

21 ottobre 2014
Pubblicato da Adriano Zanon

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Naturalmente ci sono stati subito dei giudizi sulla manifestazione di domenica 19 ottobre davanti all’ospedale di Portogruaro. Ad alcuni hanno dato fastidio le bandiere. Ma come fa uno che non è rappresentato in Consiglio comunale a dare la sua adesione chiara senza le sue bandiere? Altri hanno notato la scarsa presenza dei foresti, dei non portogruaresi, dimenticando che l’incontro era organizzato da quasi tutto il Consiglio comunale di Portogruaro, non dal vecchio mandamento, e questa era anche la più chiara e positiva novità. Uno solo, il consigliere in cerca di visibilità Giorgio Barro, ha detto che mille presenze erano poche e vista la questione dovevano essere cinquemila. Osservazione giusta! Ma adesso c’è lui e noi portogruaresi siamo molto più tranquilli. L’ospedale a rete ha un altro solido nodo. Alla prossima. (21 ottobre 2014)
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20 ottobre 2014
La Nuova: Mille persone a Portogruaro «In difesa della nostra sanità»

[Estratto] Sono spuntate bandiere della Cgil, di Rifondazione comunista, dei No Tav e del Movimento 5 Stelle. “Bertoncello sia chiaro – No all’ospedale unico†si leggeva su uno striscione alzato dagli aderenti del Meet Up del portogruarese. Come se il sindaco non avesse mai ribadito questo concetto. Il centrodestra era rappresentato solo dai capigruppo presenti sul palco. Le assenze dagli altri comuni, com’era prevedibile, si sono notate. Tra le autorità accanto a Bertoncello c’era il sindaco di Concordia, Claudio Odorico e il capogruppo di maggioranza a Fossalta, Paolo Anastasia. Mancavano, almeno ufficialmente, le rappresentanze di San Stino, Cinto, Caorle, Gruaro, Teglio, Annone, San Michele. Realtà che o fanno riferimento agli ospedali di San Vito al Tagliamento o Latisana, oppure (vedi San Stino) fanno il tifo per l’ospedale unico. Dopo i saluti di rito del sindaco Antonio Bertoncello, molto applaudito, è intervenuta la presidente del consiglio comunale Ivana Franceschinis.
È stato però l’intervento di Bruno Panegai, che ha parlato anche a nome della confederazione provinciale Cgil, a riscuotere i consensi maggiori. Riferendosi ai tagli ai servizi sanitari dell’ospedale di Portogruaro ha tuonato che «i nemici sono i poteri forti: la Regione e l’azienda sanitaria».
Mirco Cusan, a capo del comitato Pro Pediatria ha sottolineato che «non si può tagliare sui diritti della persona». Preoccupazione sul futuro dell’ospedale di Portogruaro è stata espressa anche da Sirio Martin, leader della Confartigianato. «Il territorio non può essere depredato» ha ribadito.

15 ottobre 2014
La Nuova: “Passa la mozione leghista, schede sanitarie bloccate”

[Estratto] Sospese le conversioni degli ospedali e bloccate le schede regionali. Voto unanime sulla mozione dell’assessore leghista Daniele Stival, che dichiara soddisfatto che ciò è stato fatto «in attesa di questo studio della conferenza dei sindaci che prenderà attentamente in esame i vari parametri per scegliere quale sarà il sito migliore per l’ospedale unico sul territorio, obiettivo verso il quale la Regione vuole arrivare». (…) Mentre Bruno Pigozzo, consigliere regionale Pd, dice che «ora dovrà essere la regione a farsi carico dello studio approfondito chiesto dalla conferenza dei sindaci, evitando strumentalizzazioni e forzature».

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A questo punto un’osservazione è d’obbligo. Finora la battaglia del direttore Bramezza per il nuovo e unico ospedale è riuscita a compiere un piccolo miracolo: mettere d’accordo da un lato due sindaci Pd e dall’altro due consiglieri regionali Pd sull’atteggiamento da tenere con lui stesso. E noi che abbiamo anche pensato che facesse di tutto proprio per dividerli! (13 ottobre 2014)
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9 ottobre 2014
Comunicati dei sindaci Bertoncello e Cereser: “Bramezza se ne vada”

[Estratto] Antonio Bertoncello, sindaco di Portogruaro: «Come potremmo decidere con uno studio fatto con le mappe di Google? È vero non siamo qui a decidere di una gelateria e proprio per questo abbiamo bisogno di uno studio approfondito. L’unica cosa che Bramezza deve fare ora è prendere atto del suo fallimento e rimettere nelle mani del Presidente Zaia il suo mandato.»

[Estratto] Andrea Cereser, sindaco di San Donà di Piave: «La verità è che i sindaci sono stati chiamati a decidere in maniera responsabile ma, attualmente, sono privi di sufficienti e adeguate informazioni proprio per il diniego dell’Azienda Sanitaria, confermato anche ieri, a fornire risposte a questioni poste in maniera unitaria. Spetta al direttore generale, a questo punto, trovare una via d’uscita e se ritiene di non esserne capace, lasci il posto a qualcun altro.»

9 ottobre 2014
Alessandrini e Pigozzo (PD): “Regione attui studi comparativi”

[Estratto] “Sull’ospedale unico del Veneto Orientale i sindaci hanno evitato la spaccatura del territorio: non c’erano infatti i presupposti per una scelta oggettiva e consapevole da parte della Conferenza. Ora è necessario che la Regione si assuma in toto l’onere di attuare lo studio comparativo che i sindaci hanno approvato e che il DG Bramezza aveva respintoâ€.
Questa la presa di posizione dei consiglieri regionali del PD, Alessio Alessandrini e Bruno Pigozzo, entrambi componenti della Commissione Sanità, alla luce delle decisioni adottate dalla Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 10 Veneto Orientale nella seduta di ieri. (…)

9 ottobre 2014
La Nuova: “Stallo per l’ospedale unicoâ€

[Estratto] Portogruaro. Spunta la terza via nella lotteria per l’ospedale unico del Veneto Orientale. Così si inizierà da capo con studi e voti. Anche ieri non si è deciso di fatto nulla. L’ospedale per il momento non sarà a Portogruaro e neppure San Donà, forse in un sito nell’area che potrebbe essere tra Ceggia, Noventa, Torre di Mosto e San Stino.
La conferenza ha votato infine uno studio su costi e benefici di uno dei tre siti considerando Sandonatese, Portogruarese e area baricentrica. Duro il direttore generale Carlo Bramezza che però ha detto no, chiedendo l’indicazione di siti precisi. «Anche questa volta non è stato deciso nulla, abbiamo perso un’occasione e oggi stesso invierò in Regione la programmazione di ospedale su due sedi con il taglio dei doppioni». Allora il sindaco di Fossalta di Portogruaro, Natale Sidran, ha chiesto che sia la conferenza incaricata dello studio fra Sandonatese, Portogruarese e area centrale, pagato dagli stessi Comuni. E questa è stata la proposta votata. La mediazione potrebbe essere individuata dunque in questo quadrilatero, baricentrico rispetto ai due centri più popolosi che aspiravano alla nuova struttura sanitaria. (…)

7 ottobre 2014
L’appello del Circolo PD di Portogruaro: “La Conferenza dei sindaci non assuma alcuna decisione sull’ospedale unicoâ€

Il Circolo PD di Portogruaro dice basta a questa paradossale e continua telenovela sulla scelta della sede di un ospedale unico che non si farà mai!
Si dichiara fortemente preoccupato del rischio che eventuali decisioni, non basate su alcun dato certo e su nessun presupposto credibile, possono avere conseguenze laceranti nel territorio, ma soprattutto possano avere gravi ricadute per i servizi socio-sanitari e per i cittadini.
Denuncia la grave situazione in cui nel frattempo versano i servizi socio-sanitari dell’Ulss, penalizzati, trasferiti, ridotti e continuamente dequalificati. Per tutti citiamo solo alcuni esempi: Pediatria-Psichiatria e per ultimo l’Hospice di Portogruaro – un servizio per malati terminali qualificato e considerato da tutti molto importante – che l’Ulss n. 10 vuole ridimensionare drasticamente nei posti letto.
Individua nella Regione Veneto e nell’attuale direzione del’Ulss la responsabilità di voler smantellare l’Ospedale di Portogruaro, ridurre i servizi, far pagare maggiore costi ai cittadini, in una logica inaccettabile di favorire la privatizzazione.

(Manifesto trascritto)

3 ottobre 2014
Il sindaco Cereser: «Conferenza sulla sanità l’ennesima presa in giro»

[Estratto] «Si è polarizzata la questione sul tema del sito, trascurando aspetti importanti quali le caratteristiche, la convenienza, i costi e il percorso. Non si può pensare di dire alla gente “ti tolgo l’ospedale†senza prima garantire quali strutture rimarranno. Nel frattempo va avanti il piano di dismissione degli ospedali esistenti che prefigura la spaccatura della sanità della Venezia Orientale con chirurgia da una parte, a Portogruaro, e medicina dall’altra, a San Donà.»
Cereser teme che i pazienti diventino pendolari in ambulanza. «E chi verrà a partorire a San Donà», si chiede, «in assenza di chirurgia generale e rianimazione? Chi andrà a operarsi a Portogruaro se mancano neurologia e cardiologia? A meno che non sia proprio questo il disegno che si intende perseguire».

30 settembre 2014
Pietro Rambuschi (Forza Italia di Portogruaro): “Potenziamo le due strutture già esistenti”

[Estratto] Ribadiamo la necessità di offrire risposte necessarie, rapide e concrete all’utenza sanitaria della nostra ASL nell’hic et nunc, e non forse tra 5-7 anni quando l’ospedale unico sarà, forse, realizzato.
Quindi noi dichiariamo meno discussioni su un ospedale unico e più attenzione agli ospedali già esistenti di cui già disponiamo, ricalcando ancora il concetto che è necessario migliorare e potenziare i servizi già erogati, creandone di nuovi e razionalizzando le specialità esistenti; ricordando infine che la civiltà di una società si decreta dall’importanza che si deve attribuire all’istruzione e alla salute, e a una sanità concreta e fattibile che non sia solo un argomento di discussione continua senza risultati e quasi fne a se stesso.

15 settembre 2014
PD metropolitano di Venezia: l’ospedale unico come cortina fumogena

[Estratto] Ospedale unico, interviene il Pd metropolitano di Venezia. Un fronte unito con il responsabile sanità-welfare Pd metropolitano di Venezia, Gabriele Scaramuzza, i consiglieri regionali Bruno Pigozzo e Alessio Alessandrini, il sindaco di San Donà Andrea Cereser e quelllo di Portogruaro, Antonio Bertoncello. (…)
Il lavoro fin qui fatto è considerato carente. «Manca», ricordano, «un’ipotesi di riorganizzazione della rete dei servizi territoriali in seguito alla costruzione dell’ospedale unico. Collocare in un sito piuttosto che in un altro il nuovo presidio incide sull’architettura dei servizi, medicine di gruppo, distretti socio-sanitari, strutture intermedie. Lo studio agisce pregiudizialmente solo sugli ospedali pubblici di San Donà e Portogruaro, e non tocca minimamente l’offerta della casa di cura “Rizzolaâ€, pienamente confermata anche dalla programmazione delle ultime schede sanitarie. Per recuperare almeno una parte delle fughe verso le strutture del Pordenonese è necessario un accordo interregionale. Per queste ragioni è evidente il carattere strumentale della polemica che da giorni il centrodestra conduce verso il sindaco di San Donà. Anche la recente marcia indietro sulla privatizzazione dell’ospedale di Jesolo dimostra che quella dell’ospedale unico è una cortina fumogena per coprire la totale mancanza di risorse e programmazione per la sanità del Veneto orientale».

10 settembre 2014
La Lista Rossoverde: “Ospedale, la vera posta in palio”

[Sintesi] (a) Non è possibile continuare ad assistere allo scontro di due sindaci Pd per la sede dell’ospedale unico. (b) Bramezza è un professionista del settore, lavora per la sanità privata e per svuotare la sanità pubblica. (c) La situazione dell’offerta sanitaria del nostro territorio è grave e le fughe in FVG ne sono la naturale conseguenza.

“Nella prospettiva delle prossime elezioni regionali, mancano ormai solo sei mesi, si sospenda tutta la questione del nuovo ospedale e si apra una discussione chiara e partecipata sul futuro della nostra sanità e quindi della nostra salute.”

9 settembre 2014
Il Sindaco di San Donà: “Decidano i cittadini non i singoli Comuni”

[Estratto] «La Conferenza dei capigruppo di Portogruaro sembra dimenticare i basilari principi della democrazia ritenendo che il voto sull’ospedale unico non debba tenere conto del numero dei cittadini. È intuitivo che decisioni cruciali quali quelle relative alla sede dell’ospedale unico non possono essere prese sulla base del numero dei Comuni, ma devono tenere conto dei cittadini. Per questo non ha senso parlare di cambiamento “in corsa†delle regole: semplicemente se il regolamento non è adeguato ai principi democratici, e non tiene conto del numero di abitanti dei vari comuni, va modificato. In caso contrario la Conferenza dei sindaci sulla sanità non sarebbe qualificata a discutere di questo problema appunto perché non rappresentativa dei cittadini. Il rispetto delle comunità invocato dallo stesso documento rilasciato dai capigruppo portogruaresi impone di smetterla con la contrapposizione tra territori e di lavorare per un obiettivo comune.»

6 settembre 2014
Il gruppo di lavoro sulla sanità del Circolo PD di Portogruaro: “L’ospedale di rete su due poli è l’unica vera possibilità”

[Estratto] “Tutti hanno ribadito la necessità di superare contrapposizioni inutili, di andare oltre all’idea di ospedale unico, di procedere ad una rivisitazione programmatica seria di tutti gli ambiti socio-sanitari del Veneto orientale.
La vera questione è che la Regione Veneto, attraverso il direttore dell’ULSS dalla stessa nominato, vuole distogliere l’attenzione dai problemi reali esistenti, vuole coprire il fatto che le spese sulla sanità nel Veneto orientale sono tra le più basse del Veneto, continua a fare scelte riorganizzative e gestionali assurde, trasferimenti inutili e dannosi di posti letto, di servizi, di uffici.
Il tutto appare finalizzato a smantellare l’Ospedale di Portogruaro, a ridurre i servizi, a far pagare maggiore costi ai cittadini, in una logica inaccettabile di favorire la privatizzazione.
Il gruppo di lavoro ritiene che la scelta dell’ospedale di rete su due poli, così come indicata dal Consiglio Comunale di Portogruaro, sia l’unica vera possibilità per il Veneto Orientale di parlare seriamente di sanità, soprattutto se accompagnata da quelle necessarie sinergie e da quelle politiche interregionali (Friuli V. Giulia – Veneto) che possono portare ad una maggiore razionalità dei servizi e ad un loro minor costo.
La Conferenza dei Sindaci deve ritrovare unità di intenti, deve superare logiche che portano alla penalizzazione di intere comunità, deve richiedere alla Regione Veneto di presentare le sue reali intenzioni per la valorizzazione della sanità pubblica, partendo dai progetti e dagli investimenti che per ora sulla sanità del Veneto Orientale non esistono.”

5 settembre 2014
I Capigruppo Consiliari di Portogruaro: “Non si cambiano le regole in corsa e Portogruaro non intende subire”

I Capigruppo Consiliari si sono incontrati il 5 settembre per un aggiornamento sulla sanità dopo la riunione dell’esecutivo della Conferenza dei Sindaci, lo scorso 1° settembre.

“Le scelte da attuare non possono stravolgere i servizi socio sanitari del Veneto Orientale e in particolare del portogruarese. Come Capigruppo a Portogruaro unitamente insieme al Sindaco e all’Amministrazione abbiamo da tempo condiviso e portato avanti una scelta: ospedale di rete su due poli, non solo, ma tutte le forze politiche e sociali senza eccezione, rivendicano prima di tutto la qualificazione dei servizi territoriali. Si vuole invece continuare e accelerare sulla scelta dell’ospedale unico sulla scelta della sede logistica. Sullo studio dei tecnici condividiamo le osservazioni dell’Amministrazione Comunale e chiediamo che prima di qualsiasi decisione vengano approfondite tutte le questioni ed i temi inerenti. In ogni caso risulta inaccettabile che le regole sulle votazioni della Conferenza dei Sindaci vengano cambiate “in corsaâ€. Il rispetto delle comunità e della parità di condizioni sui servizi non possono essere messe in discussione. Portogruaro non intende subire limitazioni o penalizzazioni, abbiamo intrapreso un percorso in consiglio comunale e intendiamo portarlo avanti con i cittadini. Abbiamo lanciato per primi l’idea di un referendum, ma le azioni di contrapposizione fra territori non ci piacciono. La voce dei cittadini deve essere sentita ma per ottenere risultati positivi per tutti. Questo è il compito delle istituzioni , ricercare unità di intenti per aderire alle esigenze di tutti.â€

27 agosto 2014
Alessio Alessandrini, consigliere regionale del Pd: “Ospedale di Jesolo ai privati? E’ una buona idea”

“La specializzazione dell’ospedale di Jesolo sulla riabilitazione e la possibilità di gestire la cosa a livello di iniziativa pubblico privata è un po’ nelle cose e non sconvolge la situazione. Se attraverso questa operazione si riescono a drenare risorse da poter investire anche sugli altri due ospedali di rete, quello di Portogruaro e San Donà di Piave allora la riconversione del nosocomio jesolano può essere accettabile, ma all’interno di un’operazione più vasta i cui contorni non sono ancora chiarissimi.”

26 agosto 2014
Bruno Pigozzo, consigliere regionale del Pd: “Ospedale di Jesolo ai privati? Non è una buona idea”

[Estratto] “L’ipotesi di trasformare l’ospedale di Jesolo in una struttura di riabilitazione a gestione mista pubblico-privata dovrà essere discussa prima di tutto nella commissione Sanità del consiglio regionale del Veneto. (…) Se tale scelta fosse motivata da carenze economiche dell’Ulss 10 considero negativo e controproducente dare in mano ai privati un servizio che potrebbe essere un investimento remunerativo se opportunamente finanziato dal pubblico. Ricordo in proposito che l’Ulss 10 è tra quelle con più basso finanziamento per abitante del Veneto:1500 euro l’anno. Basterebbero 100 euro per abitante in più per avere 20 milioni disponibili da investire”.

1 agosto 2014
Il sindaco Bertoncello: “Ospedale unico? A Portogruaro”

[Estratto] “Il documento che individua l’area dell’ospedale unico a Portogruaro», sottolinea il sindaco Antonio Bertoncello, «è stato condiviso da tutti i gruppi consiliari. Nelle osservazioni comunque facciamo presente che il consiglio comunale nella seduta aperta del 23 giugno scorso si è espresso per un ospedale di rete su due poli, quelli attuali, adeguatamente e organicamente riorganizzati e ristrutturati. Noi comunque tiriamo dritti per avere l’ospedale unico, quello della rete sui due poli resta solo un’alternativa”.

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Si all’ospedale unico esistente

15 ottobre 2014
Pubblicato da La Città Futura

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Lo stile e la facciata

18 settembre 2014
Pubblicato da Adriano Zanon

Sulla vicenda della sponsorizzazione Zignago e certi commenti sui rossoverdi

Finalmente anche il blogger portogruarese Stefano Zanet dedica un po’ di attenzione ai rossoverdi che con sciatteria chiama prima “lista d’ispirazione ambientalista Città futura-Rosso Verdeâ€, poi “Lista Rosso-Verde Città Futuraâ€. Lo fa in occasione del voto in Consiglio comunale di lunedì 15 settembre sulla sponsorizzazione della Zignago Holding. Ma è meglio riassumere bene il fatto.

Primo. L’8 agosto la Giunta Comunale ha deliberato l’approvazione di una sponsorizzazione della Zignago Holding. Costei spenderà 122.344 euro (più Iva) per ridipingere entro il 2014 la facciata della Villa Comunale che compare come logo delle Cantine Santa Margherita, mentre il Comune concede per otto anni (1) di usufruire della Villa Comunale per eventi e di associare l’immagine aziendale ad una importante opera di valorizzazione, (2) di usufruire della sala del Caminetto per incontri e simposi aziendali, (3) di farsi pubblicità dell’intervento sulla Villa Comunale quando lo ritiene opportuno. In Giunta hanno votato a favore quattro assessori (Villotta, Daneluzzo, Drigo, Ret), mentre due membri erano assenti (Bertoncello e Bellotto).

Secondo. Il 15 settembre in Consiglio Comunale la delibera passa dopo un animato dibattito con il voto favorevole di tutti, ma con l’astensione della rossoverde Lucia Steccanella che ha dichiarato (testo tratto dal suddetto blog):

“Sono consapevole che questo periodo storico ed economico più di sempre necessita della collaborazione tra cittadini ed istituzioni, tra pubblico e privato. Non sono mai stata e non lo sono neanche ora contraria al reciproco sostegno che virtuosamente si può realizzare in una relazione tra imprenditoria privata ed amministrazione pubblica. Non sono contraria quindi alla sponsorizzazione come metodo di recupero fondi soprattutto quando questi sono indispensabili alla realizzazione di opere finalizzate al mantenimento di importanti strutture pubbliche e come in questo caso (la ristrutturazione della facciata della Villa Comunale ndr.) di una struttura a servizio della cittadinanza. Sono contraria, invece, ad utilizzare luoghi pubblici, anche in cambio di denaro, per fare pubblicità ai prodotti di un’azienda come la Zignago Holding. La Zignago Holding – prosegue la consigliera Steccanella – ha costruito ed attivato un impianto a biomasse che, come ben mi ricordava il consigliere comunale Renzo Mazzon durante la commissione, rispetta tutta la normativa vigente nel campo delle energie rinnovabili. Peccato, però, che la legge può essere spesso rispettata pur eludendo il buon senso. La centrale di proprietà della Zignago Holding non usa scarti di produzione come dovrebbe, ma brucia legname in una zona che non produce legname e quindi deve trasportarselo da altri luoghi aumentando il traffico e l’inquinamento. Aumenta gli effetti della combustione in una zona in cui qualcuno aveva persino pensato di vietare il falò dell’Epifania. Inoltre non è controllato da un idoneo sistema di monitoraggio. In effetti viene controllata solo l’aria nei dintorni dei luoghi della centrale dove è posizionata. Poiché penso, non da oggi, che questa azienda non si stia comportando in modo rispettoso nei confronti dell’ambiente e delle persone, e non solo dei cittadini del comune in cui è stata costruita, non darò il mio voto favorevole a questa delibera.â€

Figurarsi se poteva dire certe cose! Così, legittimamente, questa posizione è stata subito commentata dai consiglieri di minoranza Mascarin, Gradini (su cui torneremo) e Florean. Ognuno fa il suo mestiere. Come l’ha fatto il blogger di destra che ha chiuso così:

“A noi, però, non è sfuggito il fatto che l’assessore all’ambiente, Patrizia Daneluzzo, aveva precedentemente votato a favore di questa delibera in giunta. Ed entrambe fanno parte dello stesso gruppo: “Lista Rosso-Verde Città Futuraâ€. Lascio a voi lettori tirare le opportune conclusioni.â€

A noi invece, che non facciamo informazione (si fa per dire) come il blogger, ma politica, la posizione dei rossoverdi ci pare sia stata ancora una volta seria e responsabile, anzi nell’occasione l’unica tra tutte le forze politiche, di maggioranza e di minoranza. Intanto informiamo che la questione è stata discussa all’interno del nostro gruppo, se per caso si fosse pensato, non c’è stato nessuno scontro tra assessore e consigliere rossoverdi. Solo che ognuno fa il suo mestiere.

Non pretendiamo che tutti ci capiscano, ma chiediamo: (a) vista la situazione attuale, era possibile procurare un danno economico al Comune? (b) vista la netta vittoria della Zignago sull’esercizio della centrale a biomasse, era possibile aprire un’altra trincea su un terreno già perso? (c) visto l’oggetto, sarebbe stato più serio non partecipare al voto in Giunta? (d) vista la situazione di resistenza in cui ci troviamo (tutti) rispetto alla centrale a biomasse, sarebbe stato giusto far finta di niente e non dichiarare che ci fa schifo ma ingoiamo questo rospo?

Ecco, la differenza tra tanti protagonisti della politica, nazionale e locale, e noi, sta tutta qui. Noi sappiamo di vivere in una situazione piena di contraddizioni e facciamo di tutto per modificarla, anche vivendo le stesse contraddizioni sulla nostra pelle. Non pretendiamo né di aver ragione né di dettar legge, ma siamo contrari alla politica come pura testimonianza. Pensiamo che la nostra presenza in questa maggioranza sia stata utile, in molte se non tutte le occasioni, per spostare almeno un po’ la politica locale su posizioni e obiettivi che riteniamo giusti. E sappiamo mandar giù i rospi. Ogni rospo ci dà energie per una nuova battaglia.

Infine, sul consigliere Gradini. Anche qui, non pretendo certo che costui capisca la nostra strategia, ma visto che si è manifestato su di noi in generale e su Patrizia Daneluzzo in particolare come fossimo dei mercenari, gente senza principi e senza scrupoli, pur di raccattare qualche soldo e magari un futuro politico, devo dire che – incredibilmente – stavolta non mi è dispiaciuto. La sua carriera politica è sempre stata legata a formazioni che hanno fatto buon perno sulla carriera, sull’affare, sulla disinvoltura morale, così se ora dice certe cose forse ha fatto una profonda riflessione sui guasti di certi comportamenti e siamo lieti di averlo, almeno moralmente, dalla nostra parte. Certo non pretenda di far affari con noi. Siamo strani, siamo legati a certe manie, come l’ambiente, la legalità, i diritti di tutti gli esseri viventi, e tutto sommato non ci preoccupa veramente la carriera politica individuale. Insomma, anche nel suo nuovo corso, stia sempre un po’ alla larga da noi.

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Ospedale, la vera posta in palio

10 settembre 2014
Pubblicato da La Città Futura

Il dibattito attorno al cosiddetto ospedale nuovo, forse unico, è sempre più infuocato. In teoria siamo infatti a ridosso di una scadenza decisiva, la prossima riunione della Conferenza dei sindaci dovrebbe votare la proposta della Commissione dei tecnici che ha individuato in San Donà il luogo più appropriato per costruire questo fantomatico edificio. Fantomatico perché non si sa quale sarebbe la sua dimensione, fisica ed economica, quali le fonti di finanziamento, quali i vantaggi reali per tutti i cittadini del territorio. Da parte dei promotori – e vedremo bene chi sono – si parla di necessità del nuovo ospedale per rispondere in termini di eccellenza all’attuale domanda sanitaria, da un’altra parte si vive però la presenza di uno spettro, quello dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, una presenza tutt’altro che virtuale.

In questi ultimi giorni il dibattito ha assunto anche un particolare risvolto tecnico: come votare in Conferenza? Come si può leggere in questa stessa pagina, a Portogruaro dicono che si è sempre considerato un voto per ogni sindaco, a San Donà si afferma che questo non è corretto e si deve far pesare il voto sulla quantità degli abitanti, praticamente come nelle assemblee delle società per azioni. E per la cronaca, i comuni sono 20, di cui 11 nel portogruarese, con circa 95 mila abitanti, e 9 nel sandonatese, Jesolo compreso, con circa 120 mila abitanti.

In realtà, se si leggono bene due tra le ultime esternazioni, il Pd portogruarese afferma che “la Conferenza dei Sindaci deve ritrovare unità di intenti, deve superare logiche che portano alla penalizzazione di intere comunità”, mentre il sindaco Cereser di San Donà nota che “il rispetto delle comunità invocato dallo stesso documento rilasciato dai capigruppo portogruaresi impone di smetterla con la contrapposizione tra territori e di lavorare per un obiettivo comune”. Insomma, basterebbe che due del Pd si telefonassero o si trovassero per un cicchetto a San Stino, o a Caorle, vedano loro. Abbiamo un Segretario nazionale del Pd che sta cambiando la Costituzione Italiana d’accordo con un pregiudicato e primo (anche se non unico) responsabile del degrado politico nazionale, possibile che il fiume Livenza sia un ostacolo così grande, quasi fossimo all’anno Mille a. C.?

Ma torniamo all’oggetto, l’ospedale. Chi lo vuole? Per capirlo basta un aneddoto che – purtroppo – ci spiega anche con chi abbiamo a che fare su questa vitale questione.

[Estratto] L’incontro (a Concordia) era stato organizzato per parlare della cancellazione di sei posti letto del reparto di Pediatria e si è subito allargato alla questione dell’ospedale unico. (…) «Non abbiamo paura di confrontarci con nessuno pur di fare chiarezza sulle questioni», ha esordito il direttore generale Bramezza, polemizzando sul consiglio in piazza a Portogruaro dove non è stato invitato a parlare. «Innanzitutto parliamo dell’ospedale unico, che io preferisco chiamare “ospedale nuovoâ€, e chiariamo che a chiederlo sono stati all’unanimità i 20 sindaci della zona riuniti in Conferenza dei sindaci. I tre ospedali del Veneto Orientale devono essere riorganizzati. Quello di Jesolo diventerà un ospedale riabilitativo e manterrà il pronto soccorso viste le necessità turistiche. All’inizio avevamo pensato di mantenere gli ospedali di San Donà e Portogruaro stabilendo il polo medico nel primo e il polo chirurgico nel secondo. Ci siamo chiesti se “su due gambe†la cosa sarebbe potuta essere gestibile. In conto di ciò i sindaci del Veneto Orientale hanno chiesto alla commissione Sanità della Regione l’ospedale unico. Richiesta che è stata ripresentata una seconda volta con l’unanimità dei sindaci ad eccezione del sindaco di Fossalta di Portogruaro il quale, in scadenza di mandato, non ha voluto prendere posizione. L’ospedale unico non è stato imposto dalla Regione ma chiesto dai vostri sindaci. La proposta è stata accolta ed ora spetta ai sindaci decidere dove realizzarlo».

Ma Bramezza è stato smentito subito dopo da Paolo Anastasia, ex sindaco di Fossalta e attuale vicesindaco, che ha sottolineato come il dibattito sull’ospedale unico sia partito solo perché: «il direttore generale dell’Asl 10 ci aveva comunicato che la Regione aveva intenzione di fare un ospedale unico. All’inizio non si capiva se la volontà fosse quello di mantenere le tre sedi o di crearne una sola». Brusio in sala e silenzio di Bramezza. (…)

(la Nuova Venezia, 21 giugno 2014)

Dunque, da questo piccolo evento sappiamo che Bramezza non ha difficoltà a contar balle in pubblico e che una volta smentito non cerca neanche di giustificarsi. Una faccia piuttosto bronzea. E che l’ospedale lo vuole la Regione di cui Bramezza è il braccio tecnico.

Ma chi è Carlo Bramezza, il direttore generale dell’Ulss 10? Senza fare grandi escursioni, purtroppo basta navigare un po’ sul laghetto di Google per capire qual è il suo entroterra politico ed intuire qual è il suo orizzonte strategico. Al suo arrivo alla direzione dell’Ulss era un perfetto sconosciuto. Ma sono bastati un paio di mesi per poter leggere sulla stampa locale una ricostruzione piuttosto nitida. Vediamo qui sotto.

[Estratto] Sernagiotto allarga la sua rete sulle Ipab venete. L’ultimo «scalpo» dell’assessore veneto al Welfare conferma un sistema collaudato, talmente oliato da configurare una perfetta macchina di occupazione del potere. Servizi e appalti, consenso e territorio: le case di riposo sono un tesoro del potere, come insegnavano il doge Bernini e l’antica Balena Bianca del Veneto.

Dalle case di riposo alle Usl: epicentro la Marca Trevigiana regna Sernagiotto, con riverberi nel Veneziano, da San Donà a Chioggia, grazie a un gruppo di fedelissimi, una rete di intense relazioni sul territorio, e all’uso del potere: commissariamenti, nomine e consulenze che preludono a concorsi e nuove nomine. Da dove escono vincitori nuovi dirigenti e direttori: altre covate di fedelissimi.(…). Meccanismo collaudato, please.

Così come nomi e cognomi. Coincidenze? In politica i corsi e ricorsi non fanno pensare a Vico. I nomi che ruotano attorno a una serie di Ipab trevigiane sono quasi sempre gli stessi: cambiando l’ordine di incarichi e funzioni il risultato cambia poco. Prendete Carlo Bramezza, nuovo direttore generale dell’Usl 10 di San Donà. Sernagiotto lo considera sua creatura, chi conosce Bramezza dice che il neodirettore Usl lavora per sé, ed è fedele solamente alla scuola delle vecchia Dc, in cui si è formato, da giovane berniniano.

Nel 2000 era direttore della Ipab casa Marani di Villorba, sostituendo Michela Conte, passata alla direzione della residenza anziani di Oderzo. La Conte è stata appena nominata da Bramezza direttrice amministrativa dell’Usl 10. (…) Nel frattempo, l’Ipab di Villorba diretta da Bramezza si è aggregata con le case di riposo di Povegliano e Paese. Consulente del progetto di aggregazione è Daniele Dal Ben. Adesso guida l’Ipab di Villorba al posto di Bramezza, salito al soglio dell’Usl sandonatese con nomina di Zaia benedetta da Sernagiotto.

Passiamo, all’Ipab «Pietro ed Eliseo Mozzetti» di Vazzola, dove Dal Ben lavorava nel 2008 come funzionario. Lì Bramezza era membro del nucleo di valutazione: a un certo punto il segretario direttore Stefano Barazza si dimette dall’incarico e fa causa. Bramezza è nominato direttore a scavalco, e lo sarà fino al 31 dicembre 2012. E il vice? Dal Ben.

Ma nel 2011 – Sernagiotto è assessore a Venezia da un anno – Bramezza assumerà un’altra direzione a scavalco, quella dell’«Aita» di Crespano, fino al 1 dicembre 2012. (…) Anche all’Ipab Bon Bozzola di Farra di Soligo il presidente Dozza e il direttore Vincenzo Scattolin non viaggiano in sintonia. Siamo nel 2011. Il cda nomina Carlo Bramezza nel nucleo di valutazione, con Anna Vittoria Fiori. In seconda battuta, Bramezza diventa consulente, (…).

(Consigliamo la lettura di tutto l’articolo pubblicato su il Mattino di Padova il 16 marzo 2013.)

Ricordando cosa sono le Ipab (istituti pubblici di assistenza e beneficenza), cioè istituti di diritto pubblico ma dove si fanno molti affari con i privati (appalti, forniture, consulenze, etc), è chiaro che l’attuale direttore dell’Ulss 10 è stato in questi anni un anello costante di una catena di potere e d’affari che nel nostro Veneto si potrà spezzare, forse, solo con il ricambio alla guida della Regione, che è rimasta in perfetta continuità dal momento della sua istituzione (1971) ad oggi.

Così la recente uscita di Bramezza per la trasformazione dell’ospedale di Jesolo in una unità di riabilitazione con la presenza importante dei privati appare perfettamente allineata alla tradizione del personaggio. Il suo compito, personale o sodale che sia, è quello di creare condizioni per la sempre maggior presenza dell’iniziativa privata nella sanità. Naturalmente qui non c’è nessun capitale di rischio, non siamo negli Stati Uniti, c’è solo (si fa per dire) un proficuo connubio tra il potere politico e una certa costellazione economica. Pensare questo non è peccato, è il minimo che si possa fare.

Ma in questi anni  purtroppo l’Ulss 10 si è assolutamente svalutata. Un rappresentante politico, sindaco o assessore che sia, non scriverebbe o direbbe mai una cosa del genere. Si usano espressioni indirette e si evitano giudizi che potrebbero colpire ingiustamente i singoli operatori. Ma il punto non è il singolo medico o tecnico, vecchio o nuovo.

A Portogruaro ci sono state in passato non poche posizioni di prestigio. Queste, come è noto, si ottengono con la presenza di un buon medico primario che lavora liberamente, anzi ben appoggiato dall’Amministrazione, con un progetto e nel tempo. Non esiste, come in qualsiasi attività umana, la possibilità di far miracoli. Ma in questi anni, anzi decenni (già!), si è fatto proprio l’opposto. Si è svilito o cacciato il buon medico, sostituito con uno ben allineato e disposto a qualsiasi manovra sui suoi sottoposti. Ci sono oggi molti, non occasionali, medici dell’Ulss 10 che vengono attentamente evitati dai pazienti in fase di prenotazione della prestazione. Il livello medio o generale è così scadente da rendere pericolosamente precarie anche le emergenze sanitarie, non solo le diagnosi e le terapie meno semplici. Così, confrontando la risposta con quella di altre unità ospedaliere del FVG, la fuga è pressoché obbligatoria. Questa è la situazione.

Ma se per molto tempo si è pensato che ci fosse in atto un impoverimento di Portogruaro a favore di San Donà, pensiero legittimo considerando la sede amministrativa sul Piave con la presenza di amministrazioni di destra, ormai anche quella fase è finita. Oggi la miseria riguarda tutta l’Ulss ed è un fatto voluto, programmato.

Per concludere, è chiaro come l’operazione avviata da Bramezza, l’iniziativa per l’ospedale nuovo e/o unico, centrato sugli interventi specialistici e di eccellenza (per questa forse ha la bacchetta magica), sia complementare sia al rafforzamento di strutture di prossimità private in grado di dare risposte più veloci (ma qui ci vorrebbe un altro articolo), che alla gestione delle Ipab (le riabilitazioni, le lungo degenze e le case di riposo). Lasciare tutto ciò in mano all’iniziativa silenziosa di una banda legata all’attuale Giunta veneta ci pare insensato e pericoloso.

Nella prospettiva delle prossime elezioni regionali, mancano ormai solo sei mesi, si sospenda tutta la questione del nuovo ospedale e si apra una discussione chiara e partecipata sul futuro della nostra sanità e quindi della nostra salute.

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