La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

La Città Solare

3 luglio 2011
Pubblicato da Matteo Civiero

Un progetto aperto, da partecipare 

Colloquio tra Matteo Civiero e Ermes Drigo

M. Ciao Ermes, dunque, è martedì 14 giugno, il sole splende su Portogruaro e gli italiani hanno detto no al nucleare!
E. E’ già, il sole non splende solo su Portogruaro, ma su tutta l’Italia. E’ stata una grande vittoria, di quelle che questo paese ogni tanto sa ottenere, meglio di molti altri paesi europei che dovranno gestire la fuoriuscita da una tecnologia costosa e molto problematica, come purtroppo abbiamo visto anche di recente.

M. E’ vero, anche se i giornali e le tv ormai non parlano più di Fukushima e del Giappone…
E. Così la gente pensa che tutto sia tornato alla normalità, mentre le cose non stanno affatto migliorando. Per fortuna c’è la rete e sempre più persone si informano in maniera diversa. A proposito, quanti nel nostro territorio sanno che da giorni a San Stino, presso la stazione ferroviaria, c’è un camion sotto sequestro per materiale radioattivo, e nessuno è ancora intervenuto per bonificare il mezzo?

M. Ho sentito anch’io della notizia, c’è da preoccuparsi. Ora però abbiamo anche l’impegno di proseguire con forza sulla strada delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. A che punto siamo a Portogruaro?
E. Ragazzo, lascia che ti racconti una storia. Novembre 2004, una vita fa. Giornata umida, c’è nebbia, sono passati poco più di quattro mesi dalle elezioni amministrative e mi ritrovo consigliere comunale a Portogruaro, capogruppo, con Ivo Simonella assessore e Antonio Bertoncello sindaco. Squilla il cellulare – è Ivo – ci sono dei soldi da spendere per l’energia. In qualità di consigliere comunale, avevo appena ricevuto dal Sindaco l’incarico alla qualità urbana, manutenzione e vivibilità, e stavo proprio pensando ad un progetto amministrativo per Portogruaro partendo dall’energia. Avevamo appena finito e vinto una campagna elettorale incentrata sulla centrale a turbogas della Mirant, un impianto di 800 megawatt. Noi rossoverdi eravamo in prima fila e la promessa fatta ai cittadini era di trovare un’alternativa valida sulla questione dell’energia, sapendo già che la strada da percorrere sarebbe stata quella dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.

M. Immagino che siate partiti dal misurare i consumi prima di scegliere le soluzioni. Gli inglesi dicono sempre “you get what you measureâ€, ovvero puoi raggiungere degli obiettivi solo se li misuri.
E. E’ chiaro, avevamo bisogno di un’analisi dello stato di fatto per capire cosa fare. Chiediamo dunque al Sindaco ed alla Giunta di spendere questi soldi per uno studio sull’energia nel comune di Portogruaro. Per un piano d’azioni in un contesto urbano, uno strumento per la pianificazione energetica comunale in assenza di un qualsiasi piano energetico, provinciale, regionale, nazionale. Il piano d’azioni per l’efficienza energetica e per l’uso delle rinnovabili in un contesto urbano è stato presentato all’amministrazione di Portogruaro nel giugno del 2005 e in seguito approvato. Erano chiari gli obiettivi, si trattava ora di lavorare per raggiungerli. Avevamo sempre più bisogno di un progetto complessivo che partendo dall’energia potesse assicurare a Portogruaro una qualità urbana. Portogruaro città solare, appunto, un territorio che vive bene e dunque in pace grazie al sole.

M.  Il risultato è questo documento denso di obiettivi e di strategie che troviamo qui affianco mi pare di capire. Un piano che vede un futuro solare per Portogruaro.
E. Sì, solare anche come futuro quasi utopico. D’altronde, se gli obiettivi non sono alti, quasi irraggiungibili, che obiettivi sono? Un progetto amministrativo che attui una parte del programma elettorale progettato senza tener conto delle scadenze elettorali, con un inizio e senza una fine.

M. Mi sembra un gran bel programma, che parte da lontano e che vuole andare lontano. Certo si tratta di obiettivi ambiziosi e impegnativi.
E. La Città Solare coinvolge un gran numero di aspetti, come si vede dallo schema. Parliamo di efficienza energetica e fonti rinnovabili e della loro diffusione nel territorio attraverso molti strumenti, parliamo del traffico e della necessità di razionalizzarlo anche con scelte coraggiose ma che danno frutti e aumentano la qualità della vita, di uso e conservazione del suolo per assicurarci un futuro, di rifiuti da ridurre a zero come fa la natura, di acqua come bene comune da non sprecare  e da tutelare.

M. Basterà l’impegno del Comune per raggiungerli?
E. I risultati e le realizzazioni di questo progetto sono dipese e dipenderanno dalla capacità e dalle possibilità dei dirigenti e dei tecnici del Comune e dalla disponibilità dell’attuale amministrazione comunale e di quelle successive nel mettere gli uffici in grado di portare avanti progetti anche innovativi, con formule forse non sperimentate nel passato. Un assessore da solo non può fare molto, si tratta di un gioco di squadra perché le questioni coinvolgono la quasi totalità della macchina comunale.

M. A cosa pensi?
E. Penso a bandi per il fotovoltaico e il solare termico, ai contratti di gestione calore (che già abbiamo attuato) in modalità Energy Service Company, a contratti di acquisto di energia verde, al rilancio di esperienze positive come lo Sportello Energia per dare tutte le informazioni ai cittadini o la sensibilizzazione mediante progetti come Vivere con Stile, e via dicendo. Le idee non ci mancano, ma nemmeno questo basta.

M. Ti riferisci all’importanza del ruolo dei cittadini e delle associazioni?
E. Proprio così. Il primo punto del piano d’azione prevede la partecipazione dei cittadini. Cittadini consapevoli, informati e partecipi sono l’unica possibilità per rendere la nostra città e il nostro territorio veramente libero da energie sporche e un bel luogo dove vivere. Il Comune si può impegnare a fare efficienza energetica e fonti rinnovabili sui suoi edifici, anche per risparmiare risorse, e incentivare i privati a fare altrettanto attraverso PAT, regolamento edilizio e iniziative informative. Ma i cittadini possono fare molto di più intervenendo sui loro edifici, usando consapevolmente l’auto o i mezzi pubblici, scegliendo prodotti che non generano rifiuti e che sono prodotti nel rispetto dell’ambiente e delle persone, magari localmente, chiedere che i beni come l’acqua o il suolo rimangano patrimonio comune di tutti, cioè pubblici.

M. Hai ragione. Quanti di noi pensano a tutto questo, per esempio quando si tratta di vendere o edificare un piccolo pezzo di terreno in proprietà, uno dei pochi fazzoletti di verde rimasti a portata di bici o a piedi dal centro cittadino? E magari la casa dei propri genitori rimane mezza vuota e cade piano piano a pezzi, perdendo tra l’altro di valore.
E. Dici bene, queste proposte hanno quasi sempre un doppio beneficio per le tasche e per l’ambiente, che vuol dire anche benessere e qualità della vita. Se ci pensi i cittadini, con le loro scelte, possono fare moltissimo. E possono anche vigilare affinché il Comune persegua gli obiettivi che si è posto in questi anni.

M. Accidenti, c’è un sacco di lavoro da fare e posto per tutti.
E. Non ci resta che augurare Buona fortuna.

M. Che fai, ti tiri indietro proprio adesso?
E. No, l’augurio è rivolto anche a me!

M. Ah, mi pareva! Grazie per l’intervista.
E. Ciao Ciuti.

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La nostra acqua

Pubblicato da Ivo Simonella

Diamoci una piccola soddisfazione

Adesso l’acqua che scorre dai nostri rubinetti è sicuramente più pulita. Non mi riferisco tanto all’aspetto della qualità che sappiamo già essere superiore a molte acque minerali tanto pubblicizzate: è più pulita perché la sua gestione è stata sottratta agli interessi dei privati. I rischi che avremmo corso in caso di sconfitta dei referendum sono noti a tutti, sembra proprio che solo il nostro governo non li conoscesse (logicamente li conosceva benissimo): dovunque si è privatizzato i costi sono aumentati a dismisura e gli investimenti diminuiti, esattamente l’effetto contrario rispetto agli obiettivi che s’intendeva raggiungere.

Non possiamo però dimenticare che nel nostro territorio, soprattutto la società Acque del Basso Livenza, ha occupato molto del proprio tempo, risorse umane e finanziarie, per gran parte del 2010, nell’avviare le procedure per cedere parte delle proprie quote ai privati e nel separare la società in due, una parte gestionale, l’altra patrimoniale: la convinzione era che per il caso specifico dell’Ambito interregionale del Lemene la scadenza da rispettare fosse il 2010 e non il 2011 come nel resto d’Italia.

Dobbiamo come rossoverdi prenderci qualche merito, perché se non avessimo sollevato con forza la questione a giugno dello scorso anno, lavorando per scongiurare questa cessione, oggi probabilmente saremmo “cornuti e mazziatiâ€, avremmo cioè vinto il referendum, ma ci troveremmo con il servizio di gestione dell’acqua in parte già privatizzato.

Abbiamo spinto molto, anche contro lo scetticismo di gran parte della nostra stessa maggioranza, ormai convinta dal Presidente di ABL che il male minore fosse vendere le quote ai privati, piuttosto che rischiare di perdere la gara pubblica che, sempre secondo una certa interpretazione, doveva tenersi entro il 31 dicembre 2010.

Ricordiamoci che tutti i Consigli Comunali erano pronti il 30 giugno 2010 per approvare l’avvio della cessione e solo all’ultimo minuto l’impegno nostro, ma anche voglio dire, mio in prima persona come Assessore alla risorse idriche, si sono stralciate le parti relative dalle delibere già pronte.

Poi si è lavorato, allora sì tutti assieme, per fare in modo che l’affidamento diretto della gestione delle nostre acque fosse concesso per un altro anno ancora ai nostri acquedotti, e così è stato, spostando la teorica scadenza del dicembre 2010 al dicembre 2011.

Comunque tutto è bene ciò che finisce bene. Ora non resta che dimostrare che la gestione pubblica di questo bene può essere fatta nel migliore dei modi, d’altronde fino ad ora dobbiamo dire che così è stato almeno qui nel nostro territorio.

In questi giorni ci sarà il cambio al vertice della società Basso Livenza, noi crediamo che dopo due mandati, quindi dieci anni di qualsiasi carica pubblica, si debba lasciare posto ad altri, al di là di ogni polemica sul vecchio e sul nuovo: dovrebbe essere una legge non scritta valevole per ogni amministratore.

Per il concreto avvio di una gestione unitaria di tutte le nostre acque c’è sempre da risolvere il solito problema che ci trasciniamo da anni: la confluenza dei due acquedotti, Basso Livenza e Basso Tagliamento, in un unico organo di gestione. E qui la colpa è tutta della politica.

Speriamo in questo senso anche che il nuovo sindaco di S. Michele, che conosciamo come persona estremamente coscienziosa, aiuti questo passaggio, S. Michele è infatti il comune che detiene la maggioranza assoluta delle quote del Basso Tagliamento e in quell’acquedotto non si muove foglia che S. Michele non voglia.

Senza un deciso passo in avanti i tanti investimenti che sono necessari soprattutto per depurare le nostre acque non potranno mai partire e tempo ne abbiamo perso già tanto.

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Il periodico rossoverde per Portogruaro – n. 17, luglio 2011

2 luglio 2011
Pubblicato da La Città Futura

E’ in distribuzione il n. 17 di LCF, dedicato ai referendum di metà giugno ed ai nuovi e vecchi problemi che abbiamo davanti.

L’editoriale di Matteo Civiero, rileva la svolta del voto referendario ma soprattutto la lezione da trarne: dobbiamo occuparci di noi stessi, di politica locale, di problemi locali, non di politica in senso astratto, nazionale o internazionale. Quindi bisogna partecipare, prendere parte.

A pagina 2, Adriano Zanon analizza il voto referendario a livello nazionale, l’organizzazione del movimento e il ruolo della rete internet. Non è stato tutto così spontaneo ed i mezzi questa volta sono cambiati.

Pagina 3 è lo spazio degli altri. Questa volta ospita la pubblicità della 43a Festa dell’Unità di Giussago, sponsor del numero. La festa si tiene nei fine settimana da sabato 2 a domenica 24 luglio. Due ‘incontri costruttivi’ sono previsti per i venerdì 8 (il federalismo democratico) e venerdì 22 (lavoro – ambiente – salute).

Pagina 4 è delle rubriche. In questo Un mese di cattivi pensieri i voti vanno da 1- (alla crisi occupazionale) a 7 (alla polizia provinciale). Però il digitale terrestre da noi non funziona, ovvero si vedono solo alcune tv private (guarda caso).

A pagina 5, Ivo Simonella commenta il referendum sull’acqua ricordando, con legittima soddisfazione, il ruolo dei rossoverdi e suo personale nell’impedire un anno fa la privatizzazione del consorzio ABL. Ed esorta ad andare avanti sui problemi ancora aperti.

A pagina 6, si riporta il progetto ‘Portogruaro Città Solare’, un nostro cavallo di battaglia poi raccontato nelle due pagine successive.

Nelle pagine 7 e 8, Matteo Civiero dialoga con Ermes Drigo sui vecchi e nuovi temi energetici del nostro territorio. E ancora una volta concludono sulla necessità di darci da fare. Tutti.

Ricordiamo sempre che il giornale si può scaricare in formato pdf e che i principali articoli si possono leggere anche su questo sito, anche arricchiti perché c’è più spazio.

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Un mese di cattivi pensieri – Giugno 2011

30 giugno 2011
Pubblicato da Ermes Drigo

C’è la crisi ma non si può vedere in tv

Domenica 19 giugno. Portogruaro. Per il digitale terrestre che in alcune parti d’Italia, come il Veneto orientale, non si riceve o si riceve tra mille difficoltà, l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti della Rai per “informazioni inesistenti o addirittura ingannevoli sulla copertura del segnale televisivo digitale”. «Finalmente interviene anche l’Antitrust» – commenta Gianfranco Battiston, presidente del Comitato per i disagi causati dal passaggio al digitale terrestre nel Nordest. Non capisco molto di frequenze ma mi pare che questo passaggio sia stato fatto frettolosamente e a favore di qualche specifica televisione. Di chi? Di quelle che si vedono ovviamente. Ahi! Voto 2 al Ministero dell’economia.

Martedì 21 giugno. Portogruaro. Sigilli alla discarica abusiva di via Noiare. Durava da tempo l’indagine condotta dalla Polizia Provinciale che ha portato solo pochi giorni fa al sequestro di un deposito edile abusivo a Summaga. I sigilli posti dagli uomini del Nucleo Ambientale interessano un’area di circa 20 mila metri quadrati in via Noiare, zona tra l’altro soggetta a vincolo ambientale. Grazie alla polizia provinciale. Bravi voto 7.

Mercoledì 22 giugno. Portogruaro. L’area industriale tra Portogruaro e Fossalta è pressoché inutilizzata. Il presidente di Polins vuole conoscere i piani di sviluppo: «Pirelli Re ci dica come intende rilanciare l’Eastgate Park». L’area fu acquistata nel 2005. Il progetto di riconversione prevedeva la realizzazione di un comparto manifatturiero, con spazi per la media e la grande impresa, un comparto logistico e una zona per l’artigianato. Siamo certi che il portogruarese ha bisogno di un parco industriale integrato con la presenza di un forte comparto logistico fortemente impattante e a bassa occupazione? Io penso proprio di no. Perché insistere? E la green economy? Male, voto 3.

Mercoledì 22 giugno. Portogruaro. È fissata per domani l’udienza pubblica al Tar per la discussione del ricorso presentato contro la centrale a biomassa in fase di ultimazione nel Pip di Noiari, a Summaga. «Il Comitato No Cereal Docks – spiega Renato Vivan – ha presentato al Tar un ricorso a sostegno di quello del Comune, chiedendo l’annullamento dell’autorizzazione alla collocazione della centrale elettrica.» Forse conviene fare una dimostrazione contro il comune di Fossalta di Portogruaro. Geniale vero? Voto 3 ai comitati che hanno deciso di dimostrare il proprio dissenso per la centrale di Fossalta con azioni da compiere in piazza a Portogruaro.

Giovedì 23 giugno. Portogruaro. Nel 2012 il via ai lavori di restauro del plesso B dell’ex Nievo. La Provincia ha approvato, su proposta dell’assessore all’edilizia scolastica Giacomo Gasparotto, uno stanziamento di 1 milione e 50 mila euro per il secondo e terzo lotto dei restauri degli edifici utilizzati dal liceo classico-scientifico “25 Aprileâ€. Bravi, possiamo sperare questa volta di vedere la targhetta dell’efficienza energetica applicata all’ingresso dell’edificio? A proposito, quanto consuma l’edificio della Polizia di Stato ultimamente recuperato sempre dalla Provincia? Non bene. Voto 5+ d’incoraggiamento.

Sabato 25 giugno. Cinto Caomaggiore. Appena ufficializzata la cessata attività della Dexion (65 dipendenti), è entrata in crisi anche la BPT (230 dipendenti) che ha messo in cassa integrazione per due giorni la settimana, fino alla fine dell’anno, tutti i lavoratori del gruppo, operai e impiegati. Per fortuna che la crisi è passata. Male, voto 1-.

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Le vignette di Lorenzo Bussi: Precari

24 giugno 2011
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Precari

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L’insostenibile leggerezza della Rete

16 giugno 2011
Pubblicato da Adriano Zanon

I referendum della svolta comunicativa

I referendum del 12-13 giugno 2011 saranno ben ricordati. Innanzi tutto per motivi politici. Il primo riguarda il governo, messo a nudo da un voto massiccio su aspetti di natura ideale (l’acqua non è una merce), strategici (l’energia nucleare non va bene) ed etici (la legge è uguale per tutti). Qualcuno della Lega Nord aveva annusato l’aria, forse con una sonda, ma con fiuto tardivo e quindi accodandosi con calcolo. Il secondo riguarda l’opposizione parlamentare, perché la battaglia è stata condotta senza i partiti centristi, che si sono messi alla finestra, e con il Pd allineatosi all’ultimo momento, ma neanche con tutta l’organizzazione. Solo Di Pietro e la sua Italia dei Valori si sono messi in gioco con il quesito sul legittimo impedimento, che ha indubbiamente trascinato tutto il voto in un giudizio sul capo del governo.

Questo punto merita una nota particolare. Infatti, non far guerra alle persone è una regola della polemica politica, neanche usando nomi sostitutivi già noti, come della satira (cav. Banana, PsicoNano, Caimano, etc). Chi controlla i mezzi della comunicazione riesce a sfruttare a suo vantaggio qualsiasi situazione, anche la più negativa (“il medium è il messaggio†diceva Marshall McLuhann). Ignorare le persone e stare sul problema è una scelta comunicativa, quindi politica, di fondamentale importanza, perfino con qualche pregio estetico. Tuttavia nei referendum un bersaglio individuale era chiaro e in quest’occasione è cambiato qualcosa proprio nella struttura comunicativa.

Per l’esito bastano pochi numeri. Sono andati a votare 27,6 milioni di elettori, il 54,8% degli aventi diritto, ma ben 27,2 milioni in Italia (57,0%) e 760 mila all’estero (23,1%). I Sì sono stati sempre attorno ai 26 milioni, contro i No da 1,1 (profitti sull’acqua) a 1,6 (nucleare). Cosicché i Sì risultano la maggioranza non solo dei votanti, ma degli aventi diritto. Per chi indicava il non voto è stata una lezione durissima, a conferma che lezioni si prendono, non si danno. Per chi si è astenuto c’è l’amara constatazione che la meschinità dell’alleanza con l’indifferenza questa volta non ha funzionato.

Le differenze tra i vari quesiti e quelle territoriali non sono significative. Non si può dire che un quesito sia stato trainante sugli altri, anzi. Mentre è certo che si sono aiutati l’uno con l’altro, con un effetto assolutamente sottovalutato. Poiché i votanti sui diversi quesiti, nonché i Sì espressi, sono pressoché uguali, si può affermare che è stato un voto unico contro tutta una politica. Un voto netto, chiarissimo. Chi ha tentato prima del voto di giustificare il voto sul nucleare con l’effetto Fukushima non è credibile, perché il voto sull’acqua, considerato così “ideologico†e perfino ingenuo da qualche cervellone, non ha proprio nessun scarto sugli altri. Ripeto, il voto è stato unico. Tanto che si più dire che chi ha distinto il voto su un quesito non ha capito la partita in gioco, cosa si stava votando: una politica, una strategia, un indirizzo generale del paese.

E’ stato senz’altro un voto contro il governo, un voto contro la politica italiana di questi anni e a difesa di interessi fondamentali dei cittadini e delle comunità, ma un voto tutt’altro che individualista o egoista, proprio perché i quattro quesiti insieme, votati insieme in quel modo, esprimono la volontà di una strategia comune, di solidarietà, di uguaglianza. Per questo sembrerebbe un voto di sinistra, ma non è così. E’ stato un voto pre-politico, come per dire “basta, adesso vi diciamo effettivamente cosa dovete fare, qual è la stradaâ€.

Questi referendum verrano ricordati anche per come sono stati giocati. Sull’acqua e sul nucleare hanno lavorato centinaia di associazioni, alcune con estensione nazionale, altre locale. Sul sito del Forum dell’acqua, oltre a sei partiti (ma non il Pd), tra i costituenti c’erano ben 172 associazioni, dall’Acli al WWF, e a fine corsa erano almeno 600. Hanno aderito anche centinaia di enti locali, province come Torino e Venezia, e comuni, da Acquaviva delle Fonti (Bari) a Zoldo Alto (Belluno). Sul sito Fermiamo il nucleare le associazioni nazionali erano 89, da Acli a Ya Basta. Cito solo Emergency, Fiom, Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente, Libera, Popolo Viola, Slow Food, tra le più note e diffuse. I comitati regionali, provinciali e locali, erano ben 202.

Ogni comitato locale aveva un sito o un blog ospite di un altro, oltre a un referente, una mail di riferimento, una mailing list. La possibilità di comunicare, discutere, movimentare, con internet e la posta elettronica è velocissima ed economica. Su questa base organizzativa è cresciuta la fantasia, l’iniziativa, la partecipazione. Questa è stata l’arma letale: la Rete, in tutta la sua leggerezza e capacità di penetrazione. Non sarebbe giusto pensare che è stato l’inverso, come fa l’autorevole Ilvo Diamanti, che afferma che il “movimento diffuso†è stato prima “affollato di giovani e giovanissimi†e questo ha poi coinvolto gli altri protagonisti.

C’è stato anche chi ha lavorato a fianco o fuori della Rete, senza comparire ufficialmente, come gli scout cattolici che hanno fatto il volantinaggio porta-a-porta, magari solo sull’acqua, ma molto prima dell’ennesima uscita tardiva, quella del Papa sul nucleare. E c’è chi ha messo la propria faccia in piazza, coi banchetti o nei flash mob. Ma anche su Facebook, che in Italia conta 20 milioni di postazioni. Facebook viene ritenuto un luogo virtuale e perditempo e senz’altro presenta limiti e rischi, ma ha un’indubbia e crescente efficacia e serietà nella misura in cui tutto il web si riempie di scritti e video e ne permette il collegamento ed il commento. Suo parente stretto è YouTube, sempre più forte.

Comitati e Rete hanno dunque sostituito i partiti, i giornali e le tv. Sono meno materiali, più leggeri, ma anche meno gerarchici, più egualitari, capillari, ma non rendono passivi.

Come il nostro sito, che invito a frequentare per aiutarci a servire meglio la comunità portogruarese.

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O sei parte del problema o sei parte della soluzione

15 giugno 2011
Pubblicato da Matteo Civiero

La memorabile vittoria in termini di partecipazione all’ultima tornata referendaria, contro ogni previsione, e soprattutto contro l’apparato politico e mass-mediatico, lascia in bocca una sensazione stupenda di novità, vigore e cambiamento in positivo. Siamo ancora tutti inebriati da una cavalcata durata più di un anno e conclusasi trionfalmente, anche se condotta con uno stile sobrio e pacato, dimostrato – bisogna ammetterlo – anche da chi è salito sul carro dei vincitori solo all’ultimo (almeno quello!).

Prima però che passi questo stato di euforia e si dimentichi quello che questo evento può e deve rappresentare, è bene che io chiarisca a chi ci legge cosa intendo per cambiamento e svolta, termini che ho molto usato con parenti e amici in questi giorni. Sbaglieremmo di grosso, infatti, a pensare di consegnare l’esito del referendum a questa politica perché essa cambi da sola; a pensare che un segnale così forte e chiaro sia subito accolto in favore di una svolta da parte dell’attuale sistema dei partiti e della sua nomenclatura (non mi riferisco solamente all’attuale maggioranza); a sperare in un automatico rovesciamento delle parti alle prossime tornate referendarie, magari anticipate.

E’ necessario, anzi indispensabile, cambiare scala e livello dello sguardo politico di ciascuno di noi. E’ tempo di spegnere la tv, di dimenticare le trasmissioni di approfondimento e (finto) dibattito, di leggere con più distacco giornali e rotocalchi, in altre parole è tempo a mio avviso di dare molto meno peso alla politica nazionale, e di concentrarsi sul locale.

Dobbiamo assolutamente passare dall’occuparci delle centrali nucleari giapponesi o europee, – senza mollare per questo la guardia – a quelle che già sono in costruzione, o lo potrebbero essere presto, nel nostro territorio (penso ad esempio alle biomasse) e di come intendiamo risparmiare e produrre energia qui ed ora. Dobbiamo preoccuparci, informarci e occuparci del destino delle due nostre società di gestione del servizio idrico e di quale modello riteniamo migliore per la loro conduzione. Stesso impegno va posto di nuovo al settore dei rifiuti, ora che i processi di privatizzazione già avviati non sono più obbligatori per legge, e dove l’obiettivo da perseguire è chiaro: rifiuti zero. Dobbiamo interessarci delle piccole e grandi ingiustizie subite nel nostro territorio da singoli cittadini, popolazione, ambiente.

Per questo è necessario partecipare alla vita pubblica cittadina, seguire le vicende politiche del territorio, frequentare consigli comunali, dibattiti e riunioni pubbliche, aderire ad iniziative e manifestazioni, promuoverne di nuove. Prendere parte, questa è la parola chiave di una nuova epoca politica che questo referendum ha avviato, con la consapevolezza che partecipazione, presa di coscienza, condivisione e la Rete sono fattori in grado di abbattere il più massiccio dei muri di silenzio, il più ingombrante dei conflitti d’interesse, la più densa cortina d’indifferenza.

Su il sipario, si comincia.

__________
Leggermente modificato e col titolo Prendere parte, questo articolo è l’editoriale di LCF17.

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Grazie!

14 giugno 2011
Pubblicato da La Città Futura

La Lista rossoverde – La Città Futura saluta con gioia la vittoria dei SI nei referendum del 12  e 13 giugno sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento. Questa data sarà ricordata come una tappa nella difesa della democrazia, dei beni comuni, della salute, della legalità.

La grande partecipazione, oltre il 57%, ottenuta senza, anzi contro, le televisioni, pubblica e private, è il frutto del lavoro di oltre un anno di tanti gruppi e di tanti volontari che hanno fondato la loro attività sulla fiducia verso i cittadini e l’istituzione del referendum.

Ringraziamo tutti i nostri amici e compagni, tutti i volontari, che hanno condotto e sostenuto questa battaglia. Ringraziamo tutti i cittadini che ci hanno incoraggiato e tutti coloro che hanno votato e fatto votare a questi referendum. La vittoria e la soddisfazione è di tutti.

Il nostro gruppo è anche particolarmente orgoglioso di aver agito già un anno fa con lucidità e determinazione per impedire la privatizzazione della Società Acque del Basso Livenza, un processo che era già ben avviato e scadenziato, nel silenzio dei protagonisti (“Acqua in bocca†c’era scritto sulla nostra maglietta), che erano oltremodo convinti della non possibilità di percorrere altre strade. La vendita del 40% delle quote ai privati si sarebbe conclusa entro il 31 dicembre 2010. Il nostro impegno ha fatto sì che si ripensasse a quel processo e si trovassero le giuste modalità amministrative per affidare ancora per un anno il servizio ai due acquedotti (Basso Livenza e Basso Tagliamento). Giova ricordare che se non fossimo intervenuti in tempo, ci troveremo oggi con un referendum vinto, ma con la nostra acqua già privatizzata.

Comunque adesso guardiamo avanti nella convinzione che per la gestione della nostra acqua c’è ancora tanto da fare, a partire dall’ormai improcrastinabile unione delle due società operanti nel nostro territorio: la vittoria del referendum consentirà ora a tutti di lavorare con più serenità nell’ottica del bene comune.

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Acqua, nucleare, legalità: abbiamo vinto

13 giugno 2011
Pubblicato da La Città Futura
Ne abbiamo fatte di tutti i colori, ma abbiamo vinto. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato.
 
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Aiuta il quorum

9 giugno 2011
Pubblicato da La Città Futura
  • Metti subito un CARTELLO NELLA TUA AUTO bene in vista invitando la gente al voto.
  • Manda subito  un’E-MAIL a tutti i tuoi contatti di posta elettronica.
  • Sabato mattina manda un SMS a tutti i contatti della tua rubrica.
  • Scrivi a tutti i tuoi amici su FACEBOOK e invitali a votare.
  • Telefona a chi potrebbe astenersi dal voto invitandolo a fare il proprio dovere.
  • Chiama i NONNI o i parenti anziani offrendo loro un passaggio per portarli ai seggi oppure dai loro il numero del TaxiQuorum 339 8767082.
  • Invita tutti a votare e poniti l’obiettivo minimo di CONVINCERE ALMENO CINQUE  PERSONE a recarsi alle urne.
  • Invita i favorevoli incalliti al nucleare e privatizzazione dell’acqua a votare NO (serviranno per alzare il quorum).
  • Stampa i VOLANTINI presenti nei siti per i referendum e distribuiscili tra i tuoi vicini di casa.
  • Fissa l’appuntamento con i tuoi amici per la PARTENZA AL MARE, alle ore 8.00 di domenica 12 giugno, davanti la tua sezione elettorale.
  • Lunedì 13 giugno al posto della pausa pranzo scrivi e chiama chi ancora potrebbe non aver votato.
  • Lunedì mattina chiedi a chi ti sta attorno se ha votato, in caso contrario mandalo a… votare.
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