La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

La Città Solare

3 luglio 2011
Pubblicato da Matteo Civiero

Un progetto aperto, da partecipare 

Colloquio tra Matteo Civiero e Ermes Drigo

M. Ciao Ermes, dunque, è martedì 14 giugno, il sole splende su Portogruaro e gli italiani hanno detto no al nucleare!
E. E’ già, il sole non splende solo su Portogruaro, ma su tutta l’Italia. E’ stata una grande vittoria, di quelle che questo paese ogni tanto sa ottenere, meglio di molti altri paesi europei che dovranno gestire la fuoriuscita da una tecnologia costosa e molto problematica, come purtroppo abbiamo visto anche di recente.

M. E’ vero, anche se i giornali e le tv ormai non parlano più di Fukushima e del Giappone…
E. Così la gente pensa che tutto sia tornato alla normalità, mentre le cose non stanno affatto migliorando. Per fortuna c’è la rete e sempre più persone si informano in maniera diversa. A proposito, quanti nel nostro territorio sanno che da giorni a San Stino, presso la stazione ferroviaria, c’è un camion sotto sequestro per materiale radioattivo, e nessuno è ancora intervenuto per bonificare il mezzo?

M. Ho sentito anch’io della notizia, c’è da preoccuparsi. Ora però abbiamo anche l’impegno di proseguire con forza sulla strada delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. A che punto siamo a Portogruaro?
E. Ragazzo, lascia che ti racconti una storia. Novembre 2004, una vita fa. Giornata umida, c’è nebbia, sono passati poco più di quattro mesi dalle elezioni amministrative e mi ritrovo consigliere comunale a Portogruaro, capogruppo, con Ivo Simonella assessore e Antonio Bertoncello sindaco. Squilla il cellulare – è Ivo – ci sono dei soldi da spendere per l’energia. In qualità di consigliere comunale, avevo appena ricevuto dal Sindaco l’incarico alla qualità urbana, manutenzione e vivibilità, e stavo proprio pensando ad un progetto amministrativo per Portogruaro partendo dall’energia. Avevamo appena finito e vinto una campagna elettorale incentrata sulla centrale a turbogas della Mirant, un impianto di 800 megawatt. Noi rossoverdi eravamo in prima fila e la promessa fatta ai cittadini era di trovare un’alternativa valida sulla questione dell’energia, sapendo già che la strada da percorrere sarebbe stata quella dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.

M. Immagino che siate partiti dal misurare i consumi prima di scegliere le soluzioni. Gli inglesi dicono sempre “you get what you measure”, ovvero puoi raggiungere degli obiettivi solo se li misuri.
E. E’ chiaro, avevamo bisogno di un’analisi dello stato di fatto per capire cosa fare. Chiediamo dunque al Sindaco ed alla Giunta di spendere questi soldi per uno studio sull’energia nel comune di Portogruaro. Per un piano d’azioni in un contesto urbano, uno strumento per la pianificazione energetica comunale in assenza di un qualsiasi piano energetico, provinciale, regionale, nazionale. Il piano d’azioni per l’efficienza energetica e per l’uso delle rinnovabili in un contesto urbano è stato presentato all’amministrazione di Portogruaro nel giugno del 2005 e in seguito approvato. Erano chiari gli obiettivi, si trattava ora di lavorare per raggiungerli. Avevamo sempre più bisogno di un progetto complessivo che partendo dall’energia potesse assicurare a Portogruaro una qualità urbana. Portogruaro città solare, appunto, un territorio che vive bene e dunque in pace grazie al sole.

M.  Il risultato è questo documento denso di obiettivi e di strategie che troviamo qui affianco mi pare di capire. Un piano che vede un futuro solare per Portogruaro.
E. Sì, solare anche come futuro quasi utopico. D’altronde, se gli obiettivi non sono alti, quasi irraggiungibili, che obiettivi sono? Un progetto amministrativo che attui una parte del programma elettorale progettato senza tener conto delle scadenze elettorali, con un inizio e senza una fine.

M. Mi sembra un gran bel programma, che parte da lontano e che vuole andare lontano. Certo si tratta di obiettivi ambiziosi e impegnativi.
E. La Città Solare coinvolge un gran numero di aspetti, come si vede dallo schema. Parliamo di efficienza energetica e fonti rinnovabili e della loro diffusione nel territorio attraverso molti strumenti, parliamo del traffico e della necessità di razionalizzarlo anche con scelte coraggiose ma che danno frutti e aumentano la qualità della vita, di uso e conservazione del suolo per assicurarci un futuro, di rifiuti da ridurre a zero come fa la natura, di acqua come bene comune da non sprecare  e da tutelare.

M. Basterà l’impegno del Comune per raggiungerli?
E. I risultati e le realizzazioni di questo progetto sono dipese e dipenderanno dalla capacità e dalle possibilità dei dirigenti e dei tecnici del Comune e dalla disponibilità dell’attuale amministrazione comunale e di quelle successive nel mettere gli uffici in grado di portare avanti progetti anche innovativi, con formule forse non sperimentate nel passato. Un assessore da solo non può fare molto, si tratta di un gioco di squadra perché le questioni coinvolgono la quasi totalità della macchina comunale.

M. A cosa pensi?
E. Penso a bandi per il fotovoltaico e il solare termico, ai contratti di gestione calore (che già abbiamo attuato) in modalità Energy Service Company, a contratti di acquisto di energia verde, al rilancio di esperienze positive come lo Sportello Energia per dare tutte le informazioni ai cittadini o la sensibilizzazione mediante progetti come Vivere con Stile, e via dicendo. Le idee non ci mancano, ma nemmeno questo basta.

M. Ti riferisci all’importanza del ruolo dei cittadini e delle associazioni?
E. Proprio così. Il primo punto del piano d’azione prevede la partecipazione dei cittadini. Cittadini consapevoli, informati e partecipi sono l’unica possibilità per rendere la nostra città e il nostro territorio veramente libero da energie sporche e un bel luogo dove vivere. Il Comune si può impegnare a fare efficienza energetica e fonti rinnovabili sui suoi edifici, anche per risparmiare risorse, e incentivare i privati a fare altrettanto attraverso PAT, regolamento edilizio e iniziative informative. Ma i cittadini possono fare molto di più intervenendo sui loro edifici, usando consapevolmente l’auto o i mezzi pubblici, scegliendo prodotti che non generano rifiuti e che sono prodotti nel rispetto dell’ambiente e delle persone, magari localmente, chiedere che i beni come l’acqua o il suolo rimangano patrimonio comune di tutti, cioè pubblici.

M. Hai ragione. Quanti di noi pensano a tutto questo, per esempio quando si tratta di vendere o edificare un piccolo pezzo di terreno in proprietà, uno dei pochi fazzoletti di verde rimasti a portata di bici o a piedi dal centro cittadino? E magari la casa dei propri genitori rimane mezza vuota e cade piano piano a pezzi, perdendo tra l’altro di valore.
E. Dici bene, queste proposte hanno quasi sempre un doppio beneficio per le tasche e per l’ambiente, che vuol dire anche benessere e qualità della vita. Se ci pensi i cittadini, con le loro scelte, possono fare moltissimo. E possono anche vigilare affinché il Comune persegua gli obiettivi che si è posto in questi anni.

M. Accidenti, c’è un sacco di lavoro da fare e posto per tutti.
E. Non ci resta che augurare Buona fortuna.

M. Che fai, ti tiri indietro proprio adesso?
E. No, l’augurio è rivolto anche a me!

M. Ah, mi pareva! Grazie per l’intervista.
E. Ciao Ciuti.

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