La CittĂ  Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Le vignette di LB: Amore Partito

12 dicembre 2012
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Amore Partito

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Ma i rossoverdi quanto contano in questa maggioranza che governa Portogruaro?

9 dicembre 2012
Pubblicato da Ivo Simonella

Anticipiamo l’editoriale di LCF21, di prossima uscita.

Se dovessimo soffermarci solo sui numeri dovremmo dire poco, visto che la nostra rappresentanza in Consiglio Comunale vale un voto su tredici e in Giunta uno su sette. Ma la nostra presenza è fatta di idee, di suggerimenti, di visioni da angolature diverse rispetto ad altri, spesso di lungimiranza. E quando si è lungimiranti è più complicato far passare le proprie idee specie se si è circondati da gruppi politici che vedono la mediazione come principale metodo di governo.

Le mediazioni, spesso, danno origine a posizioni poco chiare che la gente fa fatica a capire. Bisogna avere piĂą voglia di guardare avanti, di assumere posizioni precise. Non per prenderci meriti, ma per segnalare come, alle volte, la lungimiranza, se condivisa, ci avrebbe consentito, come maggioranza, di anticipare tante questioni, di fungere da capofila rispetto ad altri Comuni, di essere piĂą chiari verso i nostri cittadini. Tre sono i temi cui faccio riferimento: l’acqua pubblica, il TAV, il governo del territorio.

Sull’acqua abbiamo dovuto lavorare tanto (era il 2010) per convincere il resto della maggioranza (e dei Comuni) che la vendita ai privati di una parte delle quote della societĂ  Basso Livenza non era il male minore, ma un errore. Ed è stata dura, perchĂ© abbiamo saputo tardi della questione (c’era il commissario) e abbiamo dovuto impuntarci, contattare un avvocato di Torino, in qualche modo obbligare l’allora presidente del Basso Livenza a seguirci nell’incontro con lo studio legale (avvenuto a Milano lo stesso giorno in cui era programmato il Consiglio Comunale decisorio). Alla fine, tutti i Comuni hanno capito che era un errore la scelta di vendere una parte delle quote. Come avremmo spiegato che mentre si raccoglieva firme per il referendum sull’acqua si stavano vendendo le quote? E che figura avremmo fatto poi a referendum vinto?

Sul TAV non si può negare che piĂą di qualcuno della maggioranza aveva dato per scontato che non avevamo voce in capitolo, che la nuova linea si sarebbe fatta su un tracciato o sull’altro, ma col sistema dell’Alta VelocitĂ -Alta CapacitĂ  (in viadotto per intenderci). Si è lavorato piuttosto per cercare di portare a casa qualcosa per “lo sviluppo”, come la possibilitĂ  che Portogruaro fosse almeno un punto idoneo alla interconnessione con le merci. Qui fin da subito abbiamo chiesto che si studiassero altre ipotesi, in primis il potenziamento della linea storica. In Consiglio Comunale l’assessore regionale Chisso aveva detto che la linea era satura. Ora la nostra posizione è quella proposta dal Commissario Mainardi, non certo per merito nostro, ma per puro buonsenso. Se una linea è utilizzata al 40% e posso migliorarla, perchĂ© farne una nuova? E non è meglio aggiungere due binari, se e quando serviranno, a fianco di quelli attuali, senza viadotti o altre strutture? Se l’amministrazione avesse cavalcato subito, in maniera chiara, l’ipotesi del potenziamento della linea storica al posto del TAV, saremmo stati capiti meglio e, appunto, ci saremmo mostrati lungimiranti.

Infine, il governo del territorio che si sta ora estrinsecando con il nuovo strumento urbanistico, il PAT. Qui l’obiettivo di lungimiranza e di “Comune esempio” doveva essere lo STOP al Consumo del suolo. E’ un tema molto sentito dalla popolazione. Invece, a un documento preliminare, che tutto sommato andava in questa direzione, è seguito un PAT piĂą incerto da questo punto di vista, meno determinato direi. Si è sempre detto che l’attuale Piano Regolatore era sovradimensionato e in alcuni punti bloccato, in particolare su comparti importanti per la cittĂ  come Scardellato, Bergamin, Consorzio Agrario. Il nostro lavoro è stato quello di far passare il concetto che aggiungere nuove aree di intervento era possibile solo se si svuotava il PRG vigente. E così sarĂ : alla fine, la volumetria rimarrĂ  la stessa e il consumo di suolo si ridurrĂ  visto anche che molte aree prima indicate come F2V (verde sportivo), che non erano a volumetria zero, torneranno a essere agricole.

Così possiamo confermare l’inizio di questo editoriale. Se i rossoverdi in Consiglio Comunale non contano tanto come numeri, hanno contato e contano, eccome, come idee ed impegno. E da questi non ci tireremo indietro.

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Le vignette di LB: PDLimarie

27 novembre 2012
Pubblicato da Lorenzo Bussi

PDLimarie

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No Tav Porto (cioè Provo tanto)

8 novembre 2012
Pubblicato da Adriano Zanon

“Se il bene piĂą grande di cui disponiamo, ma del quale non siamo padroni a nessun titolo, può essere sintetizzato nelle due parole terra e territorio, ci impegniamo a salvaguardare la prima e a far conoscere e promuovere il secondo.” – Così recita il documento di sintesi del Progetto rossoverde elaborato nel febbraio 2010 in occasione delle elezioni comunali del mese successivo. La nostra infatti è una lista civica che non nasconde certamente la scelta di campo ma che ha chiesto il voto e mantiene l’attivitĂ  a livello comunale sulla base di un programma, un progetto discusso in pubblica assemblea.

“E per non essere fraintesi, ci ripetiamo: i rossoverdi sono disponibili a discutere di AV e AC, di qualsiasi soluzione che permetta di far transitare il traffico merci su gomma oggi presente sulla A4 su una ferrovia, a qualsiasi velocitĂ , anche se questo obiettivo assoluto ci sembra un’idiozia, ovviamente con il supporto di accurate analisi economiche finanziarie e solidi modelli di previsione. Vuoi vedere che forse non serve piĂą neanche la terza corsia e i relativi parcheggi?”. – Così finiva un articolo di Ermes Drigo sul nostro periodico pubblicato nel novembre 2010 e dedicato in buona parte al Corridoio 5. Questo numero preparava l’incontro pubblico dell’inizio del mese successivo, “Camera con vista sul Corridoio 5”, con la presenza di Claudio Giorno dei No Tav di Val di Susa ed il collegamento con il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano.

“E per noi l’obiettivo principale, l’unico possibile vantaggio in termini ambientali, è quello che la TAV venga utilizzata per trasferire traffico dalla gomma alla rotaia, per spostare quindi le merci dalle strade ai treni. Nelle linee ad alta velocità/alta capacità finora realizzate non è invece passato alcun treno merci, ma nelle tratte più utilizzate, un massimo di sedici treni al giorno su linee che hanno una capacità di trecentotrenta treni al giorno, come la Napoli-Roma. Per noi questo non è un obiettivo per cui valga la pena di sacrificare il nostro territorio e una quantità enorme di risorse pubbliche.” – Così interveniva in Consiglio comunale il consigliere rossoverde Patrizia Daneluzzo il 29 novembre 2010.

“Per sgomberare ogni dubbio, dico subito che per quanto non siano disponibili ancora progetti precisi sul tratto di nuova linea ferroviaria di cui parliamo, il suo impatto ambientale sarĂ  in ogni caso elevatissimo, così come elevatissimo sarĂ  l’impatto sociale sulle comunitĂ  che verranno attraversate. (…) Nel caso specifico l’unica compensazione ambientale accettabile è che su ferrovia vengano realmente trasferite le merci che attraversano la pianura padana in direzione est-ovest, riducendo così il traffico su gomma con il conseguente abbattimento delle emissioni di polveri sottili. Se questo non avverrĂ , Portogruaro si ridurrĂ  ad essere solo una sorta di camera con vista sul Corridoio 5.” – E così diceva nello stesso Consiglio comunale anche l’assessore Ivo Simonella.

Come si può vedere, sin dall’inizio noi rossoverdi non abbiamo mai separato le sorti del TAV, il treno, da quello della Terza corsia dell’autostrada, la mobilitĂ  su gomma. Lo consideriamo ovviamente un unico problema, quello della mobilitĂ  sostenibile e della difesa della salute, dei cittadini e del territorio. Naturalmente non abbiamo mai ignorato chi parte da uno dei problemi per lottare, come il Comitato per la Terza corsia e il Comitato No Tav Portogruaro, sempre in link sulla pagina principale del nostro sito.

L’anno dopo, all’inizio del 2011 abbiamo dedicato due numeri del periodico “La Citta Futura” al tema Tav/Tac, con l’intento di informare sul progetto generale (n.13, gennaio 2011) e combattere le ipotesi che venivano fatte (febbraio 2011). I testi in pdf sono scaricabili dal sito e leggibili, con un po’ di buona volontĂ , anche sul monitor. – Nell’editoriale di febbraio, “Treno ad Alta VoracitĂ /Alta Contraddizione”, Ivo Simonella, tra l’altro, scriveva: “ E’ proprio necessario arrivare ai 250 all’ora fra 40 anni su una linea nuova o possiamo accontentarci di arrivare a 160 all’ora fra 10 anni sulla linea attuale? PerchĂ© non mi dice come pensa realmente di trasferire poi le merci da gomma a rotaia? Se l’attuale liberismo sfrenato continuerĂ  ad essere l’unico sistema di regolazione economica, il trasporto su gomma rimarrĂ  piĂą conveniente, o no? E quali e quante saranno queste merci? Persone molto piĂą esperte di me dicono che si può migliorare di molto la linea storica, fino a far circolare i treni ad oltre i 150 all’ora e a farne passare molti di piĂą di quelli che passano oggi: è vero?”

Ma il 9 maggio 2012 fu emesso un nostro comunicato stampa (“Alta velocità? Freniamo!”) che prendeva atto di una nuova situazione: “Il Commissario straordinario Mainardi, nell’incontro tenutosi con i Sindaci del territorio lo scorso 23 aprile, presente anche l’assessore Simonella, ha dichiarato che con la progettazione del nuovo tracciato ferroviario si procederà, ma che nessuno si sogna di impegnarsi in un’opera simile fintantoché i binari esistenti saranno come oggi sfruttati solo al 40% delle loro potenzialità. Anzi, si procederà prima di tutto a efficientare la linea esistente per rendere possibile il transito a un maggior numero di convogli e si interverrà sulle sue connessioni per migliorare soprattutto il trasporto merci: la linea dei bivi attorno a Mestre, la Udine-Cervignano, la Portogruaro-Treviso.”

Arriviamo così al Consiglio comunale del 27 giugno scorso quando l’assessore Ivo Simonella fece un intervento riportato subito sul nostro sito e intitolato “PerchĂ© dico sì a questa proposta di quadruplicamento della linea ferroviaria Venezia-Trieste”. Qualche lettore pigro ha pensato forse di fermarsi al titolo, ma se andava oltre poteva leggere: “L’approccio è completamente diverso da quello sponsorizzato in origine dall’assessore regionale Chisso. (…) La realizzazione di altri due binari verrĂ  programmata alla eventuale saturazione della linea attuale (non prima del 2030) e non sarĂ  una linea come quella proposta in origine, quasi tutta in viadotto, ma si affiancherĂ  a quella esistente, posizionandosi a nord e rimanendo alla stessa quota, in sostanza non si potrĂ  piĂą parlare di TAV, ma piĂą semplicemente della aggiunta di due nuovi binari che occuperanno 15 metri di larghezza. La loro funzione e realizzazione sarĂ  collegata all’incremento del traffico merci previsto, ma saranno due binari “permeabili” rispetto alla linea esistente, che si potranno utilizzare alla bisogna per traffico regionale, merci o eurostar. Si tratta di un vero ridimensionamento del progetto che non potrĂ  avere luogo se non ci sarĂ  un incremento reale del traffico merci e avverrĂ  per stralci solo sulle tratte che mano a mano diventeranno sature. (…) Il quadruplicamento è dunque una scelta politica di futuro, che ci permette di guardare avanti, una volta tanto prendendoci per tempo.”

L’ho fatta un po’ lunga, ma ho ricostruito le nostre posizioni, violentando un po’ i testi per ragioni di spazio, perchĂ© domenica 4 novembre la Nuova Venezia ha pubblicato un articolo dal titolo “No Tav: «Molte di piĂą le case da abbattere»”, dove il Comitato No Tav Portogruaro “muove aspre critiche ai consiglieri comunali ed in particolare all’assessore alla viabilitĂ  Ivo Simonella che «con strabilianti acrobazie linguistiche» prima avrebbe detto no alla Tav poi ha parlato di quadruplicamento della linea ferroviaria esistente che secondo il Comitato, sarebbe la stessa cosa: ovvero la Tav.”

Come si vede non si fa riferimento all’ordine del giorno approvato a fine giugno in Consiglio comunale, dove si sa che senza applicare la norma del compromesso linguistico non si riuscirebbe a mettere assieme il massimo consenso possibile su un determinato tema, ma proprio alle parole di Ivo Simonella, spacciandole come un trucco verbale.

Ora, capisco che è non facilissimo riconoscere, se non proprio apprezzare, le posizioni di chi magari la pensa un po’ diversamente sul proprio stesso terreno di lotta, capisco anche che è meglio diffidare quando non si capisce bene una posizione altrui, ma non è giusto farla passare per quello che non è, cioè un trucco difficile da scoprire. Si tranquillizzino al Comitato No Tav Portogruaro, non c’è nessun trucco, noi rossoverdi vogliamo e diciamo sempre la stessa cosa: difendere il territorio, ridurre il traffico su gomma, utilizzare al meglio la ferrovia esistente, fino alla sua saturazione. E questa ci pare la cosa piĂą giusta e concreta.

Per finire, consiglio al Comitato di utilizzare meglio le energie, che certo non mancano. Non guardino e non leggano con troppa diffidenza le nostre posizioni, noi siamo da un parte, non dall’altra. Insomma, non rimarranno soli nel combattere questa battaglia, ci saremo anche noi rossoverdi di Portogruaro e continueremo a parlare a modo nostro, cioè con la consueta chiarezza e serenitĂ . Noi scherziamo solo un po’ coi titoli, come sopra, facendo affidamento sull’intelligenza e sulla curiositĂ  dei nostri lettori.

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Tu chiamala se vuoi… TAV

Pubblicato da Ermes Drigo

Viviamo in un territorio inquinato dal traffico e soprattutto da quello provocato dall’autostrada A4 Venezia-Trieste. Il gruppo rossoverde “La CittĂ  Futura” di Portogruaro si è sempre battuto per diminuire il traffico in generale e spostare le merci, i tir, dalla strada alla ferrovia, come giĂ  fanno Austria e Svizzera. Il gruppo rossoverde è contrario alla TAV perchĂ© è un’opera inutile, costosa e dannosa per il territorio.

Il gruppo rossoverde agisce in tutte le sedi ed occasioni per favorire ed incrementare il traffico ferroviario e propone:
1) la saturazione dell’attuale linea ferroviaria esistente caricando i tir autostradali;
2) la riorganizzazione e lo sviluppo di conseguenza degli scali merci nelle stazioni ferroviarie;
3) la realizzazione, se ancora necessario, di una nuova linea ferroviaria adiacente alla esistente per incrementare ancora di piĂą il traffico su rotaia.
Vogliamo insomma permettere gli spostamenti di merci e di persone senza morire di inquinamento e senza chiudere le finestre per il rumore dell’autostrada.

Chiamatela se volete… TAV. A noi rossoverdi questa pare una proposta che mette fine al progetto TAV e che rende inutile la terza corsia autostradale.

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Le vignette di LB: Polverini

5 novembre 2012
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Polverini

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Le vignette di LB: Vuoto

4 novembre 2012
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Vuoto

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Le vignette di LB: Crescita

26 ottobre 2012
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Crescita

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Lotto_per_il_diciotto

17 ottobre 2012
Pubblicato da La CittĂ  Futura

“Lotto per il diciotto” è uno slogan ma la raccolta delle firme è per abrogare non una ma due leggi sulle relazioni in tema di lavoro dipendente.

Ne sono sono promotori: Idv, Sel, Pdci, Prc, Verdi, Fiom e le componenti Cgil Lavoro e SocietĂ , la Cgil Che vogliamo, le associazioni Alba e Articolo 21.

Sul sito del comitato si posssono trovare tutte le informazioni necessarie per firmare e partecipare alla raccolta, da parte nostra desideriamo solo fare una veloce sintesi sull’oggetto dei referendum.

Quesito sull’articolo 8. Riguarda l’articolo 8 (Sostegno alla contrattazione collettiva di prossimitĂ ) del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, titolato “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, poi convertito, con modificazioni, nella legge 14 settembre 2011, n. 148.

L’allora governo Berlusconi, in maniera subdola perché all’interno di una delle tante manovre economiche, ha stravolto la prassi nazionale che vede da sempre disciplinati i rapporti di lavoro da un ordine. Sotto la (1) la legislazione sul lavoro, c’è (2) il contratto nazionale e quindi (3) il contratto aziendale o territoriale. Nell’ordine si va sempre dal generale al particolare e il livello inferiore può solo migliorare e perfezionare la disciplina superiore.

Ricordiamo che su questo punto ci fu una precisa richiesta nella famosa lettera di Trichet (BCE) e Draghi (Banca d’Italia), dove si affermava in particolare “l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi piĂą rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione”. Insomma, con questa legge a livello aziendale si possono fare accordi che non tengano conto del contratto nazionale di categoria. Questa è anche e soprattutto la cosiddetta “riforma Marchionne”, come l’ha chiamò il pubblicista Mario Monti con un certo anticipo.

E’ chiaro che un tale rovesciamento non riguarda solo i lavoratori dipendenti, ma anche gli imprenditori che potrebbero trovarsi in condizioni diverse pur operando sullo stesso mercato. Un quadro che riporta le relazioni industriali ad epoche precedenti la formazione dei mercati nazionali.

E’ prevedibile la bocciatura davanti alla Corte Costituzionale italiana, come davanti alla Corte di Giustizia europea, sempre attenta a mantenere le condizioni di pari opportunità in tema di concorrenza, ma è bene che questa legge venga bocciata chiaramente con il voto referendario soprattutto e innanzitutto dai cittadini italiani.

Quesito sull’articolo 18. Riguarda l’abrogazione molto dettagliata delle modifiche portate da parte dell’attuale governo Monti ad alcune parti dell’articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, titolata “Norme sulla tutela della libertĂ  e dignitĂ  dei lavoratori, della libertĂ  sindacale e dell’attivitĂ  sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento” e piĂą nota come “Statuto dei lavoratori”.

In particolare si tratta di abrogare quelle parti che eliminano il reintegro del dipendente nel posto di lavoro se licenziato in assenza di un “giustificato motivo soggettivo o della giusta causa”. La legge prevede infatti che in cambio il datore di lavoro può mantenere il licenziamento dietro il “pagamento di un’indennitĂ  risarcitoria onnicomprensiva determinata tra un minimo di dodici e un massimo di ventiquattro mensilitĂ  dell’ultima retribuzione globale”.

In buona sostanza, qualsiasi dipendente che non sia gradito al datore di lavoro, un buon sindacalista o un cittadino attento e scrupoloso alla legalitĂ , ma anche uno piĂą anziano o uno meno produttivo potrĂ  essere allontanato, lasciato a casa. Le conseguenze sul lavoratore “licenziato” per uno di questi motivi sarebbero chiare, come il clima che si instaurerebbe in azienda sotto la minaccia del licenziamento soggettivo.

Soggettivo, perchĂ© sappiamo tutti che i licenziamenti per “ragioni oggettive”, ristrutturazioni e i crisi di mercato, sono all’ordine del giorno e non sono oggetto di giudizio in tribunale.

Noi chiediamo di firmare per questi referendum. Per il ripristino delle conquiste storiche dei lavoratori, per la difesa della dignitĂ  del lavoro, per allontanare lo spettro di relazioni di lavoro in cui il potere del piĂą forte è assoluto, com’era con lo schiavismo.

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Le vignette di LB: Consiglio violento

20 settembre 2012
Pubblicato da Lorenzo Bussi

Consiglio violento

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