La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

No Tav Porto (cioè Provo tanto)

8 novembre 2012
Pubblicato da Adriano Zanon

“Se il bene più grande di cui disponiamo, ma del quale non siamo padroni a nessun titolo, può essere sintetizzato nelle due parole terra e territorio, ci impegniamo a salvaguardare la prima e a far conoscere e promuovere il secondo.” – Così recita il documento di sintesi del Progetto rossoverde elaborato nel febbraio 2010 in occasione delle elezioni comunali del mese successivo. La nostra infatti è una lista civica che non nasconde certamente la scelta di campo ma che ha chiesto il voto e mantiene l’attività a livello comunale sulla base di un programma, un progetto discusso in pubblica assemblea.

“E per non essere fraintesi, ci ripetiamo: i rossoverdi sono disponibili a discutere di AV e AC, di qualsiasi soluzione che permetta di far transitare il traffico merci su gomma oggi presente sulla A4 su una ferrovia, a qualsiasi velocità, anche se questo obiettivo assoluto ci sembra un’idiozia, ovviamente con il supporto di accurate analisi economiche finanziarie e solidi modelli di previsione. Vuoi vedere che forse non serve più neanche la terza corsia e i relativi parcheggi?”. – Così finiva un articolo di Ermes Drigo sul nostro periodico pubblicato nel novembre 2010 e dedicato in buona parte al Corridoio 5. Questo numero preparava l’incontro pubblico dell’inizio del mese successivo, “Camera con vista sul Corridoio 5”, con la presenza di Claudio Giorno dei No Tav di Val di Susa ed il collegamento con il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano.

“E per noi l’obiettivo principale, l’unico possibile vantaggio in termini ambientali, è quello che la TAV venga utilizzata per trasferire traffico dalla gomma alla rotaia, per spostare quindi le merci dalle strade ai treni. Nelle linee ad alta velocità/alta capacità finora realizzate non è invece passato alcun treno merci, ma nelle tratte più utilizzate, un massimo di sedici treni al giorno su linee che hanno una capacità di trecentotrenta treni al giorno, come la Napoli-Roma. Per noi questo non è un obiettivo per cui valga la pena di sacrificare il nostro territorio e una quantità enorme di risorse pubbliche.” – Così interveniva in Consiglio comunale il consigliere rossoverde Patrizia Daneluzzo il 29 novembre 2010.

“Per sgomberare ogni dubbio, dico subito che per quanto non siano disponibili ancora progetti precisi sul tratto di nuova linea ferroviaria di cui parliamo, il suo impatto ambientale sarà in ogni caso elevatissimo, così come elevatissimo sarà l’impatto sociale sulle comunità che verranno attraversate. (…) Nel caso specifico l’unica compensazione ambientale accettabile è che su ferrovia vengano realmente trasferite le merci che attraversano la pianura padana in direzione est-ovest, riducendo così il traffico su gomma con il conseguente abbattimento delle emissioni di polveri sottili. Se questo non avverrà, Portogruaro si ridurrà ad essere solo una sorta di camera con vista sul Corridoio 5.” – E così diceva nello stesso Consiglio comunale anche l’assessore Ivo Simonella.

Come si può vedere, sin dall’inizio noi rossoverdi non abbiamo mai separato le sorti del TAV, il treno, da quello della Terza corsia dell’autostrada, la mobilità su gomma. Lo consideriamo ovviamente un unico problema, quello della mobilità sostenibile e della difesa della salute, dei cittadini e del territorio. Naturalmente non abbiamo mai ignorato chi parte da uno dei problemi per lottare, come il Comitato per la Terza corsia e il Comitato No Tav Portogruaro, sempre in link sulla pagina principale del nostro sito.

L’anno dopo, all’inizio del 2011 abbiamo dedicato due numeri del periodico “La Citta Futura” al tema Tav/Tac, con l’intento di informare sul progetto generale (n.13, gennaio 2011) e combattere le ipotesi che venivano fatte (febbraio 2011). I testi in pdf sono scaricabili dal sito e leggibili, con un po’ di buona volontà, anche sul monitor. – Nell’editoriale di febbraio, “Treno ad Alta Voracità/Alta Contraddizione”, Ivo Simonella, tra l’altro, scriveva: “ E’ proprio necessario arrivare ai 250 all’ora fra 40 anni su una linea nuova o possiamo accontentarci di arrivare a 160 all’ora fra 10 anni sulla linea attuale? Perché non mi dice come pensa realmente di trasferire poi le merci da gomma a rotaia? Se l’attuale liberismo sfrenato continuerà ad essere l’unico sistema di regolazione economica, il trasporto su gomma rimarrà più conveniente, o no? E quali e quante saranno queste merci? Persone molto più esperte di me dicono che si può migliorare di molto la linea storica, fino a far circolare i treni ad oltre i 150 all’ora e a farne passare molti di più di quelli che passano oggi: è vero?”

Ma il 9 maggio 2012 fu emesso un nostro comunicato stampa (“Alta velocità? Freniamo!”) che prendeva atto di una nuova situazione: “Il Commissario straordinario Mainardi, nell’incontro tenutosi con i Sindaci del territorio lo scorso 23 aprile, presente anche l’assessore Simonella, ha dichiarato che con la progettazione del nuovo tracciato ferroviario si procederà, ma che nessuno si sogna di impegnarsi in un’opera simile fintantoché i binari esistenti saranno come oggi sfruttati solo al 40% delle loro potenzialità. Anzi, si procederà prima di tutto a efficientare la linea esistente per rendere possibile il transito a un maggior numero di convogli e si interverrà sulle sue connessioni per migliorare soprattutto il trasporto merci: la linea dei bivi attorno a Mestre, la Udine-Cervignano, la Portogruaro-Treviso.”

Arriviamo così al Consiglio comunale del 27 giugno scorso quando l’assessore Ivo Simonella fece un intervento riportato subito sul nostro sito e intitolato “Perché dico sì a questa proposta di quadruplicamento della linea ferroviaria Venezia-Trieste”. Qualche lettore pigro ha pensato forse di fermarsi al titolo, ma se andava oltre poteva leggere: “L’approccio è completamente diverso da quello sponsorizzato in origine dall’assessore regionale Chisso. (…) La realizzazione di altri due binari verrà programmata alla eventuale saturazione della linea attuale (non prima del 2030) e non sarà una linea come quella proposta in origine, quasi tutta in viadotto, ma si affiancherà a quella esistente, posizionandosi a nord e rimanendo alla stessa quota, in sostanza non si potrà più parlare di TAV, ma più semplicemente della aggiunta di due nuovi binari che occuperanno 15 metri di larghezza. La loro funzione e realizzazione sarà collegata all’incremento del traffico merci previsto, ma saranno due binari “permeabili” rispetto alla linea esistente, che si potranno utilizzare alla bisogna per traffico regionale, merci o eurostar. Si tratta di un vero ridimensionamento del progetto che non potrà avere luogo se non ci sarà un incremento reale del traffico merci e avverrà per stralci solo sulle tratte che mano a mano diventeranno sature. (…) Il quadruplicamento è dunque una scelta politica di futuro, che ci permette di guardare avanti, una volta tanto prendendoci per tempo.”

L’ho fatta un po’ lunga, ma ho ricostruito le nostre posizioni, violentando un po’ i testi per ragioni di spazio, perché domenica 4 novembre la Nuova Venezia ha pubblicato un articolo dal titolo “No Tav: «Molte di più le case da abbattere»”, dove il Comitato No Tav Portogruaro “muove aspre critiche ai consiglieri comunali ed in particolare all’assessore alla viabilità Ivo Simonella che «con strabilianti acrobazie linguistiche» prima avrebbe detto no alla Tav poi ha parlato di quadruplicamento della linea ferroviaria esistente che secondo il Comitato, sarebbe la stessa cosa: ovvero la Tav.”

Come si vede non si fa riferimento all’ordine del giorno approvato a fine giugno in Consiglio comunale, dove si sa che senza applicare la norma del compromesso linguistico non si riuscirebbe a mettere assieme il massimo consenso possibile su un determinato tema, ma proprio alle parole di Ivo Simonella, spacciandole come un trucco verbale.

Ora, capisco che è non facilissimo riconoscere, se non proprio apprezzare, le posizioni di chi magari la pensa un po’ diversamente sul proprio stesso terreno di lotta, capisco anche che è meglio diffidare quando non si capisce bene una posizione altrui, ma non è giusto farla passare per quello che non è, cioè un trucco difficile da scoprire. Si tranquillizzino al Comitato No Tav Portogruaro, non c’è nessun trucco, noi rossoverdi vogliamo e diciamo sempre la stessa cosa: difendere il territorio, ridurre il traffico su gomma, utilizzare al meglio la ferrovia esistente, fino alla sua saturazione. E questa ci pare la cosa più giusta e concreta.

Per finire, consiglio al Comitato di utilizzare meglio le energie, che certo non mancano. Non guardino e non leggano con troppa diffidenza le nostre posizioni, noi siamo da un parte, non dall’altra. Insomma, non rimarranno soli nel combattere questa battaglia, ci saremo anche noi rossoverdi di Portogruaro e continueremo a parlare a modo nostro, cioè con la consueta chiarezza e serenità. Noi scherziamo solo un po’ coi titoli, come sopra, facendo affidamento sull’intelligenza e sulla curiosità dei nostri lettori.

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2 risposte a “No Tav Porto (cioè Provo tanto)”

  1. Adriano Zanon scrive:

    Caro Alieno (ma non troppo), grazie del commento.

  2. Alieno scrive:

    Il problema (a parte le piccole polemiche) secondo me rimane nella “forma di partecipazione” che avete utilizzato.

    Ritengo piu’ o meno corretto il vs percorso e capisco il compromesso, ma proprio per questo motivo, se volete avere piu’ “potere” nei confronti degli enti superiori, è di passare da un consenso di “centrosinistra” dato dai voti ad un consenso allargato “ai cittadini”, così da far rientrare tutta la cittadinanza.
    Adesso invece rappresentate solo la vs parte politica, e questo è una vostra debolezza.

    Fate un dibattito pubblico, fate un town-meeting, iniziate almeno con un “sondaggio” tra la popolazione (magari con il portale comunale con utenti certificati)… altrimenti sarete sempre un passo indietro, ed alle prox elezioni cambia maggioranza e tutto il lavoro è perso.

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