La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

La leggenda del Corridoio 5. La politica che supera la fiction

29 novembre 2010
Pubblicato da Ermes Drigo

«Il Corridoio 5 dovrebbe collegare Ovest e Est Europa passando per Trieste. L’impatto del progetto sui traffici di lunga distanza è scarso. Eppure, ogni ipotesi alternativa è vista come un tentativo di isolare l’Italia. Perché dietro i nazionalismi si nasconde il timore di perdere i finanziamenti europei per le infrastrutture. Sarebbe però più efficace sostenere le nostre richieste con analisi economiche serie e non con motivazioni geopolitiche peregrine.» Così si esprime Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano, e siccome noi non siamo né stregoni né polipi vogliamo ragionare e discutere senza essere accusati di far perdere al territorio una grande opportunità e soprattutto senza furore nazionalistico.

Perché paventare un’alternativa di corridoio a nord delle Alpi come una barriera in grado di isolare l’Italia dall’Europa, è stato chiesto a Ponti. La ragione è semplicissima, afferma il docente di Economia dei trasporti e ha a che vedere con il «timore che vengano meno i fondi europei per gli investimenti italiani nel corridoio, specificatamente per il nuovo valico ferroviario del Fréjus (per il quale i francesi hanno emesso recentemente una valutazione di scarsa priorità) e per la linea alta velocità Torino-Trieste, cioè per infrastrutture che interessano tutt’al più noi, non certo gli scambi Lisbona-Kiev. Non è una motivazione ignobile. Tuttavia, sarebbe assai più efficace dimostrare la validità delle infrastrutture che ci interessano, qualsiasi ne sia l’orientamento geografico, con accurate analisi economiche e finanziarie, e richiedere che le scelte europee siano basate su queste. Esistono, tra l’altro, solidi modelli di previsione di traffico per l’”Europa estesa a Est”, che consentono valutazioni non arbitrarie delle priorità infrastrutturali».

Troppo semplice, ovvio, lapalissiano: fare delle valutazioni non arbitrarie delle priorità funzionali. Siccome noi rossoverdi non siamo né in grado di fare le valutazioni tecniche richieste né siamo in possesso di studi simili, possiamo per ora, come indicato anche dal nostro Ivo Simonella, assessore in comune di Portogruaro, riportare quali sono i fatti fino ad oggi accaduti, quali sono nel settore dei trasporti le priorità del nostro territorio, e quali sono le invarianti; i paletti per noi invalicabili.

I fatti
Primo: si parla sempre di AV, alta velocità per le persone e non si parla di AC, alta capacità per il trasporto di merci.
Secondo: nonostante il tracciato AV-AC sia stato definito dal 1996, solo oggi (novembre 2010) si discute di un progetto fantasma da approvare, senza il coinvolgimento dei cittadini e degli amministratori locali.
Terzo: ogni nuova arteria sarà per il nostro territorio un pesante atto contro l’ambiente.
Quarto: l’alta velocità costa tantissimo; il tratto Milano Torino costa 77 milioni di euro al chilometro (dati al 2007).
Quinto: l’ampliamento dell’autostrada Venezia Trieste con la costruzione della III corsia non tiene conto del tracciato dell’AV-AC.

Le priorità
Prima: il nostro territorio è sommerso da un pesante traffico di merci su gomma lungo l’autostrada A4 nella direzione Venezia Trieste, con problemi ambientali evidenti e problemi di salute in incubazione.
Seconda: il nostro territorio ha bisogno di efficaci collegamenti interregionali, di potenziare i collegamenti dei pendolari, di attuare la metropolitana ferroviaria di superficie.

Le invarianti
Per non essere troppo rigidi non poniamo troppe condizioni, ma un solo paletto: si facciano pure AV o AC, purché il traffico merci dall’autostrada A4 venga finalmente incanalato su due binari ferroviari.

E per non essere fraintesi, ci ripetiamo: i rossoverdi sono disponibili a discutere di AV e AC, di qualsiasi soluzione che permetta di far transitare il traffico merci su gomma oggi presente sulla A4 su una ferrovia, a qualsiasi velocità, anche se questo obiettivo assoluto ci sembra un’idiozia, ovviamente con il supporto di accurate analisi economiche finanziarie e solidi modelli di previsione. Vuoi vedere che forse non serve più neanche la terza corsia e i relativi parcheggi?

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