La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Diario elettorale: Venerdì 5 marzo 2010 (-23)

5 marzo 2010
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

gara sempre liscia, sul terreno piatto. Si corre dentro una strana atmosfera. Forse mancano i soldi, anche gli sponsor più avidi e determinati si stufano di buttare via il soldi (e pare che la precedente corsa di Tabaro sia costata come quella di un Barack Obama).

Più che un’atmosfera è un plasma, in senso fisico o biologico, uno stato della materia che è gran conduttore e dove le particelle trasportate sono i comunicati stampa. E’ la rete ed al momento si opera soprattutto qui. Naturalmente per la goduria di Gianfranco Battiston, che ha il miglior sito portogruarese d’informazione. Aspettiamo dunque la prossima settimana, coi primi confronti diretti. (more…)

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Diario elettorale: Giovedì 4 marzo 2010 (-24)

4 marzo 2010
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

sarà che la gara è tanto tranquilla, ma io rischio di deprimermi. Ormai mi conosco abbastanza per sapere che quando non c’è, non dico una situazione epica, ma neppure il gusto della competizione, il mio spirito cerca rifugio nel sonno. Stamani infatti non volevo svegliarmi, figurati a correre.

Fausto Coppi riposa (more…)

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Diario elettorale: Mercoledì 3 marzo 2010 (-25)

3 marzo 2010
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

è dunque partita la corsa, anche se un po’ in sordina. O meglio, mentre la squadra di Bertoncello ha fatto una vistosa preparazione, partecipando a qualche bella kermesse, le altre, e soprattutto quella di Tabaro, non si sono messe particolarmente in mostra. Se abbiano previsto una preparazione diversa o meno lo vedremo in gara, quindi in queste quattro, ormai scarse, settimane. (more…)

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Diario elettorale: Martedì 2 marzo 2010 (-26)

2 marzo 2010
Pubblicato da Fausto Coppi

Diario Gino e Fausto alla punzonatura

Caro diario,

sabato 27 dunque c’è stata la punzonatura, cioè la presentazione delle liste, domenica 28 la prima tappa, cronometro a squadre.

Lo schieramento delle squadre non vede grandi novità. D’altronde non è passato molto tempo, in termini politici. Solo un inasprimento della crisi economica, la statuetta del duomo in faccia al Banana e bertolasopoli, niente di che per un paese pieno di estro come il nostro.

Si presentano dunque cinque candidati sindaco: non ci sono più Dreon (lista civica) e Bergamo (UDC), si è aggiunto Bellinazzi (transfuga leghista già emarginato con la precedente elezione, che stavolta ha una sua lista). Buffon (Rifondazione Comunista) e Padovese (Città del Lemene) confermano la loro faccia ed etichetta.

Poche anche le novità nelle liste principali. Tabaro ha sempre cinque liste, perde i ‘Moderati al centro’ (metto il nome tra virgolette perché è gente seria, sono tra i pochi che fan capire che il centro è pullulato di estremisti, da Brunetta a Casini, da Bondi a Bertolaso, gente che grida e scalcia e fotte senza pudore) ed i Pensionati, ma aggiunge la Lista UDC e quella nuova di Italia Attiva, definita dai giornali una costola dell’Italia dei Valori. Restano il PDL, la lista a suo nome e la Lega Nord.

Bertoncello invece passa da cinque a sette liste. Alle due articolazioni del PD, Per la Portogruaro che vogliamo (PCV) e Città per l’uomo (CPU), ne aggiunge una terza a suo nome. Inoltre acquisisce l’Alleanza per Italia (API), la formazione di Rutelli che sta transitando dal PD all’UDC. Rimangono con nome e simbolo i socialisti, l’Italia dei Valori (IDV) e la nostra bicicletta.

A ben vedere tutti gli sforzi nella riformazione delle squadre si sono concentrati al centro. Tabaro con l’UDC e Italia Attiva, Bertoncello con la nuova lista personale ed i rutelliani. I tre gruppetti centristi tenteranno di spartirsi 200-300 voti, forse decisivi.

Anche le facce non presentano grandi novità, se non per il ritorno come capolista dei socialisti di Dino Filippi, uno che è sempre salito sul podio anche quando non correva.

Unici dati veramente significativi sono quelli sulla presenza femminile. Dal 20% (Bellinazzi) al 30% (Buffon) delle liste minori, dal 18,3% (solo 17 su 93) delle liste Tabaro al 39,7% (48 su 121) delle liste Bertoncello. Già l’altra volta Tabaro su 11 consiglieri non aveva eletto neanche una donna. Eppure prendono tanti voti femminili! Devono avere qualcosa di nascosto, non è possibile altrimenti.

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Diario elettorale: Lunedì 1 marzo 2010 (-27)

1 marzo 2010
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

ci ritroviamo dopo otto mesi, con la nota di martedì 23 giugno 2009 commentai l’esito del ballottaggio che ebbe questi dati:

Bertoncello: 7.245 voti (52,45%), +677 su Tabaro, +148 sul 1° turno (7.097, -316 su Tabaro)
Tabaro: 6.568 voti (47,55%), -845 sul 1° turno (7.413)

Purtroppo però al primo turno il voto complessivo delle liste fu questo:

Tabaro 7.044 (50,15%)
Bertoncello 6.056 (43,12%)
Padovese 407 (2,90%)
Buffon 275 (1,96%)
Bergamo 200 (1,42%)
Dreon 63 (0,45%)

Le conseguenze le sappiamo: sindaco Bertoncello e maggioranza consigliare alla destra, sceneggiate pubbliche, corsi e ricorsi, quindi il commissario.

Nel frattempo ho appeso la bicicletta per un po’. Ho passato il tempo sugli almanacchi, che adesso sono online. Sono venuti anche ad intervistarmi. Otto mesi sono tanti. Gli ultimi allenamenti sempre nel notevole freddo di quest’anno. La prima settimana di corsa sarà piuttosto dura e la competizione non sarà facile neanche stavolta.

Ma io ho la squadra più forte e Serse stavolta non è neanche sull’ammiraglia, ma in sella. Aspetto tutti sulle montagne.

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Fossalato: dimenticare Basaglia?

18 febbraio 2010
Pubblicato da Lucia Steccanella
 
Ripubblichiamo sul sito un articolo stampato su LCF #2 (febbraio 2010). Purtroppo il contenuto di questa nota è tornato tragicamente d’attualità in questi giorni. Naturalmente ci riserviamo di tornare sulla questione della psichiatria portogruarese indipendentemente dagli avvenimenti di cronaca. Pensiamo infatti che gli orientamenti strategici, l’organizzazione e la prassi terapeutica di questo spazio della salute di tutti non possano essere gestiti al chiuso, senza alcun confronto, da parte di un pugno di illuminati amministratori e/o medici psichiatri. (14 luglio 2012)

Una controriforma per via amministrativa

La figura umana ed intellettuale di Franco Basaglia è stata protagonista della fiction televisiva magistralmente diretta da Marco Turco, trasmessa nei primi giorni di febbraio dalla RAI e ambientata a Venezia, Trieste, Gorizia: i luoghi in cui si è svolta la battaglia contro l’istituzione psichiatrica. E’ consolante sapere che gli italiani hanno dato una netta preferenza alla visione di questo programma televisivo rispetto al Grande Fratello, dove la follia viene assolutamente organizzata e rappresentata come divertimento. E da qui ricaviamo lo spunto per affrontare una questione che non può essere ignorata e che richiede una, seppur breve, introduzione.  
Franco Basaglia (1924-1980)

Nel portogruarese i servizi psichiatrici appaiono nel 1972, a Villanova di Fossalta, con un reparto decentrato del manicomio veneziano di San Servolo, presto orientato in una generica comunità terapeutica. Ma è dal 1978, con il primario Domenico De Salvia, che si avvia la trasformazione permessa dalla legge 180 dello stesso anno, con l’articolazione del Dipartimento di Psichiatria in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (il reparto ospedaliero) ed il Centro di Salute Mentale (CSM). Al centro della nuova organizzazione – e sul modello basagliano – c’è dunque il CSM, una struttura aperta, frequentabile senza tante difficoltà e paure da parte di chi già soffre il disagio psichico. E’ un luogo dove si può anche stare al caldo o guardare la tv, si può mangiare un pasto e poi tornare a casa. Nelle sue adiacenze c’è anche una comunità alloggio assistita, residuo del vecchio reparto, che cinque anni fa venne trasferita in una nuova struttura in località Fossalato.

Ora, da alcune settimane, mentre a Portogruaro manca un sindaco eletto, la direzione dell’ASL 10 sta lavorando alacremente alla trasformazione di questa comunità di Fossalato. Di cosa si tratta? Pare proprio che, grazie alla stretta collaborazione tra la Direzione socio–sanitaria e l’attuale Primario del servizio portogruarese, possa vedersi realizzato, senza tante discussioni con operatori e familiari, un piano che era stato elaborato già in fase di progettazione e ristrutturazione dell’edificio di Fossalato. Questo piano concretizza proprio i timori di Basaglia quando affermava: “magari i manicomi torneranno ad essere chiusi…â€. Si prevede infatti di aumentare il numero di pazienti, di allargare il bacino di utenza dei malati al sandonatese, di accogliere pazienti dismessi da ospedali psichiatrici giudiziari o dalle carceri. Un altro grave cambiamento riguarderebbe la gestione dei pazienti, che sarebbe affidata ad una cooperativa con personale infermieristico, anche se “patentatoâ€. Il risultato sarebbe devastante! Per gestire un numero maggiore di pazienti, alcuni magari pericolosi (ma qui come controriformisti si esagera un po’ andando contro legge, visto che nel nostro codice la pericolosità sociale, introdotto nel 1930, se esiste ancora, è di pertinenza della magistratura), e risparmiare, perché questo è alla fine il vero obiettivo, bisognerà, come profetizzava Basaglia “usare la chiaviâ€, porsi come obiettivo primario il controllo.

Oggi a Fossalato ci sono 12 pazienti, seguiti a turno da tre operatori, guidati da un medico psichiatra: qui i rapporti tra le persone, pur nella distinzione tra i ruoli, sono costituiti da contatti umani e da interventi di cura e riabilitazione personalizzati; ci sono pazienti seguiti da mesi, da anni. La riabilitazione richiede tempo e pazienza, competenza e creatività, forza e determinazione di ognuno dei medici e degli operatori, perché queste persone tornino ad avere fiducia. Innanzitutto in chi si prende cura di loro, poi in sé stessi. Ci vuole tempo e costanza perché ricomincino a mangiare bene, a vestirsi puliti, ad uscire di casa con dignità, a rientrare in famiglia, quando possibile, oppure a vivere in alloggio autogestito insieme ad altri.

E i familiari? Lo stuolo silenzioso, dolente, ma attivo, partecipe ed informato di madri, padri, sorelle, fratelli, nipoti? Coloro che hanno costruito prima nell’intimo ambiente familiare, per poi testimoniarlo all’esterno, un nuovo modo di affrontare il parente matto che era stato in manicomio o quel ragazzo così bravo a scuola che poi all’improvviso non c’era più, portato via dal buio della follia? Queste persone sono protagoniste nella gestione della malattia mentale: sono loro che insieme agli operatori e ai medici concretizzano gli interventi, sostengono il malato, ne soffrono a volte gli aspetti più tristi, metabolizzano il loro personale dolore interiorizzando e testimoniando, con l’aiuto degli specialisti e della società, un nuovo concetto di malattia mentale, fatto di relazione, comprensione, accettazione, integrazione… Queste sono persone che vanno ascoltate, anzi ben interpretate nelle loro stesse paure ed angosce, prima di operare una regressione così palese nell’organizzazione dei servizi dati ai loro cari!

Basaglia sembrava presagirla questa regressione quando affermava: “noi abbiamo dimostrato che si può assistere la persona folle in un altro modo, e la testimonianza è fondamentale. Noi nella nostra debolezza,in questa minoranza che siamo, non possiamo “vincereâ€, perché è il potere che vince sempre. Noi possiamo al massimo “convincereâ€. Nel momento in cui convinciamo, vinciamo, cioè determiniamo una situazione da cui sarà più difficile tornare indietroâ€.

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Ermes Drigo presenta La Città Futura

17 febbraio 2010
Pubblicato da Ermes Drigo

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=hID9xjgWwPY[/youtube]

18 gennaio 2010

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Le vignette di Lorenzo Bussi: Scandali

Pubblicato da Lorenzo Bussi

Scandali

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Consumo critico

14 febbraio 2010
Pubblicato da Patrizia Daneluzzo

“Non me ne importa niente dell’acqua!†disse il pesce nella sua boccia: era un perfetto apolitico.

Quando, ormai parecchi anni fa, lessi questa battuta in un giornalino scout, non l’avevo capita fino in fondo, ma mi è sempre rimasta in mente. Oggi la condivido pienamente. Per quanto molte persone si sentano distanti, se non avverse, alla politica, ne siamo quotidianamente circondati e, soprattutto, ognuno di noi non può evitare di “fare politicaâ€, in moltissimi modi. La politica è l’arte delle scelte e ogni nostro comportamento comporta una scelta. Certo, non tutti avranno ricadute propriamente politiche, ma molti di più di quanti crediamo.

Fare la spesa, ad esempio, scegliere quindi cosa acquistare, è una delle attività più politiche che le persone quotidianamente compiono. Le persone o, come si dice in questo caso, i consumatori. Perché la scienza economica, e oramai anche il gergo comune, ci definisce, in relazione al nostro comportamento d’acquisto, consumatori. Maurizio Pallante, a Portogruaro lo scorso 13 dicembre per la costituzione del circolo della Decrescita Felice Livenza-Tagliamento, mi ha fatto molto riflettere su questo. Non avrebbe più senso definirci “acquirentiâ€, se vogliamo sottolineare il fatto che stiamo comprando qualcosa? O “utilizzatoriâ€, se vogliamo invece rimarcare che quella cosa che stiamo comprando verrà poi utilizzata? Invece no. Consumatori. Quello che si evidenzia è che ciò che compriamo verrà consumato. Il bene è già morto nel momento stesso in cui lo togliamo dallo scaffale: noi ci prepariamo all’acquisto successivo e il mercato a riempire lo scaffale sguarnito.

Ma lo stesso termine, consumatori, se visto da un altro lato, potrebbe darci altri spunti. Perchè quando acquistiamo un prodotto non stiamo compiendo un’azione priva di conseguenze: stiamo effettivamente consumando. Consumiamo le materie prime e l’energia che è servita a produrlo, il carburante che è servito a trasportarlo, la carta che è servita a pubblicizzarlo, lo spazio che servirà a smaltirlo. Allora il termine consumatore acquista un altro senso, un senso che forse può aiutarci a riflettere sulle nostre scelte d’acquisto.

Anche se non ce ne rendiamo conto, il nostro potere come consumatori è veramente consistente. Quella degli acquisti è forse l’unica politica che si fa veramente dal basso, l’unica politica che non può esistere senza la partecipazione dei cittadini. Se non compriamo un certo prodotto, l’azienda produttrice non lo vende, quindi non fa profitto, quindi è costretta a uscire dal mercato o a rivedere il suo prodotto. Siamo noi che decidiamo cosa acquistare o non acquistare, quindi che aziende premiare o non premiare. Il punto è che siamo poco abituati a riflettere sui criteri che devono guidare i nostri acquisti, se non sulla base di un presunto rapporto qualità-prezzo, di cui però non ci è dato di conoscere i termini. Come si giudica la qualità? Cosa sappiamo del livello di qualità che ha guidato la produzione di un bene? Il caso delle griffe Made in China se non per la targhetta Made in Italy – l’unico pezzo che viene effettivamente prodotto e cucito in Italia – è indicativa di quanto ci voglia poco a imbrogliare sulla qualità. E il prezzo del cartellino è indice del reale costo del bene? È indice del costo e del profitto per il produttore. Ma non ci dice quali siano i suoi costi ambientali, o in termini di salute pubblica.

Se vogliamo fare, almeno noi cittadini, della buona politica, dobbiamo trovare altri criteri. E sono sempre di più le persone che si stanno impegnando in questo senso, attraverso, ad esempio, l’utilizzo dei prodotti del Commercio Equo o la costituzione di Gruppi di Acquisto Solidale (GAS). I GAS sono gruppi di persone che si incontrano per fare acquisti comuni sulla base di criteri orientati alla solidarietà e alla sostenibilità, scegliendo prodotti e produttori che siano rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori. Anche a Portogruaro c’è un GAS: si chiama “Il Cannetoâ€. È una realtà in continua crescita. Fino a due anni fa eravamo in pochi e ci trovavamo solo per fare gli ordini. Oggi siamo circa 60 famiglie: ci sono molti giovani e idee nuove e abbiamo anche un sito internet (www.ilcanneto.org). Ci incontriamo una volta al mese per acquistare, ma anche per mangiare o sentire della buona musica, oltre che per scoprire nuovi prodotti e produttori; qualcuno si trova anche per fare assieme il pane o la birra. I nostri fornitori hanno un nome e un cognome, li conosciamo personalmente, qualcuno di noi è andato a visitarne l’azienda: producono ortaggi, frutta, olio, pasta, formaggi, carne da agricoltura biologica; detersivi e cosmetici naturali; hanno rilevato stabilimenti di aziende che stavano delocalizzando per continuare a dare lavoro agli operai italiani; fanno controinformazione o finanza etica.

Insomma, consumare con criteri diversi è possibile, senza dimenticare il buon vecchio rapporto qualità-prezzo: acquistando insieme risparmiamo e la qualità è certificata direttamente da noi… (un po’ meno) consumatori!

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Centrali a biomasse, fantastico: in Veneto la Lega riesce ad essere contemporaneamente al governo e all’opposizione!

12 febbraio 2010
Pubblicato da Ivo Simonella

In tempi normali ci saremmo sorpresi, di quanto affermato sulla stampa dai rappresentanti della Lega riguardo alla proposta di realizzare una centrale a biogas a Cinto e in generale sulla questione delle centrali a biomasse previste nel Portogruarese, ora non più.

Il Consigliere regionale Stival in un’intervista a un quotidiano afferma, proponendo un referendum tra la popolazione: “Dovranno essere i residenti a decidere del proprio futuro energeticoâ€.

Bene, benissimo, ma fino ad adesso dove è stato? A Portogruaro la gente non voleva la centrale a olio combustibile della Cereal Docks (moltissime le firme raccolte), che è ben 13 volte più grande di quella di Cinto, ma la Regione se ne è fatta un baffo della posizione contraria del Comune e Stival non ha aperto bocca.

Peccato poi che la legge regionale che individua i criteri per approvare questi tipi di centrale non preveda alcuna forma di partecipazione della cittadinanza, non preveda la Valutazione di Impatto Ambientale, dia ai Comuni un potere pressoché solo consultivo: già ma la Lega quando è stata approvata quella legge regionale era distratta, anzi era all’opposizione…

E non dimentichiamo che la Regione è ancora priva di un Piano Energetico: che fine ha fatto la proposta trasmessa dalla Giunta regionale al Consiglio il 28 gennaio 2005, “Adozione del Piano energetico regionale”, su proposta dell’allora assessore Marino Finozzi, ahi, ahi, proprio della LEGA?

Portogruaro, 12 febbraio 2010

Lista RossoVerde La Città Futura

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