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La cornucopia delle rinnovabili

17 maggio 2011
Pubblicato da Matteo Civiero

100% di energia pulita: it’s the economy, stupid!

Dopo aver evidenziato tutte le criticità del nucleare, vorrei confutare anche quest’altro luogo comune: se vogliamo abbandonare l’uso dei combustibili fossili, non possiamo basarci solo sulle fonti rinnovabili. Invece si può fare, si deve fare e conviene farlo: entro il 2050 tutta la domanda mondiale di energia può essere soddisfatta con fonti pulite. Sono già diversi gli studi usciti in questi ultimi anni che hanno mostrato la raggiungibilità di questo traguardo, da alcuni a torto bollato come fantascientifico.

Già nel 2007, Greenpeace insieme all’European Renewable Energy Council, nel loro Energy (R)evolution: A sustainable World Energy Outlook dimostrarono come fosse possibile dimezzare entro il 2050 le emissioni di CO2 rispetto a quelle del 1990,  per limitare l’aumento medio delle temperature terrestri a 2°C, riuscendo al tempo stesso a fornire energia a prezzi abbordabili a tutti i paesi, e a quei due miliardi di persone che non hanno accesso all’elettricitaÌ€. Secondo il rapporto, due sono gli strumenti indispensabili per costruire un sistema del genere: (1) l’efficienza energetica, con un potenziale enorme in grado di coprire tutto il fabbisogno aggiuntivo di energia da oggi in avanti; (2) le energie rinnovabili, che in quello scenario arrivavano a coprire il 35% del fabbisogno totale al 2030 e il 50% al 2050.

Nel frattempo gli studi si sono moltiplicati, le conoscenze approfondite e gli obiettivi si sono fatti più ambiziosi. L’ultimo lavoro, di recentissima pubblicazione, arriva dal WWF e si intitola The Energy Report. Un lavoro commissionato alla società di consulenza Ecofys che dipinge uno scenario energetico che porterebbe a ridurre le emissioni dell’80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. E’ una rivoluzione energetica che – se si investe con convinzione nei prossimi decenni – dal 2040 in poi farà anche risparmiare 4mila miliardi di euro l’anno. Anche in questo scenario, inutile dirlo, è fondamentale il ruolo dell’efficienza energetica: si prospetta una domanda di energia al 2050 inferiore del 15% a quella del 2005. Per ridurre i consumi l’azione dovrà essere decisa per tutti i settori: l’industria utilizzerà una quantità maggiore di materiali riciclati ed energeticamente efficienti, gli edifici verranno costruiti o ristrutturati in modo tale da richiedere livelli minimi di energia per il riscaldamento e il condizionamento, e le varie forme di trasporto saranno più efficienti. Per quanto possibile, si userà l’energia elettrica in luogo dei combustibili solidi e liquidi e l’elettricità sarà gestita in maniera efficiente rendendo più “intelligente” la rete elettrica.

Questa riduzione del fabbisogno elettrico – secondo lo scenario – potrà essere soddisfatto interamente da fonti rinnovabili. Contando solo sulle tecnologie già esistenti e abbandonano fonti con troppe controindicazioni come le fossili e il nucleare. Il mondo dunque non dovrà dipendere più dal carbone o dai combustibili nucleari, mentre le regole internazionali e la cooperazione limiteranno i potenziali danni ambientali derivanti dalla produzione di biofuels e dallo sviluppo dell’idroelettrico. Nel mix energetico proposto da Ecofys e WWF  protagonista sarà il solare. Entro il 2050 l’energia da sole fornirà circa metà di tutta l’elettricità, metà del riscaldamento degli edifici e il 15% del calore del settore industriale. Un obiettivo per cui – si fa notare – è sufficiente un tasso annuale di crescita medio molto inferiore a quello annuo attuale. Importante anche il ruolo dell’eolico che conterebbe per circa il 25% della domanda di elettricità entro il 2050. La geotermia fornirebbe il 4% circa dell’intera produzione elettrica nel 2050 e il 5% del fabbisogno di calore per il settore industriale. Energie rinnovabili con ricadute ambientali discutibili come l’idroelettrico e i biocarburanti nello scenario avranno un ruolo contenuto. Le biomasse verranno usate solo quando non sostituibili da altre fonti rinnovabili e il loro sviluppo dovrà comunque essere sostenibile. Dalle bioenergie nel 2050 verrà comunque il 60% dei combustibili e del calore necessari per l’industria, il 13% del fabbisogno termico degli edifici e circa il 13% dell’elettricità. 

Fornire energia sicura, accessibile e pulita nella quantità necessaria richiederà uno sforzo globale simile alla risposta alla crisi finanziaria mondiale, investimenti per circa il 2% del Pil fino ad un massimo di 3.500 miliardi di euro l’anno nel 2035 (euro al valore del 2005). Ma nel lungo termine i risparmi bilanceranno tutti i nuovi investimenti. Grazie all’energia e ai combustibili fossili risparmiati, infatti, dal 2040 in poi si potrebbe guadagnare a livello globale fino a 4mila miliardi di euro l’anno.

Solo illusioni? Toglietevi questa idea dalla testa. La Germania ha già imboccato con decisione questa strada: “La politica ecologica è la politica del futuro, anche per l’economia” ha spiegato il ministro dell’Ambiente Norbert Roettgen (“La Germania ha scelto Puntiamo su sole e ventoâ€, la Repubblica del 18 marzo 2011). I dati ufficiali parlano chiaro: l’efficienza nell’uso delle materie prime nell’economia tedesca è aumentata del 46,8% tra il 1994 e il 2009, cioè nello stesso periodo in cui il prodotto interno lordo cresceva del 18,4%. I costi del sistema economico Germania sono calati di 100 miliardi di euro. Proprio mentre, parallelamente, la percentuale di energia prodotta dal nucleare scendeva dal 27,3% del 1991 a una cifra attorno al 20%, e quella delle rinnovabili volava nello stesso arco di tempo dal 3,2 al 17%. Mentre i reattori nucleari tedeschi danno lavoro, secondo i Verdi, a circa 30mila persone, gli occupati nel comparto delle rinnovabili sono aumentati dai 277mila del 2007 ai circa 340mila attuali. Dal 2007 al 2009, gli investimenti nelle energie rinnovabili sono passati da 11,4 a 20,4 miliardi di euro. Il fatturato del comparto, export incluso, è di 21miliardi di euro, cresciuto in tre anni di quasi il 40%. Fondi pubblici e sgravi fiscali aiutano la crescita. Una produzione di energia elettrica affidata al 100% alle rinnovabili è possibile entro il 2050, dice il ministero di Roettgen, e il governo si è posto l’obiettivo di arrivare all’80%.

Il Governo di Roma sogna bidoni nucleari e confeziona pacchi sorpresa per le rinnovabili, a Berlino (e non solo) non hanno voglia di scherzare e prendono l’ecologia sul serio: it’s the economy, stupid!

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