Squadra, partecipazione e prioritÃ
Il 20 settembre, presso la palazzina della Polins, c’è stato un incontro tra le liste della maggioranza dopo un anno mezzo di amministrazione. Questo testo è la parte centrale ed essenziale dell’intervento dell’Assessore alle Politiche Ambientali, all’Istruzione, all’Edilizia Privata, alla Protezione Civile, alla Mobilità .
E’ oramai indiscutibile il fatto che anche a livello locale c’è sempre più insofferenza nei confronti della politica. Mi è piaciuta molto la frase che c’è nel documento preparatorio a questo incontro, dove si dice che essere amministratori oggi è diventata quasi una condizione sospetta, io toglierei il quasi.
Si dice sempre, ad esempio, che la nascita di comitati sia una sconfitta per chi amministra. Io non sono proprio d’accordo, perché in realtà riuscire ad instaurare dei rapporti con i comitati significa poter avere contatti con chi spesso alla politica non si avvicina. Certo non è facile avere a che fare con chi ha un solo obiettivo, in ogni caso cercare forme di confronto e magari anche di collaborazione con queste persone credo valga sempre la pena.
Una parola che troviamo spesso nel documento preparatorio è partecipazione. Nella precedente esperienza di questa coalizione eravamo riusciti a dare grosso slancio alle attività partecipate, sotto il cappello della città educativa, si sono avviati percorsi partecipati sul PUT, sul PAT, sul Peba, Forum Ambiente, Vivere con Stile, Giovani idee in Porto, quel progetto che ha portato a Spaziosamente giovani. Tutti percorsi che hanno consentito alla cittadinanza di influenzare direttamente le scelte del Comune.
Secondo me invece in questo mandato non abbiamo seguito l’abbrivio e dal punto di vista della partecipazione abbiamo sicuramente fatto un passo indietro, forse solo il Consiglio Comunale dei Giovani può essere considerato un vero percorso partecipato. Non vorrei che si ritornasse a pensare che la partecipazione significa raccontare alla gente come stanno le cose, quella è comunicazione, che lo si faccia attraverso i media o gli incontri pubblici è sempre comunicazione. Certo di comunicazione in questi periodi bisogna farne molta e il Sindaco dice giustamente che non ne facciamo mai abbastanza. Però noi ci eravamo molto caratterizzati nei percorsi partecipati, in qualche modo adesso stiamo ripartendo con la partecipazione sul PAT, sono molto contento di questo, soprattutto se riusciremo a far capire che terremo conto di quello che ci verrà detto nei vari incontri.
Nel programma abbiamo scritto che avremmo riavviato due percorsi partecipati importanti, come il Forum Ambiente e Vivere con Stile. Sono due azioni che si possono fare anche senza tanti soldi. Per Vivere con Stile ci siamo attivati attraverso una stagista per riattivarlo, il Forum Ambiente dovremmo metterlo in scaletta nei prossimi mesi per riprenderlo nel 2012.
Andiamo ora agli spunti che ci vengono dati dal documento preparatorio, in particolare agli obiettivi.
Rapporto tra organi istituzionali e referati. Ecco io vorrei cominciare dai consiglieri delegati o incaricati. Secondo me qui non c’è stato quello scatto in avanti necessario, dopo l’esperienza dei cinque anni precedenti. Alla fine della scorsa esperienza si era tanto parlato di quale poteva essere il ruolo dei consiglieri delegati. Fermo restando il ruolo dei consiglieri di zona, chiamiamoli così, quelli cioè che in qualche modo rappresentano l’amministrazione sul territorio, per gli altri abbiamo di fatto creato deleghe che si riconoscono con un assessore. Non abbiamo creato il consigliere delegato di progetto. Se non si delega un progetto c’è il rischio che di fatto la figura del consigliere delegato sia poco riconoscibile e credo che questo non gratifichi il consigliere che deve sempre di fatto rincorrere l’assessore.
Le deleghe devono essere su progetti che i consiglieri devono essere in grado di portare aventi con una certa in autonomia, confrontandosi ogni volta che ci sarà bisogno con assessore e maggioranza. Ma – ripeto – se il progetto ha obiettivi precisi e dettagliati, dovrebbe in qualche modo “arrangiarsi”.
Riguardo poi alle deleghe, è palese e noto a tutti che ci sono carichi non omogenei sulle spalle dei diversi assessori, che c’è chi ha a che fare con un solo dirigente e chi con tre. E’ anche vero che è sempre difficile rinunciare a qualche referato quando si è avviato un discorso, si è preso contatto con persone, si è lavorato magari bene con gli uffici. M è altrettanto vero che è difficile seguire bene tante materia diverse.
In generale, dobbiamo ripensare a una politica delle priorità , contro una politica delle località . Bisogna far capire che non possiamo più dire di sì a tutti, ma che dobbiamo dare meno peso alle località e più alle priorità . Il difetto del Veneto Orientale è il campanilismo, mi pare che anche al nostro interno ci sia spesso una visione centrata più sulle località che non sulle priorità . Sì, politica del fare, ma non più grandi opere. Piuttosto, tanti piccoli interventi che puntino a migliorare la città nell’ottica di privilegiare l’utenza debole in ogni settore.
Abbiamo misurato negli ultimi anni il nostro lavoro e mostrato la nostra capacità attraverso le opere pubbliche che siamo riusciti a fare. Non sarà più così e forse neanche mi dispiace. Dobbiamo trovare altri parametri che sappiano dimostrare il nostro lavoro, che mostrino la nostra virtuosità , quali la spesa procapite per la scuola, i numeri di interventi del servizio manutenzioni, persone assistite, pasti distribuiti, ettari di verde sfalciati, numeri da dare in modo semplice… Insomma, dobbiamo andare verso indici di misurazione della nostra attività che non siano più i soldi spesi in opere pubbliche.
Vediamo infine alcuni punti particolari.
Innovazione-sviluppo-lavoro. Bisognerebbe avere capacità di vedere oltre. Non è pensabile essere innovatori se ragioniamo sempre sullo sviluppo legato a infrastrutture, interporti, fabbriche. Ormai questo non è sviluppo, è inseguire un modello che sappiamo già essere destinato a finire. Veramente dovremmo avere il coraggio di dire che il nostro sviluppo è cultura e turismo, è conservare e manutenere il paesaggio. Anzi, ormai, anche ricostruirlo.
Mobilità . In questo momento in cui le opere pubbliche più costose sono di difficile realizzazione, bisogna riversarsi su piccoli interventi, anche se è vero che alcune importanti ciclabili sono finanziate e ormai in cantiere, interventi che stiano all’interno di un solo slogan “Prima il pedone e il ciclista, poi l’automobilista”. Insomma interventi piccoli ma che spesso sono importantissimi per l’utenza debole, come la messa in rete delle ciclabili già realizzate e l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Città Solare: non è solo energia rinnovabile, è una città solare, sorridente, che rispetta il suo ambiente, accogliente, che risparmia il suo territorio. Certo la difficoltà a fare investimenti ci obbliga a rivedere tutto il ragionamento sul fotovoltaico. Per questo abbiamo fatto un passo in avanti, se volete, aderendo al Patto dei Sindaci, il progetto europeo per l’abbattimento dell’effetto serra a livello comunale.
Sui rifiuti la situazione è delicata, perché con il referendum sull’acqua in realtà si è votato anche sulle altre gestioni dei servizi locali, ma il governo ha riliberalizzato i rifiuti, per cui non è chiarissimo cosa succederà . Da noi, il discorso di andare in Veritas pare una scelta già fatta. Forse però è meglio pensarci ancora un po’… Abbiamo il progetto di andare verso rifiuti zero, vuol dire mettere in atto tutti quei meccanismi anche piccoli che possono ridurre la quantità di rifiuti prodotti e differenziare ulteriormente i materiali una volta raccolti. Tante piccole azioni che possono portare a grandi risultati.
PAT: impegno verso le aree strategiche, no a nuove cubature. E bisogna sfuggire la tentazione di fare cassa consumando territorio.