O sei parte del problema o sei parte della soluzione
15 giugno 2011La memorabile vittoria in termini di partecipazione all’ultima tornata referendaria, contro ogni previsione, e soprattutto contro l’apparato politico e mass-mediatico, lascia in bocca una sensazione stupenda di novità , vigore e cambiamento in positivo. Siamo ancora tutti inebriati da una cavalcata durata più di un anno e conclusasi trionfalmente, anche se condotta con uno stile sobrio e pacato, dimostrato – bisogna ammetterlo – anche da chi è salito sul carro dei vincitori solo all’ultimo (almeno quello!).
Prima però che passi questo stato di euforia e si dimentichi quello che questo evento può e deve rappresentare, è bene che io chiarisca a chi ci legge cosa intendo per cambiamento e svolta, termini che ho molto usato con parenti e amici in questi giorni. Sbaglieremmo di grosso, infatti, a pensare di consegnare l’esito del referendum a questa politica perché essa cambi da sola; a pensare che un segnale così forte e chiaro sia subito accolto in favore di una svolta da parte dell’attuale sistema dei partiti e della sua nomenclatura (non mi riferisco solamente all’attuale maggioranza); a sperare in un automatico rovesciamento delle parti alle prossime tornate referendarie, magari anticipate.
E’ necessario, anzi indispensabile, cambiare scala e livello dello sguardo politico di ciascuno di noi. E’ tempo di spegnere la tv, di dimenticare le trasmissioni di approfondimento e (finto) dibattito, di leggere con più distacco giornali e rotocalchi, in altre parole è tempo a mio avviso di dare molto meno peso alla politica nazionale, e di concentrarsi sul locale.
Dobbiamo assolutamente passare dall’occuparci delle centrali nucleari giapponesi o europee, – senza mollare per questo la guardia – a quelle che già sono in costruzione, o lo potrebbero essere presto, nel nostro territorio (penso ad esempio alle biomasse) e di come intendiamo risparmiare e produrre energia qui ed ora. Dobbiamo preoccuparci, informarci e occuparci del destino delle due nostre società di gestione del servizio idrico e di quale modello riteniamo migliore per la loro conduzione. Stesso impegno va posto di nuovo al settore dei rifiuti, ora che i processi di privatizzazione già avviati non sono più obbligatori per legge, e dove l’obiettivo da perseguire è chiaro: rifiuti zero. Dobbiamo interessarci delle piccole e grandi ingiustizie subite nel nostro territorio da singoli cittadini, popolazione, ambiente.
Per questo è necessario partecipare alla vita pubblica cittadina, seguire le vicende politiche del territorio, frequentare consigli comunali, dibattiti e riunioni pubbliche, aderire ad iniziative e manifestazioni, promuoverne di nuove. Prendere parte, questa è la parola chiave di una nuova epoca politica che questo referendum ha avviato, con la consapevolezza che partecipazione, presa di coscienza, condivisione e la Rete sono fattori in grado di abbattere il più massiccio dei muri di silenzio, il più ingombrante dei conflitti d’interesse, la più densa cortina d’indifferenza.
Su il sipario, si comincia.
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Leggermente modificato e col titolo Prendere parte, questo articolo è l’editoriale di LCF17.
Sono d’accordo sull’agire localmente, ma non dimentichiamoci di pensare globalmente!
Con il risultato dei referendum credo che ci siamo riscoperti italiani. Italiani di un’unica nazione, dove il bene comune va perseguito e tutelato. Personalmente, era da un po’ che non lo sentivo!