La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Diario elettorale: Sabato 27 marzo 2010 (-1)

27 marzo 2010
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

ieri sera c’è stata la chiusura della corsa elettorale. Il centrodestra era al Mecchia, a me molto caro, il centrosinistra al Russolo, un posto più soft, accogliente, eppure non così pieno come speravo. Un brutto segno? Vedremo.

Il programma prevedeva dapprima la presentazione delle liste sul palcoscenico. Proprio così: tutti i candidati a salutare quelli sotto che sono altri candidati e/o loro stretti familiari e sodali. Una cerimonia un po’ banale e inevitabilmente infruttifera. Fortunatamente c’erano i rossoverdi, cioè noi. Lo stesso Toni, non so se prima o dopo, ci ha definito snob, ossia ‘sine nobilitate’. Noi invece sappiamo che siamo sban cioè ‘non banali’.

Ci ha presentato Max Bazzana, alla fine del suo piccolo spettacolo fatto della lettura di testi da noi consegnatigli poco prima e da una sua nuova canzone, che ha lasciato un po’ perplessa una sala di benpensanti… Infatti parlava di un frate autostoppista, di dio… Poveretti, in che alleanza si sono messi! Con noi c’era naturalmente Tommaso, il bocia di Patrizia, la capolista. Così abbiamo dimostrato che per noi la famiglia e le nuove generazioni non sono un riempimento verbale, ma una realtà imprescindibile.

(Simonetta Rubinato)

Ci sono stati anche due interventi canonici. Quello di Simonetta Rubinato, deputato PD, già senatore, e sindaco di Roncade, che ha toccato aspetti molto concreti della politica nel Veneto, del ruolo della Lega, dell’eredità della gestione Galan. E’ un tipo preparato, comunicativo, ma – mi chiedo – perché se il PD ha simili elementi è così pòareto di consensi? Eppoi, perché anche lei ha due culi? Cioè, un cul in do careghe?

Prima del saluto finale di Toni, talmente stanco da riuscir a leggere a fatica le solite formulette finali, è intervenuto Giuseppe Bortolussi, il candidato-governatore della sinistra, pardon centrosinistra, adesso si deve dire così. Non è un militante PD, è stato assessore a Venezia con Cacciari. E’ un nostro compaesano, di Gruaro, padre di tre figlie, come Karl Marx. Dal 1980 è direttore della CGIA di Mestre, quindi è un sindacalista della piccolissima impresa. Il suo slogan elettorale è stato ‘Fare l’impresa’, ambiguo quanto basta.

(Giuseppe Bortolussi)

Bortolussi non è figo come Zaia e neanche tanto predestinato come il suo concorrente. E’ stato messo alla candidatura all’ultimo momento, come sempre in Veneto, togliendo probabilmente il posto al candidato naturale, Laura Puppato, il sindaco di Montebelluna, un’antagonista ideale della Lega. Era la candidatura anche di una società civile non così bolsa, se han firmato un appello per lei personaggi come Marco Paolini e Andrea Zanzotto, un mio maestro di pensiero e di umanità, ma non è bastato.

(Laura Puppato)

Caro diario, devo dedicare questo spazio e il poco tempo che mi rimane soprattutto alla corsa di Portogruaro, ma non ti nascondo la mia profonda delusione per una squadra, il PD veneto, veramente al di sotto delle esigenze minime di questa terra e di questa gente, molto simile a noi piemontesi e molto più fortunati perché hanno di tutto, anche il mare. Mancano solo di qualcuno con le palle, cioè di un buon capitano. Anche se mi pare che questo sia un problema della squadra a livello nazionale.

Giuseppe Bortolussi però mi ha meravigliato, positivamente meravigliato. Lui stesso ha riconosciuto che la corsa elettorale gli ha permesso di conoscere e di capire, di cambiare. Il suo intervento è stato sostanzialmente incentrato sulla necessità di dare una prospettiva economica al tessuto delle imprese venete. Come? Con la green economy, l’economia verde, di cui il nostro territorio, ricco di varietà morfologica, di bellezze naturali e storiche è la destinazione logica. Il suo intervento è stato così convinto e appassionato che ho pensato dapprima che avesse letto bene sia il nostro programma che il nostro periodico, ma poi che – tutto sommato – se questo PD entra nell’ordine di idee che qualcun altro può dire qualcosa di buono, forse, dopo Bertoncello a Portogruaro, possiamo collaborare anche con qualcuno a Venezia, un posto non così remoto.

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