La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Diario elettorale: Domenica 14 marzo 2010 (-14)

14 marzo 2010
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

ormai mancano solo due settimane al voto e finora a Portogruaro resta traccia solo delle kermesse della coalizione Bertoncello, al Russolo a fine gennaio, e al Mecchia, a fine febbraio. Il confronto al Marconi, anche rivisitato grazie a Gianfranco Battiston, non ha fatto mosso granché. Certo che non mancano gli interessi su scala più larga. Infatti, il cavalier Banana è al massimo dell’agitazione possibile. Gli aggettivi si sprecano facilmente, il più usato è paranoico. Non sono passati che due anni dalle elezioni legislative dell’aprile 2008. Sembra una vita, ricordi? Tra la legge con la soglia al 4% e la richiesta del voto utile, il nuovo PD di Walter Veltroni fece reset della sinistra, l’effimera Sinistra Arcobaleno guidata dal pantofolaio presidente uscente della Camera, Fausto Bertinotti. La vittoria del Banana fu chiarissima, avendo il 55% dei seggi di entrambe le camere.

Eppure, ancora una volta è chiaro che la coalizione di destra non tiene. Oramai dovrebbero avere una certa esperienza. Ricorderai quella brevissima del 1994, quando già a dicembre Bossi saltò dall’altra parte e Scalfaro dovette incaricare Lamberto Dini, allora ministro del Tesoro. Ma in quell’occasione c’era l’alibi. La manovra elettorale, pur geniale, fu improvvisata assai, con il Polo delle Libertà al Nord e il Polo del Buongoverno al Sud. Non c’erano però tutti i numeri, al Senato non avevano neanche la maggioranza, e soprattutto già i primi tentativi legislativi furono un po’ imprudenti. Il ministro della Giustizia Biondi cercò di alleggerire la custodia preventiva nel pieno di ‘Mani pulite’ e quell’Italia, Lega Nord in testa, non apprezzò.

La seconda volta per la destra fu dopo la vittoria alle elezioni del 2001, che seguì un legislatura ‘di sinistra’ a dir poco tormentata, la sequenza del primo governo Prodi (maggio 1996 – ottobre 1998), dei due governi D’Alema (ottobre 1998 – aprile 2000) e del secondo governo Amato (aprile 2000 – giugno 2001). Fu un periodo particolarmente infausto quello dei due governi del Banana (giugno 2001 – maggio 2006), anche perché costui fa tutt’uno con la sfiga della storia. Ogni volta che s’insedia, come se si vergognasse, il mondo collassa. Incominciò, nel luglio 2001, con l’inaudita violenza al G8 di Genova, una vergogna incancellabile. Poco dopo, l’11 settembre, ed il Banana ebbe anche la brillante idea di dichiarare che la civiltà occidentale è superiore alle altre. A fine luglio 2002, con la legge Bossi-Fini, si introdusse l’espulsione immediata degli immigrati clandestini, dando la stura ufficiale allo tsunami razzista, oggi ancora più devastante. Nel frattempo, il mondo soffriva la crisi economica post 11 settembre, ma il governo, nonostante i numeri in Parlamento, brancolava. Ad un certo punto Fini pretese la testa del ministro dell’Economia Tremonti, che lasciò nel luglio del 2004. I due anni successivi, pur in presenza di un clima economico internazionale diverso, furono un trascinamento pietoso che portò alla sconfitta il Banana ed alleati nelle elezioni dell’aprile 2006, battuto per la seconda volta dal quel fenomeno della comunicazione che era Romano Prodi.

Perché questa ricostruzione, caro diario? Per un semplice motivo: ci risiamo. Alla prova dei fatti, cioè dell’attività di governo del paese, la destra ed il suo attuale capo si dimostrano semplicemente inadeguati. Il pil nazionale, visto che ci tengono tanto a questo dato, fatto 100 il livello del 2000, aveva raggiunto quota 108 all’inizio del 2008, adesso è a quota 102, circa due punti di crescita in dieci anni. Per scelta o per vocazione affrontano i problemi reali, contingenti o strutturali, sempre con finalità classiste e non sciogliendo mai nodi reali. Con loro la situazione peggiora sempre. Al dunque vengono inesorabilmente abbandonati anche dai propri elettori, anche se questi sono continuamente ammansiti con piccole prebende, che non vanno a votare, e sanno che poi un Prodi o un Amato possono raddrizzare la baracca, purtroppo per noi. Tutto ciò rende il nostro paese un posto speciale al mondo, senz’altro unico in Europa. Ormai ci tengono a distanza tutti, buoni solo per far affari altrimenti impossibili, come i francesi con le loro centrali nucleari, venditori del colosseo del Novecento.

Come vedi, caro diario, l’ho fatta lunga, ma sono stato molto pacato, non ho né usato termini forti né cronache recenti, ho solo fatto una previsione facile: stanno nuovamente per crollare. Con quale esito? Dovremo tornarci su.

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