Fare meglio con meno
28 ottobre 2011Amministrare al tempo della crisi
Il 20 settembre, presso la palazzina della Polins, c’è stato un incontro tra le liste della maggioranza dopo un anno mezzo di nuova amministrazione. Questo è il testo, tagliato solo dei saluti iniziali e finali, dell’intervento della Capogruppo rossoverde.
Sul nostro programma, e senza andare nel dettaglio delle azioni proposte, che le nuove e incerte condizioni economiche degli Enti locali non consentono, in questo momento, di pianificare con metodo, noi della Città Futura riteniamo importante ribadire soprattutto quali sono i valori di fondo, i principi ispiratori del nostro agire politico e amministrativo. A partire da quello che è diventata un’icona dell’apporto rossoverde a questa maggioranza, e diffusa come buona pratica anche ben oltre il territorio locale: il progetto “Città Solareâ€. Siamo molto soddisfatti che Sindaco e Vicesindaco lo citino nel documento preparatorio a questo incontro come progetto prioritario da riprendere. Il progetto “Città Solare†è un progetto ampio e complesso, che contiene in sé molte indicazioni sul futuro di quest’area, che hanno sicuramente una valenza ambientale, ma, stando alle riflessioni di pochi giorni fa dell’economista Guido Viale, assumono oggi anche una valenza economica nella via d’uscita dalla spirale negativa basata sul debito.
È interessante notare anche che, molti degli obiettivi della “Città solareâ€, coincidono con quelle che vengono indicate come priorità nel documento preparatorio a questo incontro che ci è stato consegnato, il che ci fa supporre di avere, quanto meno, il supporto di Sindaco e Vicesindaco per ripartire con un progetto che è fermo da troppo tempo, mentre siamo stati superati da altre Amministrazioni che ce l’hanno copiato e preso come buona pratica! Il progetto non tratta infatti solo il tema delle energie rinnovabili: consumare meno energia è solo il primo degli obiettivi del progetto. Obiettivo che potrà essere perseguito se i criteri di risparmio ed efficienza energetica saranno tenuti primariamente in considerazione nelle opere di ristrutturazione del patrimonio comunale, nei criteri di approvazione del Piano Casa, con l’adozione di sistemi incentivanti, con la riedizione dei corsi di formazione per gli artigiani locali. Un obiettivo su cui ce la caviamo già piuttosto bene è quello della raccolta differenziata dei rifiuti. (Anche se c’è ora il grosso scoglio della privatizzazione parziale della società Asvo.)
Invece, su altre cose, si può fare di più. Infatti, il terzo obiettivo del progetto è il contrasto all’inquinamento tramite la riduzione del traffico veicolare. Sappiamo bene, e in maggioranza questo è stato più volte citato come obiettivo prioritario e condiviso per questa legislatura, che la finalità principale in questo senso è la chiusura del centro storico. Sappiamo anche che questo è legato alla disponibilità di parcheggi e che – stanti le attuali difficoltà economiche e nonostante l’indubbio impegno dell’Amministrazione nel proseguire in questo senso – le opere necessarie potranno richiedere più tempo del previsto. È importante allora dare altri segnali, procedere con altre azioni, a partire, ad esempio, dalla sperimentazione delle isole ambientali, magari affiancata da processi partecipati, per ridare ai quartieri la dignità di spazi di incontro più a misura di persona che di automobile.
Quarto obiettivo è quello del contenimento del consumo di suolo: obiettivo da tenere particolarmente in mente in questa fase di riedizione del PAT. L’effettivo utilizzo e sfruttamento del patrimonio edilizio già esistente, il consumo dei metri cubi già assegnati dal Piano regolatore vigente, l’adozione delle indicazioni espresse nel corso degli incontri pubblici e in particolare di quelli rivolti alle donne, devono essere assolutamente prioritari rispetto all’aggiunta di cubi disponibili per l’edificazione nel prossimo futuro! La logica dell’edificazione come fonte di entrate per il Comune non deve più prevalere. Siamo ben consapevoli del vantaggio che Portogruaro gode oggi in termini di verde disponibile rispetto alla media dei comuni veneti, e questo è un vantaggio che va mantenuto. Tutti i documenti di analisi di questo territorio e di pianificazione strategica del suo futuro si basano sullo sviluppo dell’agricoltura di pregio e del turismo “lentoâ€: obiettivi che non possono essere perseguiti se opere impattanti come la Tav e una più generale cementificazione del territorio non vengono contrastate.
L’ultimo obiettivo, anche se non per importanza, della “Città Solare†è quello della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini: un’altra delle priorità segnalate nel documento preparatorio. Come Città futura siamo assolutamente d’accordo sulla necessità di coinvolgere largamente i cittadini, in particolare in questo momento di difficoltà degli Enti locali. Se gli obiettivi da perseguire devono essere ridimensionati, è giusto che i cittadini diano il loro parere sulla direzione da prendere. Forse è anche il momento buono per riprendere l’idea del bilancio partecipato: il metodo migliore, secondo me, per far capire ai cittadini le reali condizioni in cui è costretta ad agire l’Amministrazione in questo momento storico. È importante, in questo senso, affiancare a percorsi partecipativi importanti e strutturati, come può essere quello degli Stati Generali o del bilancio partecipativo, strumenti volti a garantire piccoli ed economici momenti di interazione con il cittadino, per dare segnali di attenzione ai diversi territori che non siano quelli basati dalle sulle opere, oggi sempre meno perseguibili.
Veniamo qui ad un altro punto estremamente interessante del documento preparatorio a questo incontro, dove c’è più di un riferimento al fare inteso come costruire: è questo l’unico modo che conosciamo di fare? È questo l’unico che i cittadini apprezzano? L’unica alternativa a questo fare è quindi il resistere? Siamo consapevoli che questo è un momento difficile per governare: mantenere il consenso non è facile con la scarsità di risorse a disposizione, ma vogliamo credere che ci siano altri modi di fare: piccoli e grandi progetti che non richiedano di costruire alcunché. La base di questo approccio deve essere il contatto costante con il cittadino e forme di fare più soft. Gli obiettivi appena elencati del progetto “Città Solare†rientrano, ad esempio, in questa logica.
Ma vanno in questa direzione anche tutti gli interventi che possiamo mettere in campo nel settore scolastico e culturale, le cui limitazioni dovute alla scarsità di risorse, ci preoccupano molto più. Nell’ottica democratica di operare a favore di tutti i cittadini, e non dei singoli territori, noi crediamo che le risorse culturali che questa città ha saputo coltivare in tanti anni siano un patrimonio da salvaguardare, ma anche da gestire in una chiave che ne assicuri l’accesso da parte di tutti. La biblioteca è il primo strumento di democrazia culturale; il teatro è stato fortemente voluto e deve essere mantenuto, ma rivisto nei costi, promuovendo e non limitando la collaborazione con le tante realtà associative culturali e giovanili che caratterizzano il nostro territorio; la sede periferica dell’Università ha i numeri per continuare ad operare, e per questo ci si deve battere, pur essendo una scelta che dipende da molti altri attori prima che dal Comune; la scuola di musica è un fiore all’occhiello della nostra realtà , che sta fortunatamente andando verso logiche di finanziamento che esulano dal bilancio comunale. Magari si potrebbe pensare, in accordo con il tessuto economico locale, a formule per valutare e incrementare l’indotto di queste risorse culturali in termini economici.
Ultimo, ma non per importanza, il fare, soprattutto quello soft, si basa sulle risorse umane e in particolare su quelle interne. In questo momento storico è fondamentale dare un attenzione particolare alle risorse interne perché saranno sempre meno, con sempre più mansioni e quelle che abbiamo oggi resteranno in forza al Comune per molti anni. Per questo è necessario che siano motivate a fare, cosa difficile se partiamo dall’assunto che sono dei privilegiati perché hanno il posto fisso, se gliene facciamo una colpa. Bisogna invece fare leva sulla maggiore tranquillità emotiva che questo comporta, e che molte altre persone oggi non hanno, per avviare processi motivazionali basati sulla formazione, sullo scambio con altre amministrazioni, sul riconoscimento. Il personale interno è in fondo l’unico strumento che l’Amministrazione ha per perseguire concretamente i propri obiettivi.