Il portogruarese sarà il primo territorio a cedere ai privati il 40% delle quote degli acquedotti
19 giugno 2010Lo scorso 26 maggio l’assemblea dei Comuni azionisti della Società Acque del Basso Livenza ha deliberato su tutta una serie di atti. In particolare è stato deciso all’unanimità di avviare l’iter tecnico-amministrativo che porterà entro l’anno alla cessione del 40 % delle azioni ai privati
L’obbligo deriverebbe dal fatto che l’Autorità d’Ambito Interregionale “Lemene” è stata istituita dopo il 22.08.2008, data fissata dall’art. 15 della legge 29/11/2009 n.166 per poter continuare con il cosiddetto affidamento in house.
Nelle altre realtà italiane, dove l’ATO era già costituito, la scadenza è invece fissata al 31.12.2011.
L’iter approvato prevede entro il corrente mese di giugno che i Consigli Comunali deliberino
- sulle modifiche allo statuto necessarie
- sull’aumento del capitale sociale che consentirà ad 8 comuni friulani di entrare nella società
- la scissione parziale della società con affidamento delle strutture ad una società partrimoniale ad intero capitale pubblico.
I comuni che lo vorranno potranno deliberare entro tale data anche la cessione del 40% della società di gestione. Entro agosto 2010 si indirà la gara per la vendita delle quote ai privati.
E’ stato inoltre deciso che i sindaci dei comuni soci individuino una delegazione, designata tra gli stessi, con il compito di avviare da subito i rapporti con i Presidenti delle Regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, al fine di aprire un confronto politico finalizzato all’ottenimento di una modifica normativa che consenta anche alla gestione di Acque del Basso Livenza spa di decadere alla data del 31.12.2011, analogamente alla maggior parte delle gestioni pubbliche in essere.
Si profila dunque una vera beffa per le centinaia di cittadini che nel nostro territorio hanno sottoscritto la richiesta di referendum per l’acqua pubblica, che in ogni caso non potrà essere indetto prima della scadenza fissata dal Basso Livenza per la cessione delle quote.
Una situazione analoga dovrebbe interessare anche il Basso Tagliamento, che però pare non così avanti nell’iter.
La realtà normativa in questo momento è piuttosto complessa, tanto che è prevista anche l’abolizione dello stesso ATO che deve affidare la gestione del servizio idrico, si è anche in attesa di pronunciamenti della corte costituzionale su ricorsi presentati da alcune Regioni (è previsto per ottobre un primo pronunciamento che potrebbe anche dichiarare illegittime alcune parti delle norme).
Siamo perciò realmente certi che l’unica strada da percorrere sia quella indicata? Quali sono i pareri legali che sostengono l’iter?
Ma l’aspetto che più ci lascia interdetti è che se si è arrivati a fine maggio con tutto predisposto, vuol dire che è da parecchio tempo che si sta lavorando su questa strada, e su un tema così importante non si è ritenuto di coinvolgere la cittadinanza.
Solo un dilettante della politica può pensare che senza l’appoggio dell’opinione pubblica si riuscirà a far modificare la legge ed ottenere almeno la proroga fino al 2011.