La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

“Una idea è una idea e nessuno la rompe”

25 aprile 2010
Pubblicato da La Città Futura

Per questo 25 aprile, quello dei 65 anni dalla Liberazione, ma giornata sempre più bersagliata e ostacolata, adesso anche dai leghisti che non ragionano neanche sul fatto che è proprio la liberazione del Nord Italia ad essere ricordata, vogliamo tornare ad una grande vicenda umana e politica, la fucilazione a Udine di ventinove partigiani tra cui alcuni nostri compaesani.

Riportiamo prima un estratto dal libro di Aldo Mori, ripubblicato di recente, quindi una lettera di Luigi Ciol e la sua trascrizione. Noi pensiamo che, invece d’impedire le cerimonie commemorative o non far cantar Bella ciao, gli amministratori leghisti farebbero bene a leggere a voce alta questa lettera, a casa, in municipio, davanti al cippo dei caduti, affinché tutti i presenti ricordino almeno le parole più semplici e forti: “una idea è una idea e nessuno la rompe”.

Fu proprio in aprile, a pochi giorni dalla liberazione, che il battaglione Egidio Del Ben, già Learco, annoverò tra le sue numerose perdite anche quelle di due giovanissimi combattenti: Luigi Ciol (Resistere) e Gino Nosella, entrambi di diciannove anni. Quest’ultimo. Giovane coraggioso e pieno d’entusiasmo, militava nel Learco dal 9 settembre del 1944. Il Ciol, nato a Cintello di Teglio Veneto il 4 ottobre 1925, militava nella formazione dal 1° giugno 1944. Entrambi educati all’antifascismo a ai sentimenti democratici dall’appassionata opera educativa svolta da Natale Tomba, di Cintello, comunista perseguitato dai fascisti, costretto perciò ad emigrare in Francia durante il ventennio, il Ciol e il Nosella catturati a Fossalta di Portogruaro il 22 gennaio 1945 e ivi imprigionati in un locale delle scuole elementari, furono presto trasferiti nelle carceri di Udine, dove subirono sevizie.
Condannati a morte il 14 marzo dal Tribunale Militare Territoriale tedesco, vennero fucilati il 9 aprile con altri ventotto partigiani.
Luigi Ciol in carcere scrisse con il lapis una lettera ai familiari. Sebastiano Colussi, di Bagnara, recò alla madre il foglietto scritto, cucito nella fodera della giacca. La lettera è una testimonianza umana e politica, che mette in luce gli ideali che animavano i partigiani del battaglione Egidio Del Ben, come quelli di tutta Italia, spingendoli anche al sacrificio estremo.
E Luigi Ciol, come Gino Nosella, come Ruggero Anese, l’indimenticato Nivio, come Egidio come il Maddalena, come tanti e tanti altri, contadino fra i contadini, fece la sua scelta, quella giusta, che seppe condurre fino in fondo. La lettera, stilata in punto di morte, ne è chiara testimonianza.

(Tratto da: Aldo Mori, La Resistenza nel mondo contadino. La lotta di liberazione nel Portogruarese, Nuova Dimensione, Portogruaro (19771) 20072)

Trascrizione

Ciol Luigi

Dalle mie prigioni vi scrivo.
Carissimi famigliari, vengo a voi con queste mie, ultime [pa-]
role, facendovi sapere che sono condannato a morte, ma non di [spe-]
ratevi per me. Speriamo che tutto vada bene, se non va bene va
male. Cara mamma se anche muoio io ti restano lo stesso altri
quattro leoni, niente da fare così è il destino, io e Gino Nosella,
i più disgraziati dei condannati a morte.
Luigi detto Boschin (parte?) per la Germania, vi faccio sapere
che insieme a noi due è anche il cugino Benito di Cordovado, an-
che lui condannato a morte. Speriamo che tutto vada bene, ma
siamo che aspettiamo momento per momento e siamo in trenta-
sette condannati a morte.
Un saluto ai parenti e ai paesani.
Una idea è una idea e nessuno la rompe. A morte il fascismo
e viva la libertà dei popoli. Un saluto a Natale Tomba e a sua
moglie Gigia e ai padroni.
Se il destino e sfortuna mi rapì, vi chiedo perdono a tutti,
papà mamma e fratelli. Girare attorno qua e là per la prigione
e a dirsi che siamo condannati a morte, ma ormai è così e viva
la libertà dei popoli.
E’ così l’ultimo saluto che vi faccio.
Bacioni a tutti ai nonni che preghino per me tanto e vi ba-
cio tutti.
Vostro
Luigi

Lettera battuta a macchina e archiviata


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2 risposte a ““Una idea è una idea e nessuno la rompe””

  1. Gino Bartali scrive:

    “Speriamo che tutto vada bene, se non va bene va male”. Non serve aggiungere altro.

  2. Fausto scrive:

    Buon 25 aprile a tutti quelli della Bicicletta e anche agli altri che corrono in gruppo! Anzi anche a tutto il pubblico. Lascio fuori solo quelli che non amano e non usano mai la bicicletta! Ma siccome sono buono a questi auguro un buon San Marco.

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