Diario elettorale: Venerdì 26 marzo 2010 (-2)
26 marzo 2010Caro diario,
ieri sera al teatro Russolo c’è stato il confronto finale tra i candidati-sindaco. Una formula che sovraespone gli outsiders (Bellinazzi, Buffon e Padovese) e che penalizza quelle liste che appartengono sì ad una coalizione, ma hanno posizioni più eccentriche rispetto al candidato-sindaco. E’ il caso dei rossoverdi con Bertoncello, ma il ragionamento funziona solo se questi confronti sono molto seguiti ed efficaci e probabilmente ciò dipende più dalle caratteristiche dei protagonisti che dal loro ruolo.
Comunque, non ci sono state grandi novità o colpi di scena. Bellinazzi ha confermato la sua pochezza, sia programmatica che nella comunicazione. Buffon come comunicazione sembra cresciuto, forse perché centrata su pochi punti, veri e propri slogan ripetuti: no alle centrali a biomasse, difesa del valore pubblico dell’acqua, aiuti concreti a chi subisce la crisi. Padovese è apparso sempre più marginale in quanto a programmi, anzi banale, salvo alzare un po’ la voce sul tema della sanità.
Gongolo (non riesco a chiamarlo diversamente neanche riportando su un momento collegiale) è stato ancora una volta il più ambiguo. Sintesi di questa scarsa serietà con la realtà è la posizione sulle centrali a biomasse: “bisogna capire se si tratta di inceneritori o di rigassificatori – c’è una bella differenza”. Punto. Magari poteva informarsi su quelli destinati al portogruarese, vero?
Bertoncello è stato pacato, fin troppo. Probabilmente è stanco, alla fine del giro non tutti hanno la stessa lucidità. Ricordo nel 1953 Hugo Koblet, gli mancava solo lo Stelvio… (Visto il confronto, speriamo bene…) Però è anche vero che questi confronti sono gare di tutti contro uno solo e non è sempre facile rispondere ad ogni iniziativa degli altri. Nella battuta finale ha avuto però uno scatto significativo. Tabaro ha infatti dichiarato che sarà lui a decidere, è una condizione che ha imposto ai suoi. Toni invece ha detto che ha la fortuna di avere una buona squadra, che in squadra si sbaglia meno che da soli e per questo si sente più forte. Bravo, ben detto.