Diario elettorale: Martedì 9 marzo 2010 (-19)
9 marzo 2010Caro diario,
so che tra i tanti comportamenti diversi o patologici ci sono forme che definirei semplicemente contraddittorie ma che hanno nomi e codifiche precise. Per esempio, i narcisisti, i sadici, i masochisti. Ho letto e mi hanno detto anche alcuni amici che si occupano di psicoanalisi, che noi corridori siamo tendenzialmente masochisti, cioè siamo in quella categoria di persone che prova piacere nel provare dolore. Lo ammetto, non posso nascondere che senza un certo atteggiamento mentale non si può correre in bicicletta per centinaia di chilometri, in mezzo ad intemperie, con dolori diffusi o concentrati ma fittissimi e costanti, eppure andare avanti per cercare una gioia riservata a pochi, se non a uno solo, la vittoria sul traguardo, che nel caso del gregario non è neanche un successo personale.
Ma non c’è dubbio che la continua ricerca d’informazioni sui programmi dei nostri avversari ha qualcosa di masochistico. Prendi quella sintesi di programma data alla brava Teresa Infanti per il giornale diocesano ‘Il Popolo’, dove si riportano otto punti dettati da Gongolo (lo chiamo ancora così, anche se mi pare meno gaudente della volta scorsa). Al primo punto c’è “comporre una buona squadra di governo”: ma come, questa sarebbe una priorità di programma? Però a ben pensarci il nostro avversario qualche problema deve avercelo, pensa ai nomi che corrono con lui. In questa sintesi, all’ultimo e ottavo punto indica che bisogna
“Rivedere la viabilità per rendere più fluido il traffico circolare e favorire l’ingresso nel centro storico.”
Tu, caro diario, capisci chiaramente cosa significa? Io capisco che si vuol fare del centro storico una pista… Forse non è così, magari significa che vuole aumentare il traffico esterno al centro (nota quel circolare)… nel programma generale parla tanto di parcheggi necessari… Ma intanto, nel momento che deve essere letto dai commercianti del centro usa questo linguaggio. Insomma due sono i casi: o non sa scrivere in maniera sintetica o sa farlo in maniera molto ambigua.
E’ brutto fare una corsa senza sapere veramente chi è e cosa vuole l’avversario, non solo perché si rischia di sopravvalutarlo per niente, ma per evitare i colpi bassi o per assorbirli con il dovuto stile. Io ne ho sempre fatto una questione di stile.