La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Diario elettorale: mercoledì 20 maggio 2009 (-17)

20 maggio 2009
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

ieri mi sono dimenticato di segnalarti il sito di Gianfranco Battiston (http://www.gianfrancobattiston.it/). Questo signore è un tipo intellettualmente corretto e ciò gli permette di fare un complimento all’Assessore all’Ambiente, il nostro Ivo Simonella, a proposito del nuovo parco “Il bosco dei bimbi”, definito in maniera molto semplice ed efficace: “Splendido!”.

Oggi però sono ancora preso con il candidato Angelo Tabaro: nel suo sito non ha ancora pubblicato il suo programma! Devi dunque rassegnarti, bisogna continuare a leggere le sue News… Ecco la seconda, terza e quarta delle affermazioni fatte. Te le riporto assieme, caro diario, perché sono molto omogenee tra loro. Lo sarebbero anche con la sesta e penultima, ma questa merita un commento speciale.

Cosa può dirci degli interventi per le frazioni e la viabilità?
L’attenzione alle frazioni è fondamentale.
A Lugugnana, gli automobilisti corrono pericoli reali a causa di una viabilità non adeguata. E si è speso per abbellire la piazza. Lison da dieci anni è un paese diviso in due per un sottopasso che non c’è. Pradipozzo ha bisogno di una rotatoria per la sicurezza sulla Postumia. Portovecchio attende ancora le piste ciclabili promesse e mai realizzate. Summaga va integrata maggiormente con la città, e basta un semplice collegamento ciclo-pedonale. Quando tutto questo è a posto possiamo pensare alle «grandi opere».

Quali strumenti adotterai?
Serve una cosa semplice, uno strumento chiaro e diretto. Se sarò Sindaco approverò una sorta di programma obiettivo per Portogruaro, negoziato con Regione, Provincia e Veneto Strade, in cui questi interventi, divisi per competenze, saranno finanziati e realizzati in un programma quinquennale unico. Passeremo dalla stagione del fare per apparire a quella del fare perché serve ai cittadini. Tutti sapranno in qualsiasi momento a che punto siamo arrivati. Un po’ come il tabellone dei giorni del Passante di Mestre.

Una delle priorità?
Gli accordi di programma sull’eliminazione dei passaggi a livello e la realizzazione dei nuovi sottopassi: è il momento di dare una svolta definitiva a questo problema. Non tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi è da buttare: diverse iniziative sono positive, ma ci mettiamo in gioco perché siamo convinti di poter fare meglio e di più.

Purtroppo, caro diario, è avvilente dover scrivere su certe cose, perché qui sostanzialmente si dice che il programma di Tabaro candidato sindaco è assai striminzito e praticamente legato alla scorrevolezza delle strade. La priorità indicata è proprio la realizzazione dei nuovi sottopassi, qui ci vuole la “svolta”. Non si parla di cultura (lui, il Segretario regionale), niente solidarietà (in questo momento difficile), neppure di sicurezza! Qui si parla di strade, soprattutto di sottopassi, si parla. Con un paio di effetti comici, ma non troppo.

Il primo momento comico è che dopo aver affermato che “le grandi opere non sono di competenza dei Comuni” (ricordi vero?), adesso si dice che ci vuole un nuovo strumento, “una sorta di programma obiettivo“, ma negoziato con le altre istituzioni. Ma allora il Comune ha o non ha competenza? Forse non l’ha avuta con Bertoncello e invece ce l’avrà con Tabaro?

Così sembra, perché il nostro afferma che tale “programma obiettivo” sarà da lui approvato. Proprio così dice, da lui approvato, non dal Consiglio Comunale – casomai, ma da lui, dandosi un ruolo bonapartesco che forse rivela qualcosa di troppo dell’illustre candidato. Questo lo chiamo il secondo effetto comico, per il momento.

Ma questa sera al Marconi ci sarà il confronto tra i candidati sindaci e tutte queste strane comicità forse saranno superate, caro diario. Voglio essere ottimista.

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Una risposta a “Diario elettorale: mercoledì 20 maggio 2009 (-17)”

  1. Gino Bartali scrive:

    Caro Fausto
    stamane ho voluto sperimentare un po’ di mobilità sostenibile. Così ho lasciato in garage l’auto, e dalla frazione in cui vivo, Pradipozzo, ho deciso di prendere l’autobus. Che bella sorpresa scoprire come il servizio pubblico permetta di raggiungere i centri nevralgici della città, grazie all’anello che, partendo da Viale Cadorna copre in sucessione Viale Matteotti, Via Bon e Via Manin (dove c’è il Vecchio Pilsen, per intenderci), imbocca Viale Isonzo, supera Via Bono e si immette in Via Stadio, che percorre per metà prima di svoltare in Via Arma di Cavalleria e giungere alla stazione ferroviaria. Mentre mi godevo la libertà del mezzo pubblico, ovvero guardare fuori, pensare, ascoltare musica, leggere mentre un autista si prende i nervosi e le nevrosi della strada al posto tuo e di tutti gli altri passeggeri, osservavo l’arredo di alcune rotatorie. Pensavo alle centinaia di comuni veneti in cui esistono ancora incroci semaforici che provocano code chilometriche di auto che avanzano a singhiozzo, ammorbando l’aria e la salute dei cittadini, e svuotando i serbatoi delle vetture (su tutti Castelfranco Veneto e San Polo di Piave, che mi stanno qui e che ogni volta che attraverso penso sempre male, ovvero che il Sindaco o l’Assessore ai lavori Pubblici devono per forza essere proprietari di un distributore di benzina). Osservavo la cura delle aiuole a decoro delle rotatorie portogruaresi, e pensavo alla probabile invidia degli amici di destra nel vedere come un’amministrazione di Centro Sinistra sia stata intelligente nel coinvolgere imprese private del verde, incaricate dell’allestimento e della manutenzione degli spazi verdi a bordo strada, in cambio di spazi pubblicitari negli stessi spazi, formidabili vetrine pubblicitarie. Robe da fior fior di liberisti. Esempio intelligente ed equilibrato di connubio pubblico-privato: i cittadini hanno le loro belle aiuole allestite e curate, il tutto a spese di un’impresa privata che però può far vedere quanto brava è e farsi pubblicità.
    Mentre pensavo tutto questo ero già sceso dall’autobus, e con una certa dose di entusiasmo, mi sono recato a prelevare una bici del servizio Bike Sharing allestito dal Comune, con il quale si possono utilizzare gratuitamente delle simpatiche e robuste biciclette gialle (un po’ pesanti a dir la verità, immagino per garantire una certa robustezza) su tutto il territorio cittadino, previo obbligo di ridepositarle nel medesimo posto di partenza (oltre alla stazione dei treni, sono presenti presso la stazione delle corriere, piazzetta Duomo e il complesso Le Torri). Che sorpresa vedere che ne era rimasta giusta una per me! Tutto contento mi sono recato in ufficio (un’altra volta ti racconterò che lavoro faccio) e con la stessa bici, sotto il solleone, in pausa pranzo sono andato alla piscina comunale per tenermi un po’ in forma.
    Verso fine giornata ho pure passato un’oretta al parco con mio figlio, e mentre lui dormiva beatamente sul passeggino, grazie alla rete WiFi pubblica e gratuita, ho continuato a lavorare ad una presentazione in collegamento telematico con un collega a Venezia. E con un bel bicchiere di acqua e menta ghiacciato sul tavolo del bar, contornato da mamme in relax, bambini giocosi e una radio che gracchiava musica ed interviste.
    Alla sera, come potrai immaginare, per tornare a casa ho fatto il tragitto inverso. Mentre me ne stavo comodo sul sedile a guardare il centro allontanarsi mi sembrava di essere nuovamente sulla Bart a San Francisco, o nella metropolitana di Stoccolma. Pensavo a quanto bello è il servizio pubblico, il bene comune, la coesione sociale (l’autobus era popolato anche da cittadini extracomunitari diretti verso Treviso o qualche frazione limitrofa). A quanto è importante la sfera dei servizi pubblici. Certo paragonare i collegamenti di una città come Portogruaro alle reti urbane di San Francisco o Stoccolma è un azzardo: ma se la Regione portasse a termine con decisione il progetto di metropolitana di superficie; se fossimo meno celeri con le terze corsie e i nuovi nastri d’asfalto (oltre lo stretto necessario) e più prodighi verso la ferrovia e il trasporto pubblico locale, con più servizi e collegamenti, a me non mancherebbe nulla per potermi illudere che essere a Milano o a Portogruaro davvero cambia poco per un lavoratore della conoscenza come me. Anzi, lavorare tra rotonde fiorite, nuovi giovani parchi e collegamenti internet gratuiti e senza, fili, in un centro storico invidiabile… ma chi me lo farebbe fare di trasferirmi in una grande città??? Parafrasando e prendendo a prestito il titolo di un film recente, Portogruaro non è un paese per soli vecchi!

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