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il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Diario elettorale: Giovedì 28 maggio 2009 (-9)

28 maggio 2009
Pubblicato da Fausto Coppi

Caro diario,

oggi ho una brutta giornata, nonostante sia pur sempre un bel anniversario. Come oggi nel 1940 stracciai tutti sull’Abetone, avevo vent’anni e cominciarono a conoscermi. Il fatto è che non mi fido più di nessuno, tantomeno di Gino. Non è solo per quello scambio di borraccia che si vuole rimanga avvolto nell’ambiguità. E’ proprio che viviamo in un’epoca in cui si cerca di stravolgere il senso dei fatti, non solo delle parole. Quest’ultime ormai, con l’avvento del cavalier Banana, non hanno più nessuna validità, servono solo a tener in sonoro il televisore.n35580421166_1376986_1379

Guarda un po’ le comunicazioni dell’assessore regionale Chisso, oppure quelle del gruppo di cittadini del gruppo Facebook “L’oratorio Pio X° appartiene anche alla città!”. Questi si descrivono come “Quelli che non si rassegnano a che la funzione sociale e ricreativa dell’Oratorio Pio X° di Portogruaro sia ridimensionata”. Non sono preoccupati per il possibile e probabile aumento della cubatura degli edifici. Neanche dalla presenza di un parcheggio sotterraneo, che invece è inviso a Rifondazione Comunista locale. No, il loro problema sarebbe questo:

Il Sindaco di Portogruaro ha stretto un accordo con la proprietà che impatterà sull’Oratorio per come lo conosciamo. Attiviamoci per far sentire la voce di chi un pezzo della sua vita lo ha vissuto lì e sente l’Oratorio un po’ come “proprio”.

Ma che bello! Si muovono per ragioni sentimentali. Eppoi difendono il campo sportivo, la squadra di calcio, l’Aurora, perfino le colonne dell’edificio tra le quali facevano le corse in bicicletta! Come si fa a non sentirsi vicino a questo gruppo? Soprattutto noi ambientalisti che ci asciughiamo le lacrime ad ogni pezzo di verde bruciato dal cemento!

Solo che tra i 164 membri (ad oggi) del gruppo Facebook ci sono i vari Rodriquez, Corlianò, Leonardelli e perfino… lui! Angelo Tabaro. C’è qualcosa che non mi convince, caro diario.

Il fondatore del gruppo, Alfredo Silvestrini, ha linkato l’articolo del 26 maggio della Nuova Venezia in cui la parrocchia replica alle critiche, “nessuna speculazione” dice e spiega l’operazione. Come ti ho segnalato già ieri, un articolo sul Gazzettino riportava le parole di monsignor Cesco che si faceva forte dell’incoraggiamento del vescovo. A questo punto, dopo che si è stato garantito che “il nuovo oratorio non sarà più piccolo del precedente, pur avendo una cubatura inferiore: saranno infatti organizzati meglio gli spazi “, dovrebbero rimanere contrari proprio e solo gli eterni sentimentali e tra questi non credo che rimarranno i personaggi politici. Potrebbe essere un precedente pericoloso per loro. Vedremo.

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Una risposta a “Diario elettorale: Giovedì 28 maggio 2009 (-9)”

  1. Gino Bartali scrive:

    Caro Fausto
    e per fortuna che quella di Tabaro è la lista del cambiamento, dell’innovazione, della svolta dinamica ad una città morta!
    Che dire? Ricostruire un oratorio moderno, efficiente, sostenibile al posto di quello vecchio (ti immagini solo cosa vuol dire scaldare tante stanze con pareti poco spesse e vetri alle finestre che sembrano carta velina?) dovrebbe far contenti tutti. Certo, i ricordi sono importanti, ma anche a questo si può ovviare: richiamando nelle forme il vecchio edificio ma, soprattutto, facendo partecipare cittadinanza e gruppi alla progettazione del nuovo, fin da subito. I nuovi cubi sono sempre una questione annosa: però dobbiamo ricordarci anche che se vogliamo una mobilità dolce, non possiamo costruire distante dal centro, e magari su territorio intatto. Meglio sfruttare il territorio già compromesso (e la CO2 assorbita dall’erba del campo di calcio può benissimo essere assorbita, forse anche in maggiore misura, da aree verdi che i nuovi progetti dovranno per forza prevedere).
    Il parcheggio dovrà poi servire a ridurre progressivamente il traffico, nel senso di spingere sempre più verso la pedonalizzazione del centro. Io in realtà, caro Fausto, avrei un’idea ulteriore: almeno temporaneamente, invece che chiudere definitivamente Corso Martiri, toglierei i parcheggi ad un lato della strada, e ci disegnerei sopra una bella pista ciclabile. Come a dire: il mezzo che ha la precedenza su questa strada è la bici. Così si dimezzano i parcheggi in centro, e quindi il traffico (bisognerà controllare che gli automobilisti non girino più di prima, visto i posti minori), si dà la possibilità a chi comunque vuole proprio parcheggiare in centro di farlo (magari deve andare in farmacia o ha una pratica urgentissima), alzando però il costo orario, e si mette in primo piano la mobilità su bici e a piedi.
    Come vedi le questioni ambientali sono sempre spinose e richiedono compromessi, ma quando c’è il buon senso si trova sempre una soluzione a tutto. La cosa importante è rimanere coerenti. Noi credo possiamo dirlo senza timori, ma loro?

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