La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Perché dico sì a questa proposta di quadruplicamento della linea ferroviaria Venezia-Trieste

29 giugno 2012
Pubblicato da Ivo Simonella

(Pubblichiamo l’intervento dell’Assessore alle Politiche Ambientali e alla Mobilità al Consiglio Comunale di mercoledì 27 giugno 2012)

In occasione della presentazione della proposta di realizzazione di una nuova linea ferroviaria, AV/AC, da Venezia a Trieste (fine 2010), la gran parte dei Comuni veneti interessati si erano schierati contro il cosiddetto percorso litoraneo sventra-territori e avevano chiesto di analizzare altre ipotesi… Il Commissario straordinario per l’asse ferroviario Venezia-Trieste, arch. Bortolo Mainardi, nominato successivamente, accogliendo queste richieste, ha ora presentato una nuova proposta che riguarda il quadruplicamento della attuale linea, fino a Portogruaro.

L’approccio è completamente diverso da quello sponsorizzato in origine dall’assessore regionale Chisso. Certo è anche un po’ sorprendente che RFI sia lo stesso proponenete di entrambi i progetti, ma tant’è, proviamo a dare fiducia, anche perchè raramente ho visto un atteggiamento così cauto e una proposta così graduale. Infatti in primis si riconosce che l’attuale linea ferroviaria è utilizzata solo al 40% e che le prime opere da fare sono quelle legate al suo potenziamento, con l’inserimento di sistemi di distanziamento più efficienti e il miglioramento di alcuni punti critici, come la linea dei Bivi a Mestre e il punto di raccordo tra la linea Cervignano-Udine e la Portogruaro-Trieste.

La realizzazione di altri due binari verrà programmata alla eventuale saturazione della linea attuale (non prima del 2030) e non sarà una linea come quella proposta in origine, quasi tutta in viadotto, ma si affiancherà a quella esistente, posizionandosi a nord e rimanendo alla stessa quota, in sostanza non si potrà più parlare di TAV, ma più semplicemente della aggiunta di due nuovi binari che occuperanno 15 metri di larghezza. La loro funzione e realizzazione sarà collegata all’incremento del traffico merci previsto, ma saranno due binari “permeabili” rispetto alla linea esistente, che si potranno utilizzare alla bisogna per traffico regionale, merci o eurostar.

Si tratta di un vero ridimensionamento del progetto che non potrà avere luogo se non ci sarà un incremento reale del traffico merci e avverrà per stralci solo sulle tratte che mano a mano diventeranno sature. Inoltre con questa scelta non si passerà più per l’aeroporto, scelta per la quale non riuscivo a trovare alcuna giustificazione che non fosse speculativa, anche se, correttamente, ci sarà in ogni caso un utile collegamento ferroviario tra aeroporto e linea storica. L’ok a questa proposta ha anche un altro scopo, quello di fermare l’iter dell’altro progetto che comunque sta andando avanti ed è ora all’esame del Ministero dell’Ambiente. Il quadruplicamento è dunque una scelta politica di futuro, che ci permette di guardare avanti, una volta tanto prendendoci per tempo.

E’ vero però che non basta realizzare due binari in più perché il traffico si sposti dall’autostrada alla ferrovia. Ma le polveri sottili stanno diventando sempre più un problema, dei 7 mila morti stimati ogni anno in Pianura Padana non si può far finta di nulla, perfino le falde incominciano a essere contaminate dal particolato e la causa maggiore è il traffico automobilistico, mezzi pesanti in particolare. Nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha pure stabilito che i gas di scarico dei motori diesel sono cancerogeni.

Trasportare più merci su ferrovia è quindi indispensabile per la nostra salute e per fare questo ci vogliono provvedimenti legislativi che in qualche modo rendano obbligatorio o almeno più conveniente, trasferire merci da gomma a rotaia; oggi infatti costa di meno il traffico su gomma e il mercato da solo non lo renderà mai conveniente: deve intervenire lo stato come hanno fatto Svizzera e Austria. In questo senso per dimostrare realmente la volontà politica di togliere merci dall’autostrada, si dovrà dire subito che non si farà mai la quarta corsia autostradale di cui si è già tenuto conto progettando la terza.

Resta ancora un problema importante però, la scelta friulana di correre lungo l’autostrada, il ché comporta che dopo Portogruaro il progetto di quadruplicamento lasci la ferrovia e vada verso l’autostrada, con un notevole consumo di territorio. Su questo tema pare ci siano dei ripensamenti in terra friulana, ebbene facciamoci interpreti di questo pensiero e coinvolgiamo le amministrazioni locali friulane sull’ipotesi di completo affiancamento dei due nuovi binari alla linea esistente, fino a Trieste, al fine di ottenere una posizione comune.

Certo siamo solo a uno studio di prefattibilità e ci riserveremo di valutare il progetto quando sarà sviluppato completamente, sempre che si riesca a fermare l’iter del percorso balneare chissiano: in ogni caso ritengo giusta la nuova strada intrapresa, senza scordarci comunque dei problemi che attanagliano oggi il trasporto ferroviario regionale e che ci dovrebbero far pensare anche al presente, almeno con lo stesso impegno cui si guarda al futuro.

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