Il futuro ha un nome antico

Pomponio Amalteo è uno delle nostre bande, essendo nato a Motta di Livenza nel 1505 e morto a San Vito al Tagliamento nel 1588. Oggi non è proprio popolare, ma ha lasciato notevoli affreschi in diversi luoghi di questo territorio, Portogruaro compreso. Diciamo che lo conoscono soprattutto gli insegnanti di storia dell’arte e i fedeli che frequentano certe chiese. Io, invece, lo conosco un po’ perché molto molto tempo fa ho frequentato le scuole medie Pomponio Amalteo di San Vito.

Saluto quindi con viva gioia l’ipotesi di chiamare in suo nome la pista ciclabile progettata sul sedime della vecchia linea ferroviaria Motta – San Vito. Questa è stata comperata dal consorzio ABL (Acque Basso Livenza), presieduto da Alessio Alessandrini, dopo una lunghissima trattativa. E’ lo stesso protagonista, a parlarne con un articolo sull’ultimo numero di Erreuno. Su quel percorso sarà rinnovato in parte l’acquedotto di Torrate e sopra di questo verrà sistemata una pista ciclabile che potrebbe chiamarsi, come suggerisce Alessandrini, via Amaltea.

E’ una buona notizia, finalmente. Io poi sono nato e vissuto a Marignana e ho frequentato con la scuola media anche l’ultima littorina sulla linea ferroviaria dismessa, su questa avrei qualcosa da scrivere. Ma oggi vi risparmio… aspettiamo la pista ciclabile, poi magari davanti una buona bottiglia di merlot…

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Trentacinque anni senza Pasolini

La notte tra l’uno e il due novembre 1975 morì Pier Paolo Pasolini. Fu un assassinio molto organizzato, come ormai si sa bene. Pasolini, trentacinque anni dopo, resta ancora un protagonista scandaloso, fondamentalmente perché era omosessuale. Noi invece lo pensiamo come un maestro. Uno che ci ha insegnato concretamente come sia difficile conquistare libertà in un paese storicamente incrostato come il nostro. Le sue poesie, alcuni dei suoi film, le sue pagine corsare, restano universali ed attuali, trentacinque anni dopo.

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Il teorema dei rifiuti

“Il problema è che non si è mai usciti dalla crisi perché il metodo di risoluzione è sempre stato e resta la discarica. L’inceneritore di Acerra non funziona perché ci buttano dentro tal quale, oggi ci dicono che tre linee sono in manutenzione, ma la verità è che sono rotte. Inoltre non si ha interesse a far partire la raccolta differenziata, perché infilare tutto nel termovalorizzatore fa produrre più energia e chi ha vinto l’appalto ha più interesse che funzioni così. Con la differenziata all’80% l’inceneritore non ha bisogno di tre camini. Ma politiche sbagliate non possono essere pagate dai cittadini del vesuviano che hanno già dato in termini di salute, la Cava Vitiello non deve essere aperta.” Così dice Luisa Bossa, parlamentare del Pd (da il manifesto del 20 ottobre 2010).

E’ il teorema dei rifiuti: con la raccolta differenziata all’80% servono meno smaltimenti, inceneritori o discariche. Sottolineo, un teorema non una congettura. Ma i teoremi vanno rispettati, pena la reazione negativa della realtà, anche quella sociale. Due anni erano più che sufficienti per applicare un teorema ormai noto su scala universale.

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Exit strategy

Stamane sono rientrate le salme dei quattro alpini uccisi in Afghanistan, mentre su la Repubblica leggo: “La situazione reale dell’Afghanistan è di una linearità imbarazzante. Nessun contingente è male armato, la Nato soffre di eccesso di potenza e non di carenza di mezzi. Ci sono già troppi bombardieri e Karzai è perdente proprio perché si bombarda troppo e senza curarsi delle vittime. La Nato e gli Stati Uniti non sanno cosa fare e i nostri soldati ‘non ci capiscono più niente’ perché la strategia è inefficiente: non ci sono idee e nessuno crede più a quelle finora propagandate. In queste condizioni i nostri soldati continueranno a morire senza sapere perché e per chi. In compenso questo lo sa chi, parlando di più aerei, portaerei, carri armati e bombe, manda messaggi incoraggianti a chi su queste cose e sui morti ci specula.” (parole di Fabio Mini, che è un generale della Riserva, come si dice fra i militari – cioè in pensione).

Lo sa anche la mia cagnetta che l’Afghanistan non è un posto governabile con le armi. A Barack Obama hanno dato il Nobel per la pace 2009, quindi il suo obiettivo obiettivo strategico è senz’altro la pace. Penso di scrivere una mail alla Casa Bianca per proporre Billa come capo delle truppe. Lei sa come uscire da questa situazione.

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Si comincia male

LIVE

Sangue e pus, e dovunque le superflue
superfluenti vitalbe che parassitano gli occhi;
un teleschermo, fuori tempo massimo,
Dirette erutta e Balocchi

Andrea Zanzotto, Meteo (1996)

Pensavo d’iniziare questo blog con una nota in sintonia col sito, magari politica, magari locale, magari positiva. Ma ieri sera, quasi a mezzanotte, rientrando a casa c’era la tv accesa. Su Rai3 a ‘Chi l’ha visto?’ stavano dando in diretta, dalla casa della vittima, la notizia della morte, dell’assassinio, di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana, un paese del Salento di circa otto mila abitanti.

Non voglio entrare nel contenuto della notizia, ma esprimere disagio e sconforto per come ormai siamo costretti a subire, vittime e spettatori, lo spettacolo della vita quotidiana. Così mi faccio aiutare dal grande di Pieve di Soligo, un poeta che ha visto e vede in anticipo cose che i comuni mortali non vedono, che alcuni non vedranno mai, anche se queste cose sono davanti ai loro occhi.

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