Ridare nuova vita (e funzioni) alle stazioni abbandonate

Mi sono sempre chiesto se non fosse possibile dare in uso le tante stazioni abbandonate che ci sono nel nostro paese (avete presente la linea per Treviso, quella per Casarsa, ma anche alcune stazioni sulla linea Venezia-Trieste, come Lison, Ceggia, Carpenedo?). Aprire centri sociali, bar e ristoranti con prodotti locali e bio, sale prove e associative porterebbe benefici sociali e rivitalizzazione di aree degradate. Bene, pare che qualcosa si stia muovendo.

Le Ferrovie dello Stato stanno dedicando parte del proprio patrimonio immobiliare non più utilizzato a progetti di carattere sociale d’intesa con gli enti locali e l’ associazionismo.
Questo patrimonio storico ed immobiliare, che è un bene per tutta la comunità, richiede comunque continui e costosi interventi di manutenzione continua e messa in sicurezza: gli accordi stipulati con gli enti locali e l’associazionismo consentono di mettere a disposizione di migliaia di persone luoghi decorosi, sicuri, di grande valore sociale ed ambientale.

Sono circa 420 le stazioni impresenziate date in gestione a comuni e associazioni per finalità sociali. Inoltre, per valorizzare le risorse storiche e naturalistiche locali, il Gruppo FS intende trasformare via via gli oltre 8.000 chilometri di linee dismesse o non più utilizzate in percorsi verdi (Greenways) d’intesa con le associazioni ambientaliste, le Regioni, gli enti locali e i Ministeri competenti, secondo l’esempio già in atto in alcuni paesi europei come la Spagna, il Belgio o negli USA.

Fonte: Trenitalia.

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Una risposta a Ridare nuova vita (e funzioni) alle stazioni abbandonate

  1. Adriano Zanon scrive:

    Poi però ripristiniamo anche le littorine… Vero?

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