Stati generali della Green Economy: si parte dalla mobilità

Gli imprenditori e le associazioni che hanno compreso l’importanza della sostenibilità ambientale non risentono della pesantezza di questa lunga crisi e continuano a progettare e cercare di realizzare un futuro diverso. E’ stata varata la prima assemblea degli Stati generali della green economy, la struttura messa in piedi con l’aiuto di 39 categorie produttive  dal ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. I settori individuati come strategici per lo sviluppo di un’economia verde in Italia sono 8: si va dallo sviluppo delle fonti rinnovabili al riciclo dei rifiuti, dall’agricoltura di qualità ecologica ai servizi ambientali. E la prima delle 8 assemblee nazionali programmate tra luglio e settembre si tiene oggi a Roma, sulla mobilità sostenibile.

Mentre nel nostro territorio faticosamente, ma con risultati, progetti vecchi e fuori tempo come la TAV stanno iniziando a prendere la giusta direzione della mobilità sostenibile per le merci, risulta chiaro che il Paese ha necessità di ben altre infrastrutture, più soft e sostenibili: le sole linee di metropolitana di Berlino sono superiori a quelle di tutte le città italiane. Oggi il rapporto tra trasporto pubblico e  trasporto privato a Roma è 28 a 72 mentre a Londra è 50,1 contro 49,9, a Parigi 63,6 contro 36,4, a Berlino 66 contro 44, a Barcellona 67 contro 32. Puntare sul rilancio delle corsie preferenziali, dei parcheggi di scambio, delle piste ciclabili, delle reti pedonali significa dare all’economia una forte spinta anticiclica che, aumentando l’efficienza del sistema, produrrebbe effetti benefici di lungo periodo.

Sorprende, ma fino ad un certo punto, la potenzialità della mobilità elettrica italiana: secondo le previsioni dell’EEA, arriveranno in Italia al 18%  del parco auto nazionale al 2030. E’ una crescita che potrà consentire di abbattere lo smog urbano e di utilizzare la nuova capacità di offerta elettrica prodotta dal boom dell’energia pulita, eolica e fotovoltaica in primis. Altro che stop agli incentivi per non gravare sulle bollette, la corsa delle rinnovabili sta scardinando paradigmi e cartelli ben oltre il solo settore elettrico, e ci permette di immaginare veramente un futuro più sostenibile ed equo.

Per approfondimenti, Antonio Cianciullo su la Repubblica.

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