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“La bolina è un’andatura che consente alla barca a vela di risalire il vento mantenendo un angolo con il vento reale mediamente tra i 60° e i 37°. Questo angolo è variabile a seconda del tipo di imbarcazione e al tipo di invelatura che essa supporta.
Il termine, bolina, deriva dal nome delle cime (bowlines = cavi di prua) che si usavano sulle navi a vela quadra per sostenere le balumine prodiere (nel caso specifico da intendere come “sopravvento”) delle vele durante quest’andatura.” (tratto da Wikipedia)

Questo blog si occupa di Sostenibilità. Ci sono svariate definizioni di sostenibilità, e forse avrò modo di presentarne alcune. Ma mi piace pensare alla sostenibilità come un viaggio, una meta da raggiungere. La metafora del mare è particolarmente utile: nel mare non ci sono rotte già tracciate, ma non si può navigare a vista. Occorre avere un orizzonte a cui tendere. La bolina è un’andatura che permette alla barca di andare controvento sfruttando il vento, non è geniale? E’ quello che dovremo fare anche noi, risolvere questo apparente paradosso, fare di più con meno. In altre parole, dovremo sfruttare una sempre maggiore scarsità di risorse (naturali, economiche, sociali) e trovare un modello di nuova abbondanza.

Questo blog, in maniera disordinata, confusa, sovrabbondante a volte, ma spero sempre in modo stimolante, vuole contribuire a indicare possibili rotte, rappresentare stelle polari che nel mezzo della navigazione, quando i tradizionali riferimenti sembrano perduti, segnalino una via d’uscita.

“Viandante non c’è un cammino, ma solo scie sul mare…Viandante non c’è cammino
la via si fa con l’andare…” (Antonio Machado)

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