Crisi ed etica

Nel mezzo di una tempesta che non accenna a smettere (ma era stato previsto), che più che mal tempo ricorrente sembra il diluvio universale che plasmerà in maniera del tutto nuova il nostro mondo, esistono, anzi proliferano, iniziative e progetti che fanno intravedere come saranno i nuovi continenti alla fine di questo epocale processo di trasformazione.

Una realtà raggiante sotto casa nostra è quella di Banca Popolare Etica, che pur operando all’intero dei canoni degli istituti finanziari, svolge un’attività improntata ai criteri della solidarietà, dell’ambientalismo e dell’ecologia. Non solo offre prodotti molto innovativi per chi voglia realizzare interventi di efficienza energetica o installare energie rinnovabili, oppure sostenere il mondo del terzo settore e dell’agricoltura biologica, ma affianca anche iniziative di lavoratori che decidono di prendere in mano le sorti delle loro aziende che chiudono, fondando cooperative di lavoro (gli ultimi due progetti in tal senso si sono avuti a Reggio Emilia e a Padova). E i numeri gli danno ragione: nel 2010 l’utile è stato di 1.032.000 euro, con una raccolta di 660 milioni di euro (+4,4% su 2009), impieghi per 440 milioni di euro (+24% su 2009) e sofferenze allo 0,39% (contro una media ABI del 2%). I fondi comuni di investimento di Etica sgr, società collegata, sono cresciuti nello stesso anno nella raccolta del 31,8%.

Un’altro esempio eclatante è il mondo dell’agricoltura biologica. In Italia i consumi bio sono cresciuti dell’11,6% nel 2010 e del 13% nei primi sei mesi del 2011. Il valore economico in Europa è pari a 18 miliardi di euro l’anno, dei quali quasi 3 solo nel Belpaese. Secondo il Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica siamo ben piazzati nel continente per la superficie di terra coltivata con questo metodo: 1.113.742 ettari.

La mia personale spiegazione, al di là di fattori specifici, è che questo modo di operare, ispirato a criteri di sostenibilità, avvicina molto di più le aziende ai valori personali che muovono i così spregevolmente detti “consumatori”, valori profondi che guidano stili di vita sempre più consapevoli nei quali la persona esprime il suo voler essere. Un aspetto quindi molto importante e profondo della personalità di ciascuno, che non viene messo in discussione nemmeno in tempi di crisi, preferendo rinunciare piuttosto a questioni più voluttuarie e superficiali. Ecco perché i comparti guidati da veri valori (agricoltura biologica, bioedilizia, finanza etica, ecc.) non conoscono crisi nemmeno in tempo di crisi.

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