L’attuale Amministrazione comunale portogruarese, insediatasi a metà luglio 2015, è stata in nove mesi protagonista di diversi clamori, però non certo a causa delle sue grandi scelte politiche ed azioni amministrative o per forti discussioni sulle strategie municipali, ma per una malcelata ostilità contro alcuni profughi qui ospitati, per un’istintiva gaffe razzista, per la violenza di idee vecchie e banali applicate sul centro storico, per una decisione presa contro la comunità sul Giudice di Pace, per penose improvvisazioni tecniche.
Alcuni, forse molti, per un po’ hanno pensato che fosse un problema di preparazione e d’esperienza, sia politica che amministrativa. Ma tanti li avevano votati proprio per questo: meglio degli impreparati che i soliti furbastri della politica, nazionale o locale che sia. Solo così poteva arrivare quella ventata nuova che volevano anche alcuni transfughi Pd, decisivi nel doppio passaggio elettorale per far vincere quest’armata Brancaleone.
Certuni però si sono ricreduti, perché a ben vedere non tutti lì sono così freschi di politica. In maggioranza nel Consiglio comunale, o finora in appoggio di fatto alla nuova Giunta, c’è un po’ di tutto: due dei transfughi (ma uno è un vero zelig, un caso da seguire con curiosità clinica), un noto fondatore di falangi, un grosso residuo del ventennio berlusconiano ancora in doping di potere ma che cerca di rifarsi un minimo di verginità politica e anche una cariatide della Prima Repubblica (ovviamente sempre uguale a se stessa). C’è perfino un pentastellato che tuba e scambia con simili campioni della vecchia politica.
E in Giunta? Lì ci sono un paio di eccellenti professionisti della vita civile, che perlopiù tacciono sulle questioni più generali, ma che evidentemente sono a loro agio anche in un’atmosfera così ammorbante. Un terzo è un altro transfuga, quello finora più premiato come posizione, anche lui opportunamente assai silenzioso. Ma ai vertici della comunicazione, un problema grosso per gli inesperti, ci sono il Sindaco, Maria Teresa Senatore, e l’assessore alle Attività produttive-etc, Luigi Geronazzo (che pare abbia surclassato in ciò la Vice Sindaco, Ketty Fogliani, anche assessore alla Cultura-etc). E sappiamo tutti cosa facevano o fanno professionalmente costoro, insegnante di scuola materna la prima, imprenditore il secondo. Diciamo che forse hanno avuto una preparazione culturale forgiata soprattutto da dure circostanze lavorative. Non tutti nascono con la camicia.
Questo era dunque il quadro, fino ad oggi. Ma un altro piccolo clamore c’è stato poco dopo la cerimonia del 25 aprile – festa nazionale della Liberazione – da cui si è esclusa la consuetudine ad intonare “Bella ciao”, eseguita però da un buon gruppo di cittadini presenti in piazza della Repubblica. Secondo una breve dichiarazione dell’assessore Geronazzo, il Grande Comunicatore, la scelta è stata fatta perché (dalla Nuova Venezia di oggi):
“Ci vuole rispetto, crediamo, per quegli italiani che sono andati a combattere in guerra per servire la Patria. Hanno obbedito a una chiamata del Re, senza alcuna bandiera politica.”
Non si capisce cosa questa frase voglia dire dal punto di vista storico. Non c’è accenno alla Resistenza, alla ribellione volontaria di tanti, molti dei quali morti trucidati, proprio come nel nostro corso Martiri della Libertà, ai tedeschi occupanti ed ai repubblichini loro alleati. Non c’è alcun moto di pensiero verso il fascismo italiano, responsabile della sferza interna e dell’alleanza con il nazismo tedesco e quindi anche delle invasioni della Russia, dei Balcani, della Grecia e in Africa. Cos’è dunque questa frase, un’improvvisa afasia personale o un momento di revisionismo storico coerente con una certa linea politica?
Certamente non si tratta d’inesperienza. Il problema è proprio di linea politica e quindi anche morale e culturale. E io penso che questa Giunta abbia finora espresso una mediocre cultura di destra, che sia partita da un livello molto basso di preparazione amministrativa e che anziché migliorare lentamente, con l’umiltà e la costanza necessarie, venga continuamente trascinata dai propri istinti più regressivi e sia già ulteriormente scivolata più in basso, diciamo sotto il livello dove per respirare serve una cannuccia. E noi cittadini portogruaresi dobbiamo sopportare ancora per un po’ questa disgustosa scena.