Cosa ci lascia il 2013

Il 2013 verrà probabilmente ricordato come l’anno delle prime dimissioni di un Papa (Benedetto XVI, il 11 febbraio) e della prima elezione di un Papa non europeo (il cardinale Jorge Mario Bergoglio, il 13 marzo).

In Italia anche per la vittoria del Movimento 5 Stelle alle elezioni del 24-25 febbraio e per la (prima) rielezione di un Presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano, il 20 aprile). Meno per l’insediamento di Enrico Letta a capo di governo (28 aprile).

Certo, da noi sono successe anche disgrazie più immediate, come al porto di Genova (7 maggio), dove una nave cargo ha urtato la torre di controllo facendo 9 morti, e in Sardegna, in particolare ad Olbia (18 novembre), dove il ciclone Cleopatra e l’incuria del suolo hanno prodotto anche 16 morti.

I cicloni italiani sono ancora piccoli rispetto al tifone Haiyan che nelle Filippine (9 novembre) ha causato oltre 10.000 morti. Anche rispetto ai tornado americani: ben 81 hanno causato (17 novembre) la morte di (solo) 8 persone nell’Illinois.

Ma molti morti sono stati contati a Lampedusa, in almeno un paio di occasioni. Prima sono stati oltre 300 (3 ottobre), subito dopo (11 ottobre) altri 38, con almeno 50 dispersi. (Ormai questi a due cifre sono numeri piccoli. Come piccoli erano i viaggiatori le cui bare i fotografi stanno puntando nella foto.)

Nella politica internazionale c’è da segnalare il movimento di protesta in Turchia (10 giugno), il colpo di stato in Egitto (3 luglio) e il perdurare per tutto l’anno della guerra civile siriana.

E verso fine anno di nuovo nella politica interna, dopo tanti mesi di logoramento e trascinamento, degno del popolo più masochista, cinque nuovi ingredienti per un menù per niente chiaro:
(1°) la decadenza di Berlusconi da senatore (27 novembre) in seguito alla sentenza definitiva della Corte di Cassazione (1 agosto);
(2°) la spaccatura della destra berlusconiana con l’uscita di Alfano e altri 4 ministri nel “Nuovo Centro Destra” (15 novembre);
(3°) la dichiarazione d’incostituzionalità del “porcellum” da parte della Corte Costituzionale (4 dicembre);
(4°) le manifestazioni di movimenti di destra sedicenti “i forconi” (9 dicembre);
(5°) l’insediamento di Matteo Renzi (15 dicembre) a segretario del Pd, in seguito delle primarie di partito (8 dicembre).

Ma, oltre agli eventi e loro date, i cittadini italiani – non tutti, come sempre – ricorderanno il 2013 soprattutto e semplicemente come un anno di merda.

(Segue)

Questa voce è stata pubblicata in Politica e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *