“Quel pazzo di Pasolini”

L’Espresso in edicola e online presenta un documento inedito degli ultimi giorni di vita di Pier Paolo Pasolini. E’ un colloquio (c’è anche l’audio, in francese) avvenuto a Stoccolma il 30 ottobre 1975. Il poeta e regista friulano (così mi piace ricordarlo) sarebbe stato ammazzato la notte tra l’1 e il 2 novembre.

Raccomando la lettura di tutto il testo, ma il nocciòlo è questo:

«In Italia è avvenuta una rivoluzione ed è la prima nella storia italiana perché i grandi Paesi capitalistici hanno avuto almeno quattro o cinque rivoluzioni che hanno avuto la funzione di unificare il Paese. Penso all’unificazione monarchica, alla rivoluzione luterana riformistica, alla rivoluzione francese borghese e alla prima rivoluzione industriale. L’Italia invece ha avuto per la prima volta la rivoluzione della seconda industrializzazione, cioè del consumismo, e questo ha cambiato radicalmente la cultura italiana in senso antropologico. Prima la differenza tra operaio e borghese era come tra due razze, adesso questa differenza non c’è già quasi più. E la cultura che più è stata distrutta è stata la cultura contadina, che allora era cattolica. Quindi il Vaticano non ha più alle spalle questa enorme massa di contadini cattolici. Le chiese sono vuote, i seminari sono vuoti, se lei viene a Roma non vede più file di seminaristi che camminano per la città e nelle ultime due elezioni c’è stato un trionfo del voto laico. E anche i marxisti sono stati cambiati antropologicamente dalla rivoluzione consumistica perché vivono in altro modo, in un’altra qualità di vita, in altri modelli culturali e sono stati cambiati anche ideologicamente.»

Non posso riportare tutto il testo, c’è anche la riproduzione riservata, ma il finale è doppiamente profetico:

Faccia una profezia. Sia Tiresia. C’è speranza nel futuro?
«Dovrei fare Cassandra più che Tiresia. (…) Tutto quello che ho detto, l’ho detto a titolo personale. Se voi parlerete con altri italiani vi diranno “Quel pazzo di Pasolini”».

(Inutile dire che è vero che era l’inascoltata Cassandra. Abbiamo da anni il cavallo di Troia dentro le mura e i soldati dentra la sua pancia.)

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