L’Italia s’è desta

Dopo i referendum, non ho voluto invadere questo blog né di gioia straripante né di grigie riflessioni (bisogna saper vincere), ma sia chiaro che in questi giorni sono preso da entrambe. E se per coltivare la prima mi basta guardare attorno, per le seconde cerco e filtro, leggo e rileggo.

Così vi voglio proporre l’editoriale di uno dei migliori contenitori web, Eddyburg, il sito dell’urbanista Edoardo Salzano (appunto Eddy per gli amici), linkato anche sulla nostra homepage. Incomincia con “L’Italia s’è desta” e finisce con “Ma la speranza è rinata”. Di seguito ne riporto solo una parte, anche se raccomando di leggerlo tutto.

Ma la risposta più interessante è stata quella del referendum sull’acqua pubblica. Grazie a una faticosissima e intelligente azione politica, che è partita da un’élite di intellettuali e si è propagata a livello di massa, con un impiego straordinario di lavoro volontario, di creatività, di capacità di relazione, di ascolto e di parola, si è ottenuto il radicamento – in una parte non più minoritaria di cittadine e cittadini – di alcune verità profondamente innovative, che vale la pena di sottolineare.
La nozione di “bene comune”, come qualcosa che deve essere utilizzato da tutti senza discriminazione alcuna perché è un “diritto” per ogni persona umana. La consapevolezza dell’intollerabilità di un sistema economico-sociale, di un assetto della proprietà, delle appartenenze e del diritto che riduce ogni bene a merce, che spinge alla privatizzazione d’ogni bene comune, che sostituisce ogni “governo” (ogni finalizzazione degli strumenti a obiettivi trasparenti e condivisi) a gestione “aziendale”, che finalizza ogni intervento di uso delle risorse all’arricchimento dei soggetti privati che possono venirne in possesso.
Ciò che molti economisti non hanno compreso è che la rivendicazione dell’acqua come bene comune non è valutabile mediante il paradigma dell’economia data (quella capitalistica, in sé e nella sua attuale configurazione), poiché pretende un suo superamento e la costruzione di una nuova economia, basata su un diverso paradigma.
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