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Naturalmente ci sono stati subito dei giudizi sulla manifestazione di domenica 19 ottobre davanti all’ospedale di Portogruaro. Ad alcuni hanno dato fastidio le bandiere. Ma come fa uno che non è rappresentato in Consiglio comunale a dare la sua adesione chiara senza le sue bandiere? Altri hanno notato la scarsa presenza dei foresti, dei non portogruaresi, dimenticando che l’incontro era organizzato da quasi tutto il Consiglio comunale di Portogruaro, non dal vecchio mandamento, e questa era anche la più chiara e positiva novità . Uno solo, il consigliere in cerca di visibilità Giorgio Barro, ha detto che mille presenze erano poche e vista la questione dovevano essere cinquemila. Osservazione giusta! Ma adesso c’è lui e noi portogruaresi siamo molto più tranquilli. L’ospedale a rete ha un altro solido nodo. Alla prossima. (21 ottobre 2014)
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20 ottobre 2014
La Nuova: Mille persone a Portogruaro «In difesa della nostra sanità »
[Estratto] Sono spuntate bandiere della Cgil, di Rifondazione comunista, dei No Tav e del Movimento 5 Stelle. “Bertoncello sia chiaro – No all’ospedale unico†si leggeva su uno striscione alzato dagli aderenti del Meet Up del portogruarese. Come se il sindaco non avesse mai ribadito questo concetto. Il centrodestra era rappresentato solo dai capigruppo presenti sul palco. Le assenze dagli altri comuni, com’era prevedibile, si sono notate. Tra le autorità accanto a Bertoncello c’era il sindaco di Concordia, Claudio Odorico e il capogruppo di maggioranza a Fossalta, Paolo Anastasia. Mancavano, almeno ufficialmente, le rappresentanze di San Stino, Cinto, Caorle, Gruaro, Teglio, Annone, San Michele. Realtà che o fanno riferimento agli ospedali di San Vito al Tagliamento o Latisana, oppure (vedi San Stino) fanno il tifo per l’ospedale unico. Dopo i saluti di rito del sindaco Antonio Bertoncello, molto applaudito, è intervenuta la presidente del consiglio comunale Ivana Franceschinis.
È stato però l’intervento di Bruno Panegai, che ha parlato anche a nome della confederazione provinciale Cgil, a riscuotere i consensi maggiori. Riferendosi ai tagli ai servizi sanitari dell’ospedale di Portogruaro ha tuonato che «i nemici sono i poteri forti: la Regione e l’azienda sanitaria».
Mirco Cusan, a capo del comitato Pro Pediatria ha sottolineato che «non si può tagliare sui diritti della persona». Preoccupazione sul futuro dell’ospedale di Portogruaro è stata espressa anche da Sirio Martin, leader della Confartigianato. «Il territorio non può essere depredato» ha ribadito.
15 ottobre 2014
La Nuova: “Passa la mozione leghista, schede sanitarie bloccate”
[Estratto] Sospese le conversioni degli ospedali e bloccate le schede regionali. Voto unanime sulla mozione dell’assessore leghista Daniele Stival, che dichiara soddisfatto che ciò è stato fatto «in attesa di questo studio della conferenza dei sindaci che prenderà attentamente in esame i vari parametri per scegliere quale sarà il sito migliore per l’ospedale unico sul territorio, obiettivo verso il quale la Regione vuole arrivare». (…) Mentre Bruno Pigozzo, consigliere regionale Pd, dice che «ora dovrà essere la regione a farsi carico dello studio approfondito chiesto dalla conferenza dei sindaci, evitando strumentalizzazioni e forzature».
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A questo punto un’osservazione è d’obbligo. Finora la battaglia del direttore Bramezza per il nuovo e unico ospedale è riuscita a compiere un piccolo miracolo: mettere d’accordo da un lato due sindaci Pd e dall’altro due consiglieri regionali Pd sull’atteggiamento da tenere con lui stesso. E noi che abbiamo anche pensato che facesse di tutto proprio per dividerli! (13 ottobre 2014)
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9 ottobre 2014
Comunicati dei sindaci Bertoncello e Cereser: “Bramezza se ne vada”
[Estratto] Antonio Bertoncello, sindaco di Portogruaro: «Come potremmo decidere con uno studio fatto con le mappe di Google? È vero non siamo qui a decidere di una gelateria e proprio per questo abbiamo bisogno di uno studio approfondito. L’unica cosa che Bramezza deve fare ora è prendere atto del suo fallimento e rimettere nelle mani del Presidente Zaia il suo mandato.»
[Estratto] Andrea Cereser, sindaco di San Donà di Piave: «La verità è che i sindaci sono stati chiamati a decidere in maniera responsabile ma, attualmente, sono privi di sufficienti e adeguate informazioni proprio per il diniego dell’Azienda Sanitaria, confermato anche ieri, a fornire risposte a questioni poste in maniera unitaria. Spetta al direttore generale, a questo punto, trovare una via d’uscita e se ritiene di non esserne capace, lasci il posto a qualcun altro.»
9 ottobre 2014
Alessandrini e Pigozzo (PD): “Regione attui studi comparativi”
[Estratto] “Sull’ospedale unico del Veneto Orientale i sindaci hanno evitato la spaccatura del territorio: non c’erano infatti i presupposti per una scelta oggettiva e consapevole da parte della Conferenza. Ora è necessario che la Regione si assuma in toto l’onere di attuare lo studio comparativo che i sindaci hanno approvato e che il DG Bramezza aveva respintoâ€.
Questa la presa di posizione dei consiglieri regionali del PD, Alessio Alessandrini e Bruno Pigozzo, entrambi componenti della Commissione Sanità , alla luce delle decisioni adottate dalla Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 10 Veneto Orientale nella seduta di ieri. (…)
9 ottobre 2014
La Nuova: “Stallo per l’ospedale unicoâ€
[Estratto] Portogruaro. Spunta la terza via nella lotteria per l’ospedale unico del Veneto Orientale. Così si inizierà da capo con studi e voti. Anche ieri non si è deciso di fatto nulla. L’ospedale per il momento non sarà a Portogruaro e neppure San Donà , forse in un sito nell’area che potrebbe essere tra Ceggia, Noventa, Torre di Mosto e San Stino.
La conferenza ha votato infine uno studio su costi e benefici di uno dei tre siti considerando Sandonatese, Portogruarese e area baricentrica. Duro il direttore generale Carlo Bramezza che però ha detto no, chiedendo l’indicazione di siti precisi. «Anche questa volta non è stato deciso nulla, abbiamo perso un’occasione e oggi stesso invierò in Regione la programmazione di ospedale su due sedi con il taglio dei doppioni». Allora il sindaco di Fossalta di Portogruaro, Natale Sidran, ha chiesto che sia la conferenza incaricata dello studio fra Sandonatese, Portogruarese e area centrale, pagato dagli stessi Comuni. E questa è stata la proposta votata. La mediazione potrebbe essere individuata dunque in questo quadrilatero, baricentrico rispetto ai due centri più popolosi che aspiravano alla nuova struttura sanitaria. (…)
7 ottobre 2014
L’appello del Circolo PD di Portogruaro: “La Conferenza dei sindaci non assuma alcuna decisione sull’ospedale unicoâ€
Il Circolo PD di Portogruaro dice basta a questa paradossale e continua telenovela sulla scelta della sede di un ospedale unico che non si farà mai!
Si dichiara fortemente preoccupato del rischio che eventuali decisioni, non basate su alcun dato certo e su nessun presupposto credibile, possono avere conseguenze laceranti nel territorio, ma soprattutto possano avere gravi ricadute per i servizi socio-sanitari e per i cittadini.
Denuncia la grave situazione in cui nel frattempo versano i servizi socio-sanitari dell’Ulss, penalizzati, trasferiti, ridotti e continuamente dequalificati. Per tutti citiamo solo alcuni esempi: Pediatria-Psichiatria e per ultimo l’Hospice di Portogruaro – un servizio per malati terminali qualificato e considerato da tutti molto importante – che l’Ulss n. 10 vuole ridimensionare drasticamente nei posti letto.
Individua nella Regione Veneto e nell’attuale direzione del’Ulss la responsabilità di voler smantellare l’Ospedale di Portogruaro, ridurre i servizi, far pagare maggiore costi ai cittadini, in una logica inaccettabile di favorire la privatizzazione.
(Manifesto trascritto)
3 ottobre 2014
Il sindaco Cereser: «Conferenza sulla sanità l’ennesima presa in giro»
[Estratto] «Si è polarizzata la questione sul tema del sito, trascurando aspetti importanti quali le caratteristiche, la convenienza, i costi e il percorso. Non si può pensare di dire alla gente “ti tolgo l’ospedale†senza prima garantire quali strutture rimarranno. Nel frattempo va avanti il piano di dismissione degli ospedali esistenti che prefigura la spaccatura della sanità della Venezia Orientale con chirurgia da una parte, a Portogruaro, e medicina dall’altra, a San Donà .»
Cereser teme che i pazienti diventino pendolari in ambulanza. «E chi verrà a partorire a San Donà », si chiede, «in assenza di chirurgia generale e rianimazione? Chi andrà a operarsi a Portogruaro se mancano neurologia e cardiologia? A meno che non sia proprio questo il disegno che si intende perseguire».
30 settembre 2014
Pietro Rambuschi (Forza Italia di Portogruaro): “Potenziamo le due strutture già esistenti”
[Estratto] Ribadiamo la necessità di offrire risposte necessarie, rapide e concrete all’utenza sanitaria della nostra ASL nell’hic et nunc, e non forse tra 5-7 anni quando l’ospedale unico sarà , forse, realizzato.
Quindi noi dichiariamo meno discussioni su un ospedale unico e più attenzione agli ospedali già esistenti di cui già disponiamo, ricalcando ancora il concetto che è necessario migliorare e potenziare i servizi già erogati, creandone di nuovi e razionalizzando le specialità esistenti; ricordando infine che la civiltà di una società si decreta dall’importanza che si deve attribuire all’istruzione e alla salute, e a una sanità concreta e fattibile che non sia solo un argomento di discussione continua senza risultati e quasi fne a se stesso.
15 settembre 2014
PD metropolitano di Venezia: l’ospedale unico come cortina fumogena
[Estratto] Ospedale unico, interviene il Pd metropolitano di Venezia. Un fronte unito con il responsabile sanità -welfare Pd metropolitano di Venezia, Gabriele Scaramuzza, i consiglieri regionali Bruno Pigozzo e Alessio Alessandrini, il sindaco di San Donà Andrea Cereser e quelllo di Portogruaro, Antonio Bertoncello. (…)
Il lavoro fin qui fatto è considerato carente. «Manca», ricordano, «un’ipotesi di riorganizzazione della rete dei servizi territoriali in seguito alla costruzione dell’ospedale unico. Collocare in un sito piuttosto che in un altro il nuovo presidio incide sull’architettura dei servizi, medicine di gruppo, distretti socio-sanitari, strutture intermedie. Lo studio agisce pregiudizialmente solo sugli ospedali pubblici di San Donà e Portogruaro, e non tocca minimamente l’offerta della casa di cura “Rizzolaâ€, pienamente confermata anche dalla programmazione delle ultime schede sanitarie. Per recuperare almeno una parte delle fughe verso le strutture del Pordenonese è necessario un accordo interregionale. Per queste ragioni è evidente il carattere strumentale della polemica che da giorni il centrodestra conduce verso il sindaco di San Donà . Anche la recente marcia indietro sulla privatizzazione dell’ospedale di Jesolo dimostra che quella dell’ospedale unico è una cortina fumogena per coprire la totale mancanza di risorse e programmazione per la sanità del Veneto orientale».
10 settembre 2014
La Lista Rossoverde: “Ospedale, la vera posta in palio”
[Sintesi] (a) Non è possibile continuare ad assistere allo scontro di due sindaci Pd per la sede dell’ospedale unico. (b) Bramezza è un professionista del settore, lavora per la sanità privata e per svuotare la sanità pubblica. (c) La situazione dell’offerta sanitaria del nostro territorio è grave e le fughe in FVG ne sono la naturale conseguenza.
“Nella prospettiva delle prossime elezioni regionali, mancano ormai solo sei mesi, si sospenda tutta la questione del nuovo ospedale e si apra una discussione chiara e partecipata sul futuro della nostra sanità e quindi della nostra salute.”
9 settembre 2014
Il Sindaco di San Donà : “Decidano i cittadini non i singoli Comuni”
[Estratto] «La Conferenza dei capigruppo di Portogruaro sembra dimenticare i basilari principi della democrazia ritenendo che il voto sull’ospedale unico non debba tenere conto del numero dei cittadini. È intuitivo che decisioni cruciali quali quelle relative alla sede dell’ospedale unico non possono essere prese sulla base del numero dei Comuni, ma devono tenere conto dei cittadini. Per questo non ha senso parlare di cambiamento “in corsa†delle regole: semplicemente se il regolamento non è adeguato ai principi democratici, e non tiene conto del numero di abitanti dei vari comuni, va modificato. In caso contrario la Conferenza dei sindaci sulla sanità non sarebbe qualificata a discutere di questo problema appunto perché non rappresentativa dei cittadini. Il rispetto delle comunità invocato dallo stesso documento rilasciato dai capigruppo portogruaresi impone di smetterla con la contrapposizione tra territori e di lavorare per un obiettivo comune.»
6 settembre 2014
Il gruppo di lavoro sulla sanità del Circolo PD di Portogruaro: “L’ospedale di rete su due poli è l’unica vera possibilità ”
[Estratto] “Tutti hanno ribadito la necessità di superare contrapposizioni inutili, di andare oltre all’idea di ospedale unico, di procedere ad una rivisitazione programmatica seria di tutti gli ambiti socio-sanitari del Veneto orientale.
La vera questione è che la Regione Veneto, attraverso il direttore dell’ULSS dalla stessa nominato, vuole distogliere l’attenzione dai problemi reali esistenti, vuole coprire il fatto che le spese sulla sanità nel Veneto orientale sono tra le più basse del Veneto, continua a fare scelte riorganizzative e gestionali assurde, trasferimenti inutili e dannosi di posti letto, di servizi, di uffici.
Il tutto appare finalizzato a smantellare l’Ospedale di Portogruaro, a ridurre i servizi, a far pagare maggiore costi ai cittadini, in una logica inaccettabile di favorire la privatizzazione.
Il gruppo di lavoro ritiene che la scelta dell’ospedale di rete su due poli, così come indicata dal Consiglio Comunale di Portogruaro, sia l’unica vera possibilità per il Veneto Orientale di parlare seriamente di sanità , soprattutto se accompagnata da quelle necessarie sinergie e da quelle politiche interregionali (Friuli V. Giulia – Veneto) che possono portare ad una maggiore razionalità dei servizi e ad un loro minor costo.
La Conferenza dei Sindaci deve ritrovare unità di intenti, deve superare logiche che portano alla penalizzazione di intere comunità , deve richiedere alla Regione Veneto di presentare le sue reali intenzioni per la valorizzazione della sanità pubblica, partendo dai progetti e dagli investimenti che per ora sulla sanità del Veneto Orientale non esistono.”
5 settembre 2014
I Capigruppo Consiliari di Portogruaro: “Non si cambiano le regole in corsa e Portogruaro non intende subire”
I Capigruppo Consiliari si sono incontrati il 5 settembre per un aggiornamento sulla sanità dopo la riunione dell’esecutivo della Conferenza dei Sindaci, lo scorso 1° settembre.
“Le scelte da attuare non possono stravolgere i servizi socio sanitari del Veneto Orientale e in particolare del portogruarese. Come Capigruppo a Portogruaro unitamente insieme al Sindaco e all’Amministrazione abbiamo da tempo condiviso e portato avanti una scelta: ospedale di rete su due poli, non solo, ma tutte le forze politiche e sociali senza eccezione, rivendicano prima di tutto la qualificazione dei servizi territoriali. Si vuole invece continuare e accelerare sulla scelta dell’ospedale unico sulla scelta della sede logistica. Sullo studio dei tecnici condividiamo le osservazioni dell’Amministrazione Comunale e chiediamo che prima di qualsiasi decisione vengano approfondite tutte le questioni ed i temi inerenti. In ogni caso risulta inaccettabile che le regole sulle votazioni della Conferenza dei Sindaci vengano cambiate “in corsaâ€. Il rispetto delle comunità e della parità di condizioni sui servizi non possono essere messe in discussione. Portogruaro non intende subire limitazioni o penalizzazioni, abbiamo intrapreso un percorso in consiglio comunale e intendiamo portarlo avanti con i cittadini. Abbiamo lanciato per primi l’idea di un referendum, ma le azioni di contrapposizione fra territori non ci piacciono. La voce dei cittadini deve essere sentita ma per ottenere risultati positivi per tutti. Questo è il compito delle istituzioni , ricercare unità di intenti per aderire alle esigenze di tutti.â€
27 agosto 2014
Alessio Alessandrini, consigliere regionale del Pd: “Ospedale di Jesolo ai privati? E’ una buona idea”
“La specializzazione dell’ospedale di Jesolo sulla riabilitazione e la possibilità di gestire la cosa a livello di iniziativa pubblico privata è un po’ nelle cose e non sconvolge la situazione. Se attraverso questa operazione si riescono a drenare risorse da poter investire anche sugli altri due ospedali di rete, quello di Portogruaro e San Donà di Piave allora la riconversione del nosocomio jesolano può essere accettabile, ma all’interno di un’operazione più vasta i cui contorni non sono ancora chiarissimi.”
26 agosto 2014
Bruno Pigozzo, consigliere regionale del Pd: “Ospedale di Jesolo ai privati? Non è una buona idea”
[Estratto] “L’ipotesi di trasformare l’ospedale di Jesolo in una struttura di riabilitazione a gestione mista pubblico-privata dovrà essere discussa prima di tutto nella commissione Sanità del consiglio regionale del Veneto. (…) Se tale scelta fosse motivata da carenze economiche dell’Ulss 10 considero negativo e controproducente dare in mano ai privati un servizio che potrebbe essere un investimento remunerativo se opportunamente finanziato dal pubblico. Ricordo in proposito che l’Ulss 10 è tra quelle con più basso finanziamento per abitante del Veneto:1500 euro l’anno. Basterebbero 100 euro per abitante in più per avere 20 milioni disponibili da investire”.
1 agosto 2014
Il sindaco Bertoncello: “Ospedale unico? A Portogruaro”
[Estratto] “Il documento che individua l’area dell’ospedale unico a Portogruaro», sottolinea il sindaco Antonio Bertoncello, «è stato condiviso da tutti i gruppi consiliari. Nelle osservazioni comunque facciamo presente che il consiglio comunale nella seduta aperta del 23 giugno scorso si è espresso per un ospedale di rete su due poli, quelli attuali, adeguatamente e organicamente riorganizzati e ristrutturati. Noi comunque tiriamo dritti per avere l’ospedale unico, quello della rete sui due poli resta solo un’alternativa”.