Il problema nei referendum del 12 e 13 giugno è raggiungere il quorum, cioè avere il 50%+1 dei votanti tra gli elettori aventi diritto. (In questi giorni è emerso anche il problema dei voti all’estero. Oltre al problema del calcolo del quorum, chi ha già votato sul nucleare si è espresso su un quesito successivamente modificato dalla Corte di Cassazione. Cose che succedono in Italia… Vedremo dopo i referendum come verrano chiarite. Se servirà chiarirle. Nel senso che un esito chiaro renderebbe superflui certi dettagli…)
Raggiungere il quorum non è né scontato né facile. Gli ultimi 24 referendum, promossi in sei occasioni, dal 1997 al 2009, non lo hanno fatto. Una grande partecipazione si ebbe infatti nel lontano aprile 1993, in piena epoca di tangentopoli, quando il quesito sull’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti trascinò, col 77,0% di affluenza e il 90,3% di sì, gli altri sette quesiti all’abrogazione anche di altre normative.
Serve dunque una grande motivazione, una grande spinta. Questa volta ci sono le condizioni?
I tre referendum sul nucleare dell’8 novembre 1987, un anno e mezzo dopo Chernobyl, ebbero il 65,1% di affluenza ed erano abbinati a un quesito sulla responsabilità civile dei giudici e ad un altro sull’abolizione della commissione inquirente per i reati ministeriali. Ma eravamo ancora negli anni Ottanta, non così mitici ma certamente anni in cui la vita civile era meno imbonita dell’attuale. Nel giugno dello stesso anno ci furono le elezioni generali e alla Camera votò l’88,8%, cinque punti in meno delle elezioni degli anni Settanta, mentre alle ultime elezioni politiche dell’aprile 2008 votò l’80,5%.
Insomma, se la partecipazione elettorale attuale è nell’ordine dell’80%, non più del 90% com’era fino a vent’anni fa, basta che un ulteriore 30% dell’elettorato non vada a votare per non raggiungere il quorum. Poiché questa cifra in teoria è a disposizione dei partiti al governo, per il quorum è indispensabile uno spostamento significativo, una separazione netta dei votanti dai partiti di destra, con tutti i significati di questa ipotesi.
Un aiuto può essere dato dal recupero di quella base elettorale che recentemente non è andata a votare. Forse bastano pochi punti percentuali. In questo senso tutto aiuta. Anche l’indicazione del Papa.