“Quando se ne accorgerà?”

L’escalation verbale di Matteo Renzi non fa ancora intravvedere la vetta che verrà toccata. Per capirne i meccanismi dovremo probabilmente attingere agli strumenti della psicologia medica, non solo alle tecniche di comunicazione nella società dei consumi e dovremo fare un’analisi comparata con alcuni precedenti storici, alcuni piuttosto inquietanti. Oggi, per esempio, un giornale piuttosto pacato come Repubblica si è sentito in dovere di pubblicare un editoriale, non firmato, che qui sotto riportiamo.

Parole sbagliate
Un conflitto sull’articolo 18 è comprensibile, ed era anche prevedibile. Il linguaggio con cui il presidente del Consiglio tratta la Cgil è invece molto meno comprensibile. È vero che Susanna Camusso lo considera un personaggio dell’Ottocento, subalterno ai padroni, abusivo a sinistra. Ma il premier – mentre annuncia a parole rispetto per chi dissente – dileggia il sindacato, banalizza le ragioni della protesta, svaluta insieme con lo sciopero una storia legata alla conquista e alla difesa di diritti che tutelando i più deboli contribuiscono alla cifra complessiva della democrazia di cui tutti usufruiamo.
La domanda è sempre la stessa: che idea ha il segretario del Pd della sinistra che guida? Un partito che voglia parlare all’intera nazione deve ospitare culture diverse al suo interno e tocca al leader – mentre decide – garantire loro spazio e legittimità. Sapendo che prima o poi si voterà, e i suoi avversari non saranno Camusso e Landini, ma Berlusconi e Verdini. Quando se ne accorgerà?
la Repubblica, 21 novembre 2014
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