Piero Bevilacqua ha anticipato su Eddyburg un suo intervento sull’attualità politica. Inutile dire che va letto tutto. In questi giorni il dibattito politico a sinistra sembra immerso in una specie di plasma che neutralizza qualsiasi polarizzazione. Sembra che possa e stia per accadere tutto il possibile con fatalità, quindi non affrontabile. Il sentimento dominante è la paura. Leggete qui.
Ebbene, bisogna dirlo subito e col giusto allarme. La paura non gioca a favore della sinistra. Corriamo il rischio, in questo anno e mezzo che ci separa dalle elezioni – se l’esecutivo Monti riesce a durare – di perdere per strada un bel po’ dello slancio e dell’entusiasmo che si sono espressi nelle elezioni della primavera e nel successo dei referendum. Sotto l’assedio della paura è il centro moderato che può calamitare consensi, raccogliendo anche l’ondata di delusione che la caduta del governo e le divisioni interne al PDL e alla Lega provocherà nell’elettorato del centro-destra.
Tale pericolo imporrebbe una condotta politica del centro- sinistra e della sinistra extraparlamentare all’altezza della sfida. Non sappiamo, infatti, quanto e se l’esecutivo Monti riuscirà a farci uscire dall’emergenza finanziaria legata dal nostro debito pubblico. Quello che è facilmente prevedibile è che esso non riuscirà a contenere la divaricazione dei redditi e l’emarginazione sociale di una parte crescente della popolazione per effetto della crisi e delle decisioni di politica economica decise in Italia e in Europa. Il dato secondo cui il 10% delle famiglie italiane detiene quasi la metà del reddito nazionale – fornito non dall’ufficio studi della Fiom, ma dalla Banca d’Italia di Draghi – non verrà certamente modificato dal programma di governo che ci è stato illustrato. L’idea di una patrimoniale, che sarebbe un atto di sacrosanta giustizia sociale, prima ancora che una saggia scelta di politica economica, è scomparsa dall’ orizzonte. E l’ICI sulla prima casa probabilmente aggraverà lo squilibrio.
Che fare? Bevilacqua fa (almeno) un proposta, ma è giusto che la leggiate da lui. Poi ne riparliamo.
Grazie, Adriano, di questi spunti e questi stimoli di lettura!!!