La scena politica italiana si è incartata, come si dice. E’ rimasta senza possibilità di giochi alternativi. Così almeno sembra leggendo la cronaca. Prendiamo quanto pubblicato oggi da quello che viene definito, non senza ridicolo ossequio, un “quirinalista” importante, Marzio Breda sul Corriere della Sera. Riporto il nucleo centrale del problema:
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(…) Insomma, i casi di un eventuale crac delle larghe intese potrebbero essere tanti, ma si riducono ad uno: il voto dell’Aula del Senato che estrometterà il Cavaliere dal Parlamento. Quel giorno quale sarà la reazione del Pdl?
(…) Sarebbe questo il vero problema, se non ci fosse l’altro, che tiene appeso tutto e tutti. E mentre l’Italia perde con Telecom un altro pezzo di argenteria, mentre nel Pd va in scena il gioco dello scaricabarile sul modo in cui ai tempi del centrosinistra venne privatizzato il colosso telefonico, Berlusconi aspetta di sapere quale sarà il suo destino. E intanto lavora a una grande convention per presentare i «volti nuovi» che sul territorio incarneranno la «nuova Forza Italia», e per rilanciarsi mediaticamente prepara un road show in giro per il Paese. Come se il 15 ottobre non dovesse accadergli nulla…
E’ chiaro? Tra Quirinale, Parlamento, partiti, tutto gira attorno a come gestire una scadenza… il 15 ottobre.
Ma prima del 15 c’è il 12 ottobre, quando ci sarà la manifestazione a Roma promossa con l’appello di Lorenza Carlassare, don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky.
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(Estratto) La difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.
Questa, per ora, è la scadenza più importante.
Con la nuova situazione politica, in particolare la divisione dell’ex PdL, stanno cambiando i numeri e forse le necessità politiche intorno alla riforma della Costituzione. Per seguirne il dibattito consiglio di seguire sempre Stefano Rodotà, come oggi su la Repubblica (“La riforma costituzionale del barone di Münchhausen”).
Naturalmente a sinistra si discute sempre a fondo, speriamo che serva a risalire almeno un po’ dallo stesso… Guardate su MicroMega online la discussione tra Angelo d’Orsi e Paolo Flores d’Arcais. Alla prossima.