C’è ancora qualcuno che si meraviglia nel sapere che ho sia un blog che una postazione sui social network (Facebook, Twitter, aNobii), giudicando sbagliato o di cattivo gusto metter in pubblico pensieri o magari immagini private o altro ancora. Invece se c’è un problema è solo di tempo. Nel tempo che serve per leggere e seguire (ma non c’è nessuna regola che imponga scadenze particolari se non con sé stessi) e del tempo che si guadagna nel comunicare.
E in fondo credo ci sia una sola vera ragione per cui oggi si usano tanto questi strumenti ed è già stata scritta a suo tempo, circa cinquecento anni fa, dal Segretario fiorentino. Eccola qua:
Chi vedesse le nostre lettere, onorando compare, e vedesse le diversità di quelle, si maraviglierebbe assai, perché gli parrebbe ora che noi fussimo uomini gravi, tutti vòlti a cose grandi, et che ne’ petti nostri non potesse cascare alcuno pensiere che non avesse in sé onestà e grandezza. Però dipoi, voltando carta, gli parrebbe quelli noi medesimi essere leggieri, inconstanti, lascivi, vòlti a cose vane. Questo modo di procedere, se a qualcuno pare sia vituperoso, a me pare laudabile, perché noi imitiamo la natura, che è varia; e chi imita quella non può essere ripreso.
Niccolò Machiavelli, Lettera a Francesco Vettori del 31 gennaio 1515 (in Opere, vol. II, Einaudi, Torino 1999, p. 349 – vedi anche online).