Ha ragione Ferdinando Camon a scrivere che il calciatore della nazionale italiana Franco Cassano “non sa parlare, non è padrone della lingua, non è questo che si pretende da lui. Probabilmente non sa neanche cosa vuol dire «froci».” E ce lo spiega su la Nuova Venezia di oggi. Poi fa l’osservazione sui problemi che il tema dell’omosessualità crea all’interno del Pd, argomento che qui non seguo.
Verso la fine dell’articolo inserisce una tirata che riporto integralmente:
Non esiste il problema dell’omosessualità, esiste il problema dell’incomprensione dell’omosessualità. L’omosessualità è colpevole quando è esercitata con minorenni. Purtroppo così faceva Pasolini. Ci rimise la vita per questo. E’ inutile che ci giriamo intorno, è morto così come dice la versione ufficiale. Caricò il ragazzino minorenne alla Stazione Termini, lo portò a cena al ristorante Al Pommidoro (con due m), poi andarono su quel lido deserto e sozzo, lì fecero quel che avevano patteggiato, poi Pier Paolo si permise qualcosa di più: raccolse da terra un bastone e con la punta urtò il ragazzo sul coccige. Il ragazzo s’infuriò. E’ la versione ufficiale, a me l’ha raccontata Moravia. Una morte per omosessualità, ma anche per pedofilia. Pasolini era un grande poeta, grande narratore e grande regista, ma come uomo sbagliava: non si va a bambini o ragazzini. E’ lo stesso errore di certi eterosessuali: non si va a bambine o ragazzine.
Infine chiude l’articolo di nuovo col tema dei diritti degli omosessuali: bisogna dar loro i diritti costituzionali e questo lo deve fare la Sinistra (con la s maiuscola, mentre a me pare che non c’è neanche quella con la minuscola), subito.
Inutile dire che il discorso su Pasolini è penoso. Purtroppo sembra che tutto il resto serva per scrivere proprio quelle quattro righe. Oggi basta andare su un motore di ricerca internet con “morte di Pasolini” per vedere filmati con le dichiarazioni di Pelosi o ricostruzioni su quanto avvenne veramente. Ormai si dice sempre più apertamente che Pasolini fu ucciso perché sapeva o aveva intuito qualcosa di troppo, in particolare sulla morte di Enrico Mattei. Se ne trova traccia nei frammenti del romanzo postumo Petrolio.
Così, alla fine, tra Cassano – che non sa cosa significa frocio – e Camon – che non sa cosa si è detto e scritto sulla morte di Pasolini dopo la versione ufficiale, cioè giudiziaria – preferisco il primo, mi pare più autentico.