Samuel Beckett (1906-1989)

Centodieci anni fa nacque Samuel Beckett (13 aprile 1906 – 22 dicembre 1989), uno dei più grandi interpreti letterari del “secolo breve”, che attraversò tutto.

Scriverne brevemente, tentare di sintetizzarne lo spirito, sarebbe piuttosto arduo se non impossibile, così uso il congedo scelto da lui stesso per Collected Poems 1930-1978 del 1984. Si tratta di versi che vengono dagli Addenda di Watt, il romanzo pubblicato nel 1953.

Desidero comunque notare che tra questi otto versi cinque finiscono con il punto interrogativo, l’unica punteggiatura usata. E tra i tanti dubbi, tra i quali notiamo però la “piena coscienza” ed i “tanti dolori”, alla fine c’è perfino quello che tutto sommato non stia succedendo niente, nonostante le parole usate per raccontarlo. Parole messe in rima inglese, quindi squisitamente orale, fonica.

Credo che continuerò a leggere Beckett per sempre. Spero anche dopo.

who may tell the tale
of the old man?
weigh absence in a scale?
mete want with a span?
the sum assess
of the world’s woes?
nothingness
in words enclose?
chi mai la storia fino in fondo
del vecchio potrà raccontare?
pesare su un piatto l’assenza?
valutare in piena coscienza
tutto ciò che viene a mancare?
dei tanti dolori del mondo
stimare la somma e la mole?
rinchiudere il niente in parole?
(Samuel Beckett, Le Poesie, a cura di Gabriele Frasca, Einaudi, Torino 1999)

 

Questa voce è stata pubblicata in Arte, Cultura, Poesia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *