In questi giorni una terribile tragedia ha colpito una famiglia di Cinto Caomaggiore, la sua comunità e quella di alcuni sportivi molto diffusi dalla nostre parti, i ciclisti. Lunedì 23 marzo, circostanze ancora da chiarire è morto il giovane Andrea Carolo, di 21 anni, pare dopo una sauna, comunque presso un centro sportivo e fitness portogruarese.
Andrea, che era ormai in attesa di diventare professionista, secondo le parole del padre Giorgio era un notevole scalatore. Nel 2010, quindi a diciassette anni, scalò il Col du Tourmalet, un percorso classico del Tour de France, senza metter piede a terra (sono in entrambi i versanti circa 17 km a 7,5% di pendenza media). Oggi, dopo un passaggio in un centro salute (destino cinico e baro) non c’è più.
Ma il padre ha annunciato qualcosa di nobile, quindi di difficile: «Ho deciso. Dopo le esequie andremo in un bar e faremo un brindisi. Solleveremo tutti insieme una pinta di birra e brinderemo. Alla memoria di mio figlio.» (dichiarazione riportata da Rosario Padovano su la Nuova di oggi). Bravo il padre Giorgio e un saluto alla memoria di Andrea, il grimpeur.
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Vorrei salutarti anch’io Andrea.
Fausto Coppi
Peccato Andrea, il Tourmalet sarebbe stato bello ancora, anche nella dura gara, nella sofferenza. Accettare la sofferenza come bellezza è l’essenza filosofica della bicicletta.