Ieri sera sono andato in municipio, al Consiglio comunale sul bilancio triennale preventivo e sul corrispondente piano delle opere pubbliche. Un consiglio per niente secondario. Ma ci sono stato solo un’ora, dalle undici a mezzanotte, ed erano già nel cuore del dibattito o quello che doveva essere tale. Ci voleva infatti un vignettista o ci vorrebbe qui un buon scrittore satirico per riprendere, con cura e leggerezza, facce, atteggiamenti e parole. Infatti, a Porto già in passato non è mancata la macchietta tra i consiglieri, ma era unica e seduta al banco dell’opposizione, ora sono più assortite. Ieri sera per esempio c’era Paolo Scarpa che stava più in piedi e fuori dalla sala che al suo posto e che commentava spesso a voce alta, con vaga noncuranza per l’assemblea. Ma c’era soprattutto il sindaco Maria Teresa Senatore che masticava qualcosa – spero chewing gum – e trafficava col suo smartphone, senza mai dare una palese attenzione a chi parlava in quel momento. Un atteggiamento ineffabile. In compenso, accanto a lei, il presidente Gastone Mascarin troneggiava, col suo indubbio physique du rôle. Almeno lui, mi sono detto, ha il doveroso rispetto del proprio ruolo.
In quell’ora hanno parlato in sequenza l’assessore Angelo Morsanuto, rispondendo con sciatteria ad alcune domande che non avevo udito e che non ho certamente capito dalle risposte. Poi (ma l’ordine potrebbe essere diverso, che tanto il prodotto non cambia) è stato il caso del consigliere Luciano Gradini, capo del nuovo gruppo misto, che ha sostanzialmente raccontato le ragioni del suo distacco dalla maggioranza che non l’avrebbe praticamente mai ascoltato (ma sullo stile politico di questo consigliere bisognerebbe scrivere un saggio che attraversa quarant’anni della vita politica portogruarese). Tra i punti citati, emerge con chiarezza la sua opposizione al parcheggio di via Valle. (Da smisurato ottimista, ho pensato che le vie delle alleanze sono infinite!)
Quindi ha parlato Marco Terenzi criticando l’impostazione di fondo del cosiddetto piano triennale dell’Amministrazione: “un bilancio piatto, senza nessuna visione strategica (…), nessuna certezza per la cultura e per l’ambiente, l’ambiente…” (ribadito). Il capogruppo del “Csx Avanti insieme” ha tratteggiato anche il quadro storico e giuridico della torre campanaria, il campanile simbolo della nostra città. E qui almeno ha trovato l’attenzione dell’assessore Bertilla Bravo, che pareva anche un po’ sorpresa di tante notizie.
A ruota hanno poi parlato prima Claudio Fagotto del M5S, fermo a ricordare i difetti gravi degli amministratori precedenti, una sorta di apologia indiretta degli amministratori attuali che nove mesi dopo le elezioni non pare più necessaria se non a qualche imprevedibile futuro politico. Costui va però segnalato per aver affermato che finché ci sarà lui l’ambiente sarà tutelato. Siamo a posto. Quindi la capogruppo leghista Alessandra Zanutto ha avuto occasione di farci sapere che lei raccoglie nel suo giro settimanale, tutti i sabato dalle 9.30 alle 11, i sentimenti dei commercianti e che questi si dichiarano molto contenti della nuova viabilità in centro. Quando stava parlando Cristian Moro, ma verso la fine, assieme a Patrizia Daneluzzo me ne sono andato. Stava infatti raccontando come i vecchi amministratori ascoltassero la gente nei vari incontri, ma facendo poi quello che volevano loro. Non so se fosse consapevole dell’implicito apprezzamento rispetto all’andazzo che si è avviato. Mentre parlava ho pensato che dopo l’uscita di Gradini, il peso del suo voto e degli altri consiglieri della maggioranza è notevolmente cambiato, chissà cosa potrà fare adesso. E se non riuscirà con questa maggioranza avrà molto tempo per passare al Gruppo Misto e giocarsela sui numeri, praticamente alla morra.
Più a freddo, ho riflettuto sui comportamenti visti in Consiglio comunale. La cosa più appariscente è la mancanza di ascolto e di rispetto reciproco. Contenuto e forme dei discorsi ne sono la manifestazione palese. Pochi consiglieri si attengono all’oggetto. In quanto alle forme, una volta si iniziava l’intervento con un “Signor Sindaco, signor Presidente, colleghi consiglieri, etc”. Questa non era solo una formula di rito, ma era un modo per chiedere, quasi imporre, l’attenzione e questo doveva essere reciproco. D’altronde si parlava a qualcuno guardandolo in faccia, per spiegare le proprie scelte e ragioni, e confrontarle. Oggi, perlopiù si parla a qualcun altro, all’esterno, ai propri elettori, ai social network e l’assessore che non ascolta e ride delle posizioni altrui è considerata una prassi normale. Il Sindaco poi dovrebbe essere super partes, almeno in consiglio… Ma qui mi fermo. Spero di essere smentito presto. Nei fatti.
Dalle cronache emerge poi che mi sono perso l’intervento del sindaco Senatore contro i due consiglieri Gradini e Manzato usciti dalla maggioranza, l’intervento di Giorgio Barro contro questi “traditori” (leggi Gianfranco Battiston) e di Antonio Matera, che secondo Rosario Padovano (la Nuova di oggi) avrebbe citato Sun Tzu, l’autore dell’Arte della guerra (V secolo a.C.). Sarei curioso di sapere come è stato citato il generale e pensatore cinese di cui in Occidente vengono solitamente isolate frasi semplici eppur considerate paradigmatiche (vedi anche qui alcuni estratti). Ma resta il fatto che nel capitolo III scriveva questo:
“La miglior strategia bellica consiste, dunque, nel sovvertire i piani del nemico; in seconda battuta, conviene rompere le altrui alleanze; poi, attaccare le truppe avversarie e, infine, assaltare le città fortificate, estrema misura cui ricorrere nel caso non resti altra scelta. ” (Sun Tzu, L’arte della guerra, Einaudi, Torino 2011, p. 19).
Una sequenza in quattro punti molto chiara dunque. Ed è chiaro che siamo già alla fase 2, dove la maggioranza ha preso e non dato il colpo. Ma io mi aspetto qualche colpo fuori da ogni letteratura, orientale ed occidentale. Con generali come Barro e Matera non si sa mai… Sono curioso della prossima mossa.