Giro un’intervista a Curzio Maltese sull’intervento del premier Matteo Renzi al Parlamento europeo. Vediamo di quanto sbaglia…
A Strasburgo solo uno show
“Preparatevi, a marzo 2015 si vota”
di Chiara Daina
Niente è avvenuto per caso alla cerimonia di apertura del semestre italiano dell’Unione europea a Strasburgo. La bordata di Manfred Weber, capogruppo del Ppe (i conservatori), contro Matteo Renzi fa parte di un sottile gioco delle parti da cui il premier cerca di trarre vantaggio. A dirlo è Curzio Maltese, fresco di elezione al Parlamento europeo nella lista Tsipras.
Come si è comportato Renzi, secondo lei?
Ha fatto due cose molto scorrette: ha consegnato i contenuti del semestre in un documento e si è messo a parlare di altro per evitare domande scomode sull’Italia e spostare il discorso su vaghi principi, come lo slogan della “generazione Telemaco” copiato da Recalcati (che non ha citato). Poi ha saltato la conferenza con la stampa estera, sempre per evitare un confronto.
Renzi ha preferito andare da Vespa. Come l’hanno presa gli altri eurodeputati?
I tedeschi e gli spagnoli della sinistra hanno detto che fa quello che gli pare come Berlusconi. E durante il suo intervento, di circa due ore, tantissimo, in molti si sono annoiati. Non si parlava di nulla di concreto. L’unica cosa seria l’ha detta Weber, cioè di scordarci di cambiare i patti.
Il premier ha risposto che non prende lezioni dall’Ue. Chi vincerà?
È uno scontro fintissimo, una messa in scena. Renzi non vuole rivedere nessun trattato. Sta tentando in tutti i modi di ritardare le manovre di rigore. Gli servono sei mesi di respiro per andare alle elezioni il prossimo febbraio, stravincere e solo dopo fare i tagli di austerity. Mi sembra strano che nessuno se ne sia accorto.
Quindi la flessibilità di cui parla il premier è uno slogan?
La flessibilità non esiste. Renzi chiede solo sei mesi di tregua. Infatti non ha chiesto di rinunciare al fiscal compact.
Non potrebbe andare al voto già a novembre?
No, la nuova legge elettorale per novembre non sarà pronta. Sulle liste bloccate ha l’accordo di Berlusconi, che vuole confermarsi capo di FI e su questo non si discute. Grillo è in crisi e Sel è spaccata. Lui prenderà i voti da destra a sinistra.
E Bruxelles?
La Commissione europea non verrà insediata fino a novembre, quindi Renzi avrà il tempo per posticipare la manovra e fare contentini, come gli 80 euro ai pensionati. La sua strategia è buttare la palla avanti. L’ha fatto anche da sindaco di Firenze: in mille giorni aveva promesso la tranvia ma dopo cinque anni non c’è nulla. Dopo i problemi diventano degli altri.
Però in Italia Renzi ha tutti dalla sua parte per ora?
Non vedo punti di debolezza. Il suo problema è che fa quello che vuole. Si sta scegliendo perfino la minoranza interna: al posto di Cuperlo e Civati vuole Fava e Migliore. È più furbo di Berlusconi, nel senso che è subdolo: passano cose per cui Berlusconi veniva dilaniato. Se Renzi fa una legge incostituzionale è comunque bravo, per l’altro invece si scendeva in piazza. Quello che in Berlusconi faceva scandalo, in Renzi fa simpatia.
Due pesi e due misure…
Sì. Ed è grave perché significa che non esistono piu regole. Se lo fa il nostro lo sdegno non vale, se lo fa il nemico sì? Non significa che loro due sono uguali, ma quando fanno la stessa cosa i giudizi sono diversi.
Alla fine della fiera, il premier la farà franca davanti all’Ue?
Non è sicuro che ottenga la tregua pre-elettorale. Di una cosa sono sicuro però: se va alle elezioni, fa il pieno perchè intorno ha un deserto. Ha vampirizzato tutti. E a Strasburgo ha lanciato la sua campagna elettorale.
(Il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2014)
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