Lo so che siamo a fine luglio, che fa caldo, che ne farà ancor di più in questo fine settimana da record con Caronte che porterà temperature percepite fino a 43°. Ma a me preoccupa di più il termometro della disoccupazione.
Sull’ultimo The Economist, il settimanale inglese, le cifre correnti sono queste: USA 7,6%, China 4,1%, Japan 4,1%, Britain 7,8%, Euro Area 12,2%. In quest’ultima: France 10,9%, Germany 6,8%, Italy 12,2% (quindi nella media europea), ma Greece e Spain 26,9%. Un giornale economico online piuttosto “gridato” come il Wall Street Italia, anticipa che la Spagna farà come Detroit (fallirà), con la disoccupazione del prossimo anno al 28%.
Nelle stesse ore, il flemmatico premier italiano Enrico Letta ci fa sapere che con l’Expo 2015 avremo ben 800 nuovi posti di lavoro e (che novità!) con un modello contrattuale messo a punto coi sindacati che farà scuola.
Certo, 800 posti nuovi sono buoni, come è bene che si prevedano ben 18.500 volontari per accompagnare i visitatori… Ma la mia preoccupazione resta, non solo per il nuovo modello contrattuale, di cui temo anche la lettura. Infatti sono proprio preoccupato che ci saranno pochi visitatori. Non credo che basterà un invito e neanche un decreto del “Fare visita all’Expo”.
Il lavoro in Europa non aumenterà né per turismo né per decreto. Credo serva qualche nuova o vecchia idea, comunque diversa da quelle martellate a vuoto ormai da anni (crescita, vincolo competitivo, produttività, libertà in uscita, pareggio di bilancio, austerità, etc. etc.).
Forse serve proprio una diversa idea – magari vecchia – di società. Una società fondata sul lavoro di tutti, non sulla disoccupazione di molti.