Secondo Luciano Gallino:
“Va totalmente ribaltato un concetto che oggi va per la maggiore: non è la crescita a produrre occupazione, ma il contrario. Solo una diffusa occupazione genera crescita. Occorre dunque lavorare, con serie politiche industriali – magari di stampo keynesiano –, per la creazione diretta di posti di lavoro. Ma di queste politiche non mi pare oggi di scorgere alcuna traccia o presagio, neanche all’orizzonte.”
E ancora:
“Il paese più virtuoso, da questo punto di vista, è sicuramente la Germania. E uno dei motivi, secondo me, sta nel fatto che i sindacati sono molto forti, soprattutto nelle grandi aziende dove hanno il 50 per cento dei rappresentanti nei Consigli di sorveglianza. Non è un caso che in questo paese negli ultimi anni non si sia praticamente più licenziato. Basti ricordare gli accordi che flessibilizzano, in momenti di crisi, gli orari di lavoro, con la riduzione da 39 a 27 ore settimanali e con una perdita di salario di appena il 4 per cento grazie agli interventi dell’azienda e dello Stato. L’accordo alla Siemens del 2010, per esempio, che blocca i licenziamenti in tutto il mondo (210.000 addetti) fino al 2013. Ecco, cose di questo genere vorrei vederle anche in Italia.”
Credo che non serva nessun commento particolare.