Massimo Cacciari fu deputato (dal 1976 al 1983) e sindaco di Venezia (nei periodi 1993-2000 e 2005-2010), per questo è stato intervistato per l’inserto NordEst de Il Sole 24 Ore del 9 marzo a proposito dei problemi della riconversione di Marghera (p. 4). Riporto una fettina della breve intervista.
“Il treno è stato perso negli anni ’70, quando la politica industriale italiana è andata al collasso. E non parlo solo della chimica, ma anche dell’elettronica e altri settori in cui eravamo leader.”
“Cosa si sarebbe dovuto fare per Marghera in quel momento?”
“Investire sulla chimica fine, sulle produzioni di qualità e sostenibili da un punto di vista ambientale. Investire sulla ricerca e su Marghera, che avrebbe dovuto essere la chimica italiana. Invece, si sono dispersi milioni e milioni su altri siti industriali. Se penso a quello che avrebbe potuto essere Marghera a la chimica in questo paese… Una cosa da galera. Errori clamorosi che nessuno mai è chiamato a pagare.”
Concordo sugli errori clamorosi. Purtroppo però qualcuno paga, anche personalmente, ma non tra i politici, parlamentari o sindaci che siano o siano stati, pagano quei disgraziati dei lavoratori dipendenti. Qui però mi colpisce soprattutto l’affermazione che negli anni Settanta a Marghera si sarebbe dovuto fare prodotti “sostenibili da un punto di vista ambientale”.
Cacciari, si sa, è un grande intellettuale, un grande filosofo, e qui ne abbiamo conferma. Praticamente lui non vive in mezzo a noi, se non saltuariamente, occasionalmente, quando concede interviste. Normalmente vive nei libri, non sui libri, proprio nei libri o in un altro mondo, adesso chissà quale, forse inaccessibile a noi. E’ come don Chisciotte di Cervantes o Gulliver di Swift o lo stesso Dante Alighieri, è sempre in viaggio, quindi ha un senso relativo del tempo, come ci ha spiegato bene Italo Calvino (Lezioni americane, Garzanti 1992, p. 38):
La relatività del tempo è il tema d’un folktale [ndr: racconto popolare, leggenda] diffuso un po’ dappertutto: il viaggio all’al di là che viene vissuto da chi lo compie come se durasse poche ore, mentre al ritorno il luogo di partenza è irriconoscibile perché sono passati anni e anni.
Anzi per Cacciari passato, presente e futuro non hanno distinzione alcuna. Beato lui.