… probabilmente si ritroverà a privatizzare la sua acqua, ma che tenterà fino all’ultimo di fare di tutto per evitarlo
Il 30 marzo, come è noto, il Sindaco Bertoncello con un inaspettato ed entusiasmante risultato, viene rieletto sindaco di Portogruaro al primo turno, dopo un anno di commissariamento.
Pochi giorni dopo, comunque prima della nomina della Giunta, riceve la visita del Presidente e del Direttore della società Acque del Basso Livenza. I due spiegano al Sindaco che la nuova normativa sulla privatizzazione dell’acqua non dà scampo: bisogna vendere il 40% della società di gestione ai privati (conservando ad una società patrimoniale creata ad hoc le reti) se non si vuole che tutta la gestione del servizio vada in gara.
Il percorso, iniziato ancora a febbraio (Portogruaro era commissariata) prevede che entro breve tutti i Comuni approvino una modifica dello Statuto della società che introduca anche il cosiddetto controllo analogo, concordino sull’entrata di altri otto comuni nella società , accettino di creare una società patrimoniale e di vendere il 40% della società di gestione attraverso una gara europea.
Il 15 aprile vengo nominato Assessore all’Istruzione, Formazione, Politiche Ambientali, RISORSE IDRICHE, Edilizia Privata, Mobilità , Protezione Civile.
Il 26 maggio l’assemblea della società Basso Livenza approva all’unanimità il percorso succitato, fissando la data del 28 giugno come termine ultimo per l’approvazione delle delibere e il mese di agosto come quello di avvio della gara per vendere il 40%. Alcuni Comuni, tra i quali Portogruaro, chiedono di avere la delega ad avviare rapporti con le due Regioni per ottenere uno slittamento di un anno della scadenza prevista per il 31.12.2010.
Il 28 maggio ricevo qualche notizia, seppur frammentaria, sull’esito dell’Assemblea.
Il 31 maggio in riunione di maggioranza, dove da tempo si parla di un ordine del giorno per l’acqua pubblica, chiedo al Sindaco informazioni in merito all’assemblea: vengo finalmente messo a conoscenza di tutta la faccenda.
Domenica 6 giugno, in Villa Comunale, ‘Eticamente’ organizza un incontro pubblico sull’acqua come bene comune, sono presenti Emilio Molinari, presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell’Acqua e Marco Job, del Ce.V.I. e coordinatore della Campagna Acqua. Nell’occasione racconto a tutti i presenti cosa sono venuto a sapere e scopro, tra l’altro, che il Circolo locale del Partito Democratico era già a conoscenza della questione.
Avvio i primi contatti per capire se esistono strade alternative alla vendita del 40%.
La situazione incomincia proprio ad infastidirmi, se non altro perché penso che abbiamo tradito tutti quelli che a Portogruaro hanno sottoscritto i referendum sull’acqua: non abbiamo detto loro che nel nostro territorio il referendum rischia di essere inutile, dato che secondo legge saremmo obbligati a cedere le quote ai privati un anno prima degli altri causa il ritardo con cui è stato istituito il nostro Ambito Territoriale Ottimale Interregionale del Lemene.
Grazie a Molinari e Job entro in contatto con lo studio del Professor Roberto Cavallo-Perin di Torino: è lo studio legale che sta seguendo per la Regione Piemonte il ricorso alla Corte Costituzionale proprio sulla legge che privatizza l’acqua, ma scoprirò che sta lavorando anche per l’ATO di Pordenone. Ad una mail di richiesta di contatto inviata l’11 giugno, ricevo risposta telefonica nel giro di pochi minuti. Dopo varie mail con scambio di materiali e informazioni, fissiamo un incontro a Milano per il 28 giugno.
Intanto faccio convocare una maggioranza per il 21 giugno, perché nel frattempo erano arrivate le proposte di delibera da portare in Consiglio il 28, e abbisogno di un chiarimento: faccio presente tutta la questione, lamentandomi del fatto che pur essendo assessore alle risorse idriche sono stato per mesi tenuto all’oscuro di tutto. Su questo fatto specifico non ottengo alcun chiarimento, chi interviene si limita a sottolineare che si ritiene che il percorso individuato sia il male minore. Pare evidente che i Consiglieri di maggioranza vicini al PD e alle liste del sindaco hanno già fatto proprio il punto di vista del presidente (del PD) del Basso Livenza. Mi sento messo all’angolo e con il solo sostegno di Patrizia Daneluzzo, consigliere rossoverde, gli altri al massimo hanno il coraggio di dirmi in disparte che sono d’accordo con me e mi incitano ad andare avanti. Informo comunque i presenti che ho avviato i contatti con lo studio legale.
Il giorno dopo, il 22 giugno, c’è la Commissione Consiliare che precede il Consiglio, sono presenti almeno una trentina di persone con una maglietta con su scritto “Privatizzata – Acqua in boccaâ€, uno slogan uscito dalla penna di Lorenzo Bussi che sembra aver letto nel mio pensiero e che rappresenta sapientemente lo stato d’animo mio e di tutti i rosso-verdi. Tutte persone composte che hanno dimostrato veramente che il loro bisogno era solo quello di capire, al di là di tutti i ragionamenti politici e dietrologici fatti la sera prima in maggioranza.
In Commissione ci sono Alessandrini e De Carlo, presidente e direttore del Basso Livenza che spiegano come per loro non ci sia soluzione alla cessione del 40% della società di gestione (segnalo che per la minoranza di centro-destra il tema era così importante da essere rappresentata da un solo esponente).
Alla fine della Commissione chiedo di prendere la parola e annuncio che con uno studio legale si è individuato un percorso che potrebbe consentirci di evitare la vendita ai privati e che ho un appuntamento a Milano lunedì 28 alle 11.00. Invito pubblicamente Alessandrini a venire con me. Sulla sua faccia appare un certo sconcerto, il direttore De Carlo dice che lui viene volentieri, ritenendo che ogni strada sia da percorrere, anche Alessandrini alla fine dice di sì.
Venerdì 25 giugno cerco di capire se vengono tutti e due, per comprare i biglietti del treno: nessuno è più disponibile, troppi impegni nei consigli comunali. Avviso il Sindaco il quale alza il telefono e dopo pochi minuti (secondi) De Carlo mi comunica che verrà Alessandrini.
Partiamo lunedì 28 giugno, alle 7.37, porto con me il responsabile dell’ufficio Ambiente, viste le premesse un testimone è sempre utile. Alle 11.00 siamo a Milano, ci danno appuntamento alla terrazza della Rinascente in piazza Duomo con vista sulle guglie.
Fino ad allora avevo avuto contatti solo con l’avvocato Viriglio, un collaboratore dello studio, assieme a lui troviamo anche il titolare, il professore Roberto Cavallo-Perin, ottimo segnale: è Ordinario di diritto amministrativo presso l’università di Torino.
Ci scambiamo tutta una serie di informazioni, poi ci dicono che secondo loro è possibile perseguire la via che attraverso una procedura derogatoria consente l’affidamento diretto alle società già presenti, “basta” che l’ATO attraverso un’indagine di mercato dimostri la non utilità economica dell’affidamento. Non essendoci ancora il regolamento che indichi chi deve controllare questa indagine si può approfittare anche dell’attuale vuoto amministrativo. Bisogna però fare in fretta.
Per sicurezza ci consigliano anche di non abbandonare il percorso già avviato dalla società per cedere il 40%, ma anche qui danno suggerimenti importanti tesi a limitare il ruolo dei privati:
a) il 40% non deve essere messo in gara tutto assieme, può essere spezzettato;
b) già nel bando di gara introdurre dei patti parasociali che facciano capire ai privati che non sarà facile per loro fare cartello;
c) introdurre un piccolo azionariato diffuso al quale affidare qualche funzione di controllo con divieto di vendere le quote.
Ritorniamo a Portogruaro alle 18.00 e alle 18.30 vado in Consiglio Comunale, dove approviamo sia l’ordine del giorno a tutela dell’acqua pubblica, sia la delibera che dà mandato al sindaco di proseguire nell’iter individuato dal Basso Livenza, senza però approvare la cessione del 40% e aggiungendo l’impegno a percorrere fino in fondo la strada dell’affidamento diretto.
Il 12 luglio ho un incontro con il presidente dell’ATO (il Sindaco di Chions), presente il sindaco Bertoncello, al quale fornisco tutte le informazioni in mio possesso. Il Presidente mi è sembrato molto titubante, in ogni caso il 22 luglio ci sarà l’Assemblea dell’ATO e il punto che ci sta a cuore è stato messo all’ordine del giorno, su richiesta del Comune di Santo Stino di Livenza.
Nel frattempo lo studio legale mi ha informato che i tempi stringono e che il regolamento attuativo della legge sulla privatizzazione sta facendo passi avanti verso l’approvazione, rischiando di coprire a breve il vuoto normativo di cui si vuole approfittare.
Oggi, 16 luglio, il nostro Sindaco, che ha voluto sentire direttamente gli avvocati dello studio Cavallo-Perin, ha deciso di impegnarsi in prima persona per far sì che il percorso parallelo verso l’affidamento diretto vada avanti.
Vedremo cosa decideranno il 22 luglio. Ma non sarebbe male riuscire in questi giorni a fare ancora pressione sui Sindaci di tutti i ventisei comuni compresi nell’ATO.
Ivo Simonella
Portogruaro 16 luglio 2010