La Città Futura

il progetto rossoverde per Portogruaro
 

Caldo

2 giugno 2011
Pubblicato da Ermes Drigo

E’ domenica mattina. Fa caldo e mi devo alzare. Devo andare in piazza a Portogruaro, dobbiamo raccogliere le firme per il referendum sull’acqua pubblica. Accidenti sono in ritardo e non voglio arrivare tardi, Guido è puntuale. Ho mangiato troppo ieri sera e ho dormito male: devo controllarmi di più, anche se è difficile non mangiare quando il cibo è buono e la compagnia piacevole. Sarà per un’altra volta.

Veloce faccio la doccia, mi vesto; sono pronto, cibo ai gatti e carico l’automobile. Fa caldo, siamo a giugno, verso la fine, e il caldo è pesante, pessimo clima per il sottoscritto e soprattutto per lavorare. Svuoto il bagagliaio della mia Multipla, trasferisco le borse e le carte in casa, speriamo di non perdere i documenti e inizio a caricare i cavalletti. Sono in legno, fatti bene dal mio amico falegname, di misura giusta per la macchina, in compensato, dove con adeguate puntine vengono fissati i manifesti. Un cavalletto pieghevole che viene tenuto fermo da una borsa appesa, con all’interno una raccolta di riviste di arredamento, bloccata da un pezzo di ramo di gelso. Mi piace l’idea di usare un congegno poco tecnologico come un pezzo di gelso (‘morer’),  per far funzionare un cavalletto in legno sul quale verrà fissato un manifesto contro la privatizzazione dell’acqua. Ora carico il tavolino, leggero, in alluminio, una sedia, la borsa Coop con il materiale di cancelleria, le schede per le firme, e parto.

Di corsa, per strada, in auto, fa caldo. Entro in centro a Portogruaro, è giornata festiva, ho il permesso per carico e scarico, sono in automobile e mi sento un elemento disturbatore; il centro senza auto è proprio una grande cosa, un’eredità che i predecessori ci hanno lasciato e che noi dovremmo custodire e mantenere. Eccolo, Guido, già pronto con la sua bici per mano; è una grande persona, non solo per la sua statura ma soprattutto per la disponibilità e per il suo sorriso. Lo invidio. Pronti, parcheggio, scarico, anzi Guido scarica, monta, organizza ed eccolo seduto pronto a raccogliere le firme. “Buon giorno, cosa state facendo?†– ci chiede una signora di passaggio. “Buon giorno – risponde Guido – stiamo raccogliendo le firme per fare il referendum per bloccare la vendita dell’acqua ai privati. Vuole firmare?†“Certamente†– risponde con un sorriso la signora. “Bene – dice Guido – carta d’identità per favore.â€

C’è anche Irina, poi arriva Lucia, Anna, Pia, non siamo soli, anzi siamo in ottima compagnia. Intanto Guido con professionalità compila gli stampati e con la solita cortesia invita la signora a firmare. “Grazie†– ci dice la firmataria salutandoci. Si è formata la fila, bene, speriamo di raggiungere le 500 mila firme che servono per il referendum, manca ancora una settimana al termine e siamo qui in piazza ogni sabato e domenica da almeno un mese e mezzo. Non siamo soli, c’è anche Rifondazione, per conto proprio, e ora vedo anche l’Italia dei Valori che raccoglie le firme contro il nucleare e il legittimo impedimento. Non è una grande cosa vedere più partiti o più associazioni raccogliere le firme per la stessa cosa; meglio così, piuttosto che nessuno. C’è tanta gente e non serve insistere per avere la firma, vengono spontaneamente e senza alcun preconcetto, forse perché siamo del Forum per l’acqua pubblica, senza bandiere di partito. Ci spostiamo con il tavolo a seconda della posizione dell’ombra che fanno le palme; se resti al sole ti cucini. Ecco Marisa, Ivo, Adriano, Mariella, Michele, ci sono tutti, è proprio una bella festa. Non capita molte volte nella vita di raccogliere le firme per un referendum e vedere la fila degli aspiranti firmatari. Fatto, alle 13 chiudiamo il tavolo ed andiamo a mangiare. Riprenderemmo dopo, alle 16, sempre in piazza, sempre con Guido ed amici vari.

E’ fatta, il tempo è terminato e abbiamo raccolto in tutta Italia più di un milione e 400 mila firme, un grande successo, e per noi anche una piccola soddisfazione nell’aver contribuito a questo risultato. Ora speriamo nell’ammissibilità.

Vengono ammessi i quesiti che chiedono di non privatizzare l’acqua e di non fare lucro, di bloccare il nuovo programma nucleare e di eliminare la legge sul legittimo impedimento. Ora andiamo finalmente ai referendum votando quattro volte SI.

Siamo di nuovo in piazza per informare e portare la gente al voto del referendum. Si avvicina una persona: “Devo firmare?†– ci chiede. “No signora, siamo qui per ricordarle che il 12 e 13 giugno si votaâ€. “Perché – risponde con sorpresa la signora – si vota?â€

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