La sentenza di primo grado del Tribunale di Torino, con la condanna a sedici anni di carcere ai responsabili della Eternit, ci ha dato un po’ di giustizia, ma ci fa ricordare che non è un caso isolato.
Così è molto triste e ancora sinistra la causa ancora in piedi, ma sembra per poco perché in via di prescrizione, presso il tribunale di Paola, in Calabria, per i morti di Praia a Mare, legati alle produzioni della Marlane, fabbrica di Marzotto.
«Nello stabilimento Marlane – si legge nella relazione tecnica effettuata dal consulente tecnico della Procura di Paola, Giacomino Brancati – in relazione alla tipologia delle sostanze chimiche utilizzate, alle modalità di impiego delle stesse sostanze nei processi lavorativi, alla conformazione degli ambienti di lavoro e alle cautele per la sicurezza dei lavoratori adottate, vi è stata un’esposizione eccessiva dei dipendenti a sostanze nocive potenzialmente cancerogene». Per il tecnico che ha passato in rassegna alcuni casi sospetti di cancro contratto dagli operai della fabbrica di tessuti, «sulla base dell’analisi epidemiologica effettuata, è evidente un nesso di causalità tra le sindromi tumorali sofferte dai dipendenti e i processi lavorativi utilizzati nel ciclo produttivo in corso all’interno dello stabilimento Marlane».
Con noi Marzotto è stato molto più generoso, ci ha lasciato la villa comunale.